Ministri e grandi uomini del Sud sono stati i primi ad abbandonare il Sud

10 settembre 2020

Correvano i primi anni ’70 del secolo passato quando lo scrittore e saggista Carlo Alianello, dando alle stampe il celebra saggio “La conquista del Sud”, arrivava a queste amare conclusioni. Nei fatti, cosa sarebbe cambiato, soprattutto a partire dalla cosiddetta Seconda Repubblica, a parte le chiacchiere vacue degli ultimi meridionalisti da “Annibale è alle porte”? (dove Annibale è la Lega di Salvini)

“Nessuno dei tanti ministri o grandi uomini del Meridione, a cominciare dal Crispi per terminar col Croce, ha mosso un dito per riscattar l’offesa ancor dolente e continuar l’opera di Ferdinando II; anzi nessuno s’è mai opposto a leggi inique che, per favorire le industrie del Nord, cancellavano ogni traccia di quelle del Sud e ne ferivano a morte l’agricoltura un tempo fiorente. Dal Risorgimento in poi, comunque, uomini e ideali d’ogni partito, radicali, fanatici sino in fondo, hanno odiato le loro origini e tuttora in cuor loro ammirano con una punta d’invidia la faticosa corsa al denaro, detta anche attività o abile industria, di quelli del Nord. Non conosco alcuna eccezione dei cosiddetti meridionalisti, compreso il troppo lodato Giustino Fortunato, nipote di manutengoli del brigantaggio, che abbia difeso il suo paese a viso aperto, usando solo l’arma della verità”.

Carlo Alianello

Foto tratta da crono.news

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