Quando il torinese Massimo d’Azeglio denunciava le stragi dei Savoia al Sud e in Sicilia

6 ottobre 2020

La dittatura piemontese nel Sud Italia, all’indomani della ‘presunta’ unificazione italiana, è stata feroce e criminale. Era così feroce e così criminale che, a un certo punto, uno dei protagonisti del Risorgimento, Massimo d’Azeglio, piemontese, nauseato dalle ingiustizie, si ribellò al ‘suo’ Piemonte e scrisse una famosa lettera, dissociandosi dagli eccidi che andavano in scena nel Sud Italia e in Sicilia  

“La questione del tenere Napoli o non tenerlo, mi pare che dovrebbe dipendere più di tutto dai Napoletani, salvo che vogliamo, per comodo di circostanze, cambiare quei principii che abbiamo sin qui proclamati. Sinora siamo andati avanti dicendo che i Governi non consentiti dai popoli erano illegittimi: e con questa massima, che credo e crederò sempre vera, abbiamo mandato a far benedire parecchi Sovrani italiani; ed i loro sudditi, non avendo protestato in nessun modo, si erano mostrati contenti del nostro operato, e da questo si è potuto scorgere che ai governi di prima non davano il loro consenso, mentre a quello succeduto lo danno. Così i nostri atti sono stati consentanei al nostro principio, e nessuno ci può trovare da ridire. A Napoli, noi abbiamo altresì cacciato il sovrano per stabilire un governo fondato sul consenso universale. Ma ci vogliono e sembra che ciò non basti, per contenere il Regno, sessanta battaglioni; ed è notorio che, briganti o non briganti, tutti non ne vogliono sapere. Ma si dirà: e il suffragio universale? Io non so nulla di suffragio, ma so che al di qua del Tronto non sono necessari battaglioni e che al di là sono necessari. Dunque vi fu qualche errore e bisogna cangiare atti e principi. Bisogna sapere dai Napoletani un’altra volta per tutto se ci vogliono, sì o no. Capisco che gli italiani hanno il diritto di fare la guerra a coloro che volessero mantenere i tedeschi in Italia, ma agli italiani che, restando italiani, non volessero unirsi a noi, credo che non abbiamo il diritto di dare archibugiate… perché contrari all’Unità, salvo si concedesse ora, per tagliare corto, che noi adottiamo il principio nel cui nome Bomba bombardava Palermo, Messina ecc. ecc. Credo bene che in generale non si pensa in questo modo, ma siccome io non intendo rinunciare al diritto di ragionare, dico ciò che penso”.

Massimo d’Azeglio

Foto tratta da Biografieonline

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