La vera domanda è questa. Se la Tunisia ha intenzione di continuare a inviare migranti in Sicilia per tutto il mese di Settembre, per tutto il mese di Ottobre e, magari, anche a Novembre, senza che Roma intervenga con atti concreti, il Governo regionale siciliana dovrà fare qualcosa. Dietro il flusso di migranti dalla Tunisia la corruzione dilagante e un giro di denaro impressionante
Il sistema corrotto che governa oggi la Tunisia ha intenzione di interrompere il grande business dei migranti da trasferire in Sicilia, con molta probabilità con l’accordo dell’Unione europea? Ieri sera abbiamo letto tanti articoli relativi all’incontro, andato in scena a Roma, tra il capo del Governo italiano, Giuseppe Conte, il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, e il sindaco di Lampedusa, Salvatore ‘Totò’ Martello.
Ecco, dopo aver letto decine di articoli su questo incontro non ci sembra di aver capito che la Tunisia abbia intenzione di interrompere il trasferimento di migranti – che in realtà sono clandestini – in Sicilia. Così come non annuncia nulla di buono il sequestro di due pescherecci mazaresi da parte della fazione libica di Haftar.
Ci piacerebbe tanto sbagliarci, ma noi abbiamo la sensazione che il regime tunisino abbia tutta l’intenzione di continuare a fare business con i migranti-clandestini per tutto il mese di Settembre, per tutto il mese di Ottobre e, se il clima lo consentirà, anche a Novembre.
Ci sono tanti modi di leggere la realtà. Le navi che arriveranno a Lampedusa dovrebbero svuotare – non sappiamo per quanto tempo – l’Hotspot di quest’isola. Ma il fatto che il Governo italiano manderà lì le navi per accogliere migranti, significa, a rigor di logica, che la Tunisia continuerà a inviare in Sicilia i migranti.
E, sempre a proposito di logica, va detto che il giro di denaro che sta dietro il trasferimento di migranti in Sicilia dalla Tunisia e dalla Libia è impressionante. Quando non un Paese, ma il regime corrotto che governa un Paese guadagna una barca di soldi limitandosi a piazzare i propri cittadini su imbarcazioni di fortuna, accompagnando tali imbarcazioni fino a Lampedusa, beh, smontare questo sistema non è facile.
Tanto più che il costo lo pagano agli altri: in questo caso la Sicilia e le altre città italiane costrette a prendersi i migranti. Questo significa che, al limite, si alleggerirà la pressione su Lampedusa, ma che la Sicilia, per almeno altri due mesi-due mesi a mezzo dovrà continuare a reggere l’urto dei migranti? Noi, lo ribadiamo, speriamo di sbagliarci.
Ma se dovesse essere come pensiamo noi, per la Sicilia i prossimi sessanta-settanta giorni si annunceranno d’inferno. Nel caso in cui il flusso di migranti dovesse continuare cosa può fare la Sicilia?
Sulla pagina Facebook del presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, va un video sulle condizioni dell’Hotspot di Lampedusa. E’ un video che non ha bisogno di alcun commento, perché si commenta da sé.
In Sicilia, da quello che abbiamo capito ci sono, tra Hotspot e Centri di accoglienza, 42 strutture. Un numero enorme! Di questi – sono parole del presidente Musumeci – il 90% non sarebbe in regola con le norme anti-COVID-19.
Che aspetta il presidente della Regione a disporre la chiusura immediata di queste strutture pericolose per la salute dei migranti e dei cittadini siciliani? Il Governo nazionale si opporrà? I giudici dell TAR Sicilia diranno che la competenza sulla sanità è dello Stato?
Il problema non è solo il COVID-19. E impensabile, a prescindere dal virus, che la Sicilia accolga all’infinito i migranti dal Nord Africa. Bisogna cominciare a limitare questo flusso.
Il Governo nazionale, da parte sua, ha detto che conta di intensificare i rimpatri. E, come leggiamo sul quotidiano La Sicilia, ha intenzione di rafforzare “il pattugliamento delle acque internazionali, intensificando le unità navali dell’operazione Pelagie, riavviata oggi per il contrasto dei traffici illeciti. Abbiamo già predisposto il rafforzamento di questa operazione, che vede il coinvolgimento della nostra Marina, Guardia costiera e Guardia di finanza. In accordo con le autorità tunisine miriamo a ottenere un effetto deterrente rispetto a eventuali nuove partenze”.
In realtà, fino ad ora, non c’è stato alcun contrasto all’arrivo di migranti a Lampedusa e in Sicilia: se questo contrasto arriverà – che dovrebbe significare riaccompagnare i barchini carichi di migranti in Tunisia – la Sicilia non potrà che essere felice. Ma noi ne dubitiamo.
Ieri mattina, ascoltando Radio Cusano Campus – e in particolare la trasmissione mattutina L‘Italia s’è desta – siamo rimasti di ghiaccio nell’ascoltare alcune testimonianze sulla situazione in Tunisia.
A quanto è stato raccontato durante la trasmissione di Radio Cusano Campus, oggi la Tunisia è un Paese dove la corruzione raggiunge livelli stratosferici. La corruzione, in questo Paese, non risparmia i militari e, in particolare, i generali che dovrebbero occuparsi della sicurezza lungo le coste.
Con molta probabilità, il grande business dei migranti che vengono lasciati partire per Lampedusa (e in minima parte per la Sicilia) potrebbe essere controllato da chi dovrebbe impedire che i tunisini lascino il proprio Paese per catapultarsi a Lampedusa.
Insomma, c’è gente che, in Tunisia, sta guadagnando una barca di soldi controllando il flusso di migranti verso Lampedusa e la Sicilia.
Come abbiamo scritto più volte, non si tratta di persone che fuggono da guerre e o carestie, ma di migranti che lasciano il proprio Paese dove il Coronavirus ha messo in crisi l’unico settore economico di rilievo: il turismo.
Per i gestori di questo flusso di migranti l’affare è semplice: caricano queste persone sui barchini che vengono scortati dalle navi-madri fin sotto la costa di Lampedusa (i migranti più ricchi vengono invece scortati fin sotto le coste siciliane e così evitano il passaggio dell’Hotspot-pollaio di Lampedusa).
Dopo che questi migranti sono stati scortati fin sotto le coste di Lampedusa, il problema diventa italiano. Anzi, per essere precisi, il problema diventa di Lampedusa, poi della Sicilia e delle città italiane dove, in parte, questi migranti vengono trasferiti.
Di fatto, Lampedusa e la Sicilia sono oggi gli snodi strategici di questo commercio umano.
Per la cronaca, c’è chi ha provato a organizzare questo commercio umano appioppando i migranti alla Grecia. Il Governo greco non solo non ha fatto sbarcare i migranti-clandestini arrivati probabilmente dalla Turchia, ma li ha rimessi in mare.
A questo punto sono scattate le proteste ‘umanitarie’ a comando:
“Ah, o greci sono senza cuore, ah i greci di qua, ah i greci di là”.
Il Governo greco non solo non ha dato retta a questi predicatori battisti a senso unico, ma ha fatto sapere che se fossero arrivati altri barchini con migranti di avrebbe rimessi in mare.
Cosa vogliamo dire? Che è molto strano che si pretenda – come fa la fallimentare Unione europea – l’accoglienza senza limiti di migranti, ovviamente a spese degli altri’ (in questo caso della Sicilia), senza censurare i criminali che gestiscono il commercio umano. Ma dall’Unione europea che sta distruggendo le agricoltura del Sud Europa noi non ci aspettiamo nulla di diverso.
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