Con la norma approvata ieri sera dal Parlamento siciliano i Comuni dell’Isola che intendono istituire le Zone a Traffico Limitato dovranno dotarsi, entro 90 giorni, di un regolamento per disciplinare tariffe, distinzioni e agevolazioni. Regolamento che dovrà essere esaminato e approvato dai Consigli comunali. Un freno contro l’irragionevolezza e le disparità tra cittadini. E uno strumento in più per gli eventuali ricorsi che potranno essere presentati dagli stessi cittadini
Si complica per l’Amministrazione comunale di Palermo la strada che porta all’introduzione della ZTL, sigla che sta per Zona a Traffico Limitato. Ieri sera, infatti, l’Assemblea regionale siciliana ha approvato un norma che fissa un ‘paletto’ che rischia quanto meno di ritardare l’entrata in vigore di un balzello che, alla fine, ha poco a che spartire con la tutela dell’ambiente e molto a che vedere, invece, con i soldi che il Comune vorrebbe scippare dalle tasche dei cittadini – palermitani, ma non soltanto palermitani – per fare ‘cassa’: ovvero per foraggiare le società collegate allo stesso Comune, a cominciare dall’AMAT, società che gestisce le tre linee di Tram.
In base all’articolo approvato dall’Ars, i Comuni (il riferimento è ai Consigli comunali) che hanno istituito o che devono ancora istituire la ZTL dovranno approvare entro 90 giorni un regolamento che disciplini tariffe, distinzioni e agevolazioni.
“Gioiamo per una grande vittoria – afferma il parlamentare di Forza Italia, Giuseppe Milazzo, eletto nel collegio di Palermo -. Con l’approvazione di questo articolo ritengo di avere liberato i palermitani da un provvedimento iniquo, quale è la ZTL di Orlando, che non era altro che una tassa di 100 euro: un balzello indifferenziato che nulla aveva a che fare con la salvaguardia dell’ambiente e l’incentivazione dell’uso dei mezzi pubblici. Il provvedimento stabilisce paletti precisi, mantenendo parametri di equità e di generalità, lasciando ai Consigli comunali il compito di regolamentare la stessa ZTL”.
A onor del vero, la prima a parlare di una necessità di un regolamento prima di introdurre la ZTL è stata la vice presidente vicaria del Consiglio comunale di Palermo, Nadia Spallitta, che nella vita fa l’avvocato. Il regolamento Nadia Spallitta l’ha chiesto lo scorso Dicembre, all’indomani dell’approvazione delle due ZTL da parte del Consiglio comunale di Palermo. “Ma va bene lo stesso – dice oggi la vice presidente del Consiglio comunale del capoluogo siciliano -. L’approvazione di questa norma da parte del Parlamento siciliano è un fatto importante, perché, pur nel rispetto dell’autonomia dei Comuni, detta regole certe su un terreno che non può essere utilizzato per fare ‘cassa’ sulla pelle dei cittadini”.
Ieri sera, a Sala d’Ercole, erano in discussione anche alcuni emendamenti alla norma che entravano nel merito di un argomento che è di competenza dei Comuni, come le tariffe, le distinzioni tra i cittadini e le eventuali agevolazioni. Il parlamentare Salvatore ‘Totò’ Lentini, ad esempio, avrebbe voluto imporre una riduzione del 50 per cento del pass per i cittadini palermitani che vivono entro il perimetro delle due mega ZTL che il Comune di Palermo vorrebbe introdurre.
In effetti, il Consiglio comunale e la Giunta con in testa il sindaco, Leoluca Orlando, hanno ‘confezionato’ un provvedimento che crea un’odiosa disparità tra i cittadini che vivono dentro il perimetro dalle due mega ZTL e quelli che abitano fuori dal perimetro delle stesse Zone a Traffico Limitato. Questi ultimi, se lo vorranno, potranno scegliere di non percorrere con l’automobile la forse troppo estese aree cittadine nelle quali sono state ‘disegnate’ le due ZTL. Mentre chi vive dentro il perimetro delle stesse ZTL – così hanno irragionevolmente deciso Consiglio comunale e Giunta comunale – dovranno pagare l’obolo di 100 Euro all’anno!
In pratica, una tassa dovuta alla ‘colpa’ di abitare in una parte della città piuttosto che in un’altra parte. Un balzello iniquo, simile, per certi versi, ai balzelli che la monarchia francese appioppava ai cittadini prima dell’occupazione della Bastiglia…
A sala d’Ercole, ieri, sulle ZTL sono intervenuti la deputata grillina, Angela Foti, la deputata del PD, Mariella Maggio, il parlamentare Girolamo Fazio. Quest’ultimo – ex sindaco di Trapani – ha ricordato che l’Ars non può invadere le competenze dei Comuni in materia di disciplina di una ZTL. Tesi condivisa dal presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, che ha invitato i parlamentari a ritirare gli emendamenti troppo “invasivi”. La norma è stata approvata nella sua genericità. Ma suona, in ogni caso, come una zippula per l’Amministrazione comunale di Palermo e, in generale, per gli altri Comuni dell’Isola pronti a introdurre le ZTL per fare ‘cassa’. Proviamo a vedere il perché.
Il problema è politico. A Palermo la ZTL inventata da “24 consiglieri comunali in cerca d’autore” – come sono stati ribattezzati i protagonisti di questo balzello – sta scatenando le ire di migliaia di cittadini e dei commercianti. Tutti hanno capito – come ha detto giustamente ieri sera il parlamentare Milazzo – che in ballo non c’è la qualità dell’aria di Palermo, ma solo l’esigenza del Comune di fare ‘cassa’, concedendo a chi paga ogni anno il pass di 100 Euro ad automobile la licenza di inquinare.
Di fatto, imponendo il regolamento, l’argomento dovrà passare di nuovo dal Consiglio comunale. Cosa che l’Amministrazione Orlando ha già evitato, introducendo cambiamenti alla delibera approvata dal Consiglio comunale che, forse, avrebbero dovuto essere ridiscussi e riapprovati dall’assemblea cittadina. In ogni caso, con la norma approvata ieri sera dall’Ars, il provvedimento dovrà ripassare per forza dal Consiglio comunale, le cui competenze non possono essere surrogate dalla Giunta. Questo significherà che i consiglieri comunali dovranno votare per la seconda volta in favore di questo balzello: e questa volta gli elettori difficilmente lo dimenticheranno…
L’Amministrazione comunale di Palermo potrebbe introdurre lo stesso le due ZTL. Ma aumenterebbe il rischio di subire e di perdere i ricorsi al TAR Sicilia (Tribunale Amministrativo Regionale).
P.S.
Un’altra possibilità potrebbe essere quella di chiedere al governo nazionale di Matteo Renzi, di impugnare la norma. Con l’abolizione dell’Ufficio del Commissario dello Stato – una ‘genialata’ di qualche giudice costituzionale – le impugnative delle leggi approvate dall’Ars non vengono più decise in base alla costituzionalità delle stesse leggi, ma in base al ‘patteggiamento’ tra le forze politiche. Ennesima manifestazione del degrado istituzionale e costituzionale in cui è scivolato il nostro sempre più disastrato Paese.
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