Insomma, l’Hotspot di Pozzallo fa acqua da tutte le parti. E a parlare sono i fatti e i ‘numeri’ osservati – e messi nero su bianco – dal gruppo di lavoro di esperti della Regione siciliana. L’aumento del numero dei contagiati e le anomalie segnalate (locali “inadeguati all’osservanza delle più elementari misure di prevenzione”) sono impressionanti
Nell’Hotspot di Pozzallo si sono infettate un sacco di persone. E’ questa la conclusione a cui è giunto il gruppo di lavoro di esperti della Regione siciliana. Insomma, i dubbi manifestati dal Governatore della Sicilia, Nello Musumeci, si stanno trasformando in realtà: Hotspot e Centri di accoglienza per i migranti in Sicilia non sono affatto sicuri.
Quello che è successo a Pozzallo dal 25 Luglio in poi lo racconta in un articolo del quotidiano La Sicilia a firma di Mario Barresi:
“La denuncia più grave è su ciò che succede dopo lo sbarco del 25 Luglio. Quando a Pozzallo arrivano 105 persone, di cui uno solo positivo. Ma la curva dei contagiati, fra le persone di quel barcone, segue subito un’evoluzione preoccupante con i successivi tamponi: il 27 Luglio i positivi sono già 17, per arrivare a 31 sei giorni dopo lo sbarco e poi a 44 (il 12 Agosto), fino al totale di 80, su 105 migranti controllati, il 18 agosto. «Ciò, ci induce ad affermare con ragionevole certezza che la possibilità di conversioni virologiche – si legge nella relazione – non è esclusivamente legata alla promiscuità del viaggio e della traversata, ma anche alla permanenza ed alla vita comunitaria condotta entro l’Hotspot (conversioni virologiche verificate sino a 24 giorni dallo sbarco!)»”.
Nella relazione, già consegnata all’assessore regionale alla Salute-Sanità, Ruggero Razza, il gruppo di esperti segnala una serie di anomalie, dai locali considerati “inadeguati all’osservanza delle più elementari misure di prevenzione” del COVID-19 ai servizi igienici dove si nota l’assenza di dispenser (per sapone e per liquidi igienizzanti) e di “pareti divisorie nella zona soggiorno-dormitorio”. E, ancora, “lavabi comuni, numero di servizi igienici non proporzionati alla capienza reale e, in ultimo, sanificazione insufficiente”.
Insomma, il quadro che viene fuori presenta un “inevitabile, elevato grado di promiscuità”. Non è certo il massimo per i migranti ospitati in questa struttura. Di fatto, l’Hotspot di Pozzallo viene definito “strutturalmente inidoneo all’ospitalità di individui con infezione” da Coronavirus.
Più chiaro di così…
AVVISO AI NOSTRI LETTORI
Se ti è piaciuto questo articolo e ritieni il sito d'informazione InuoviVespri.it interessante, se vuoi puoi anche sostenerlo con una donazione. I InuoviVespri.it è un sito d'informazione indipendente che risponde soltato ai giornalisti che lo gestiscono. La nostra unica forza sta nei lettori che ci seguono e, possibilmente, che ci sostengono con il loro libero contributo.-La redazione
Effettua una donazione con paypal