Senza tanti giri di parole, con grande franchezza, il parlamentare regionale dell’UDC, Vincenzo Figuccia, parla dei risultati elettorali. Numeri alla mano, spiega che UDC e Sicilia Vera di Cateno De Luca sono andati bene. E, citando il Comune di Termini Imerese, dove il centrodestra diviso ha perso, lancia un monito su Palermo…
“Il risultato delle elezioni al Comune di Termini Imerese è chiarissimo: il centrodestra, in Sicilia, è sempre forte, ma dove si presenta diviso perde. Qualcuno, a Termini Imerese, si è reso protagonista di una fuga in avanti, per mettere gli altri davanti al fatto compiuto. E’ andata male a lui e a tutto il centrodestra. I risultati sono sotto gli occhi di tutti”.
Non ha peli sulla lingua Vincenzo Figuccia, parlamentare regionale dell’UDC e leader di Cambiamo la Sicilia. Pur restando ancorato alla ‘scuola’ democristiana, Figuccia, in questi anni, ha sempre cercato di interpretare i cambiamenti in corso nella società siciliana. E’ uno dei pochi, ad esempio, che ha capito che nella nostra Isola, anche se lentamente, va maturando la consapevolezza che la politica torni a parlare ‘siciliano’, magari con una forza politica sicilianista.
“Magari c’è chi si sofferma di più sul sicilianismo – dice – e chi, magari, mantiene i contatti con lo scenario politico nazionale. Ma c’è, comunque, un denominatore comune: i siciliani, oggi, chiedono concretezza, possibilmente nel quadro della valorizzazione culturale e politica della Sicilia”.
Immancabile la domanda sui risultati elettorali visti dall’angolazione dell’UDC.
“Non ci possiamo lamentare. Siamo presenti un po’ dovunque, dove più, dove un po’ meno. Ma ci siamo. Ci siamo nella Sicilia occidentale e ci siamo nella Sicilia orientale. Non dobbiamo dimenticare che manteniamo un rapporto importante con Sicilia Vera di Cateno De Luca, le cui liste, nella parte orientale dell’Isola, sono andate bene”.
La tradizione democristiana, in Sicilia, è ancora presente?
“La tradizione democristiana, in Sicilia, tiene, altro che! Guardate il risultato di Marsala dove Massimo Grillo, già parlamentare della Dc e poi parlamentare dell’UDC è stato eletto sindaco al primo turno. E se non è democristiano Grillo!”.
E Forza Italia in Sicilia come la vede?
“C’è, non ci sono dubbi. Ma non è più il partito di qualche anno fa. Voto più, voto meno, oggi, nella nostra Isola, Forza Italia vale quanto l’UDC”.
Passiamo a Palermo. Alla fine, quello che è successo a Termini Imerese sembra essere un monito per le elezioni comunali di Palermo…
“Per l’appunto. A Palermo, in vista delle elezioni comunali, vanno cercate soluzioni politiche condivise. Anche perché, a Palermo – e questo è sotto gli occhi di tutti – l’uomo solo al comando sta massacrando la città”.
Si riferisce all’esperienza non esattamente brillante dell’amministrazione comunale di Leoluca Orlando.
“Esattamente. Va assolutamente evitato un altro Leoluca Orlando di centrodestra. L’ho detto e lo ripeto: uniti si vince. Ma senza fughe in avanti”.
A Palermo, nel centrodestra, si parla della possibile candidatura a sindaco dell’attuale assessore regionale, Roberto Lagalla…
“Rispondo subito: sa Lagalla sarà candidato a sindaco di Palermo anche io sarò candidato a sindaco di Palermo. Punto”.
Insomma: niente minestre impiattate…
“Su Palermo nessuna primogenitura e nessun dicktat: le soluzioni vanno discusse e condivise, mai imposte. Poi, se proprio la debbo dire tutta, mi sembra impensabile che Lagalla, che non ha risolto il problema dei disoccupati della Formazione professionale e, in generale, della Formazione professionale in Sicilia, possa andare a fare il sindaco di Palermo”.
Foto tratta da Repubblica Palermo
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