Non ci crederete, ma il Governo Conte bis, per la prima volta nella storia della Repubblica italiana, sta costringendo i presidi delle scuole – i presidi! – allo sciopero. In questo articolo, con l’ausilio di un comunicato dell’Udir, il sindacato dei dirigenti scolastici, proveremo a raccontare che cosa stanno combinando il capo del Governo Giuseppe Conte e la Ministra Lucia Azzolina
A nostra memoria non ricordiamo uno sciopero dei presidi delle scuole. Anzi, i presidi sono stati quelli che ci hanno sempre detto di evitare gli scioperi (i professori meno, qualche professore mezzo rivoluzionario ogni tanto si trovava).
Ma se adesso anche i presidi vogliono scioperare, beh, significa che l’Italia è messa veramente male.
Che sta succedendo? Che il più dannoso Governo della storia della Repubblica italiana – l’attuale Governo del signor Giuseppe o Giuseppi Conte – ne sta combinando una delle sue: dice, dice, dice e poi si scopre che, anche nella gestione della scuola – che in teoria dovrebbe riaprire a metà Settembre – sta facendo più confusione che altro.
Ma attenzione: non è la solita entropia politica dei Ministri dell’attuale Governo che zoppicano su tutto – tipo il Ministro delle Regioni o degli Affari regionali, Francesco Boccia da Bisceglie, quello che se non c’era il Coronavirus avrebbe già appioppato al Sud la riforma-secessione dei ricchi del Nord; o il Ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede da Mazara del Vallo, che quando parla gli avvocati dicono: “Mamma mia!” – no, nel caso della gestione della scuola non è la solita entropia da Governo che si trasforma perdendo energia politica e facendo perdere credibilità alla politica e all’Italia: è qualcosa di più: è il tentativo di mettere in piedi uno scaricabarile, ovvero dare la colpa agli altri invece che ammettere i propri limiti e, perché no?, i propri errori.
Leggiamo in un comunicato dell’Udir scuola, il sindacato dei dirigenti scolastici:
CONTAGI A SCUOLA: RESPONSABILITA’ SCARICATA SUI PRESIDI – “A seguito delle ultime informative del Comitato Tecnico Scientifico (CTS) e dell’incontro tenuto nella serata tra la Ministra Lucia Azzolina, il commissario straordinario Domenico Arcuri e le organizzazioni rappresentative dei dd.ss., il giovane sindacato dei dirigenti scolastici annuncia che se non interverrà una norma in Parlamento il ricorso allo stop alle attività sarà inevitabile. In alcuni istituti mancheranno infatti i banchi fino a Novembre, in altri le nuove aule per tutto l’anno, oltre che il personale necessario. Cosicché non si potrà appieno rispettare le norme sul distanziamento interpersonale previsto dal protocollo sulla sicurezza del 6 Agosto. Non bastano le rassicurazioni del CTS. In presenza di contagio, in questa condizione il capo d’istituto sarebbe il primo responsabile penale e civile, inquisito d’ufficio”.
Insomma, il solito Governo Conte si è impegnato a mettere in sicurezza la scuola, ma sta finendo a tipo Cassa integrazione e a tipo titolari di partite IVA durante l’emergenza Coronavirus: alla promesse in televisione non stanno seguendo i fatti: della serie, tutto fumo e niente arrosto.
MONTA LO STATO DI AGITAZIONE – “Le condizioni per la ripartenza della scuola a Settembre – leggiamo sempre nel comunicato dell’Udir – non fanno dormire sonni tranquilli ai dirigenti scolastici. Sono per ora poco di più di 400 gli iscritti al giovane sindacato dei dirigenti scolastici, ma la protesta si allarga, anche nelle chat e sui social media ai loro colleghi. Alcuni presidi sono pronti a consegnare le chiavi ai Prefetti dopo aver rinviato le ferie pur di provvedere a tutte le richieste e indicazioni pervenute dal Ministero dell’Istruzione e da quello della Salute. Più volte hanno risposto a domande di richieste di banchi, spazi, organici. Ora tocca al Governo che vuole la riapertura delle scuole, come tutte le famiglie, giustamente dare certezza anche sulle responsabilità di chi non avrà le aule aggiuntive e il personale docente e Ata richiesto nei tempi giusti per l’apertura dell’anno scolastico. Se sono apprezzabili gli sforzi del Governo per la riapertura in sicurezza delle scuole deve essere chiaro che, in assenza di certezze sulla responsabilità dei presidi, lo stato di agitazione non può che montare”.
Come per l’emergenza Coronavirus, come per quasi tutto il resto dell’attività di Governo dell’attuale Governo si procede a tentoni, in stile grillino: si dice una cosa ma, quando si arriva al dunque, ne spunta un’altra tipo “mai con il PD” e poi governano con il PD, “chiuderemo l’acciaieria ex ILVA di Taranto” che è ancora lì, “stop alla TAP nel Salento” e i lavori del gasdotto vanno avanti e via continuando.
BASTA CHIACCHIERE – Questa volta, però, l’operazione-scuola con i presidi quali possibili capri espiatori di probabili problemi rischia di non riuscire: a differenza degli abitanti di Taranto e del Salento, i presidi le certezze le vogliono prima e, soprattutto, messe per iscritto in una legge e – come si usa dire in Sicilia – le chiacchiere e ‘i cucchiteddi ‘i lignu non attaccano:
“Il sindacato Udir, in particolare – se legge sempre nel comunicato – reputa non utile la soluzione prospettata dall’amministrazione di poter sollevare dalle responsabilità i dirigenti scolastici qualora attuino tutte le disposizioni previste dai protocolli in via di approvazione finale: la norma di riferimento, in caso di controversia, rimane, come citato dal CTS, quella contenuta nella legge del 5 giugno 2020, la quale ratifica solamente quanto enunciato dall’art. 42 comma 2 del decreto Cura Italia in merito al l’equiparazione del contagiato da Covid quale infortunio sul lavoro come ribadito dalla circolare 22 del 20 maggio scorso prodotta dall’Inail; la Legge di inizio giugno, in pratica, va a determinare una limitazione o cancellazione delle responsabilità datoriale, in presenza di un lavoratore (studente) contagiato solo qualora lo stesso dirigente abbia adempiuto in toto a tutti i protocolli ministeriali sottoscritti tra governo e parti sociali”.
LO SCUDO AD HOC PER I CAPI D’ISTITUTO – “Sul piano pratico, tuttavia – leggiamo ancora nel comunicato – Udir sostiene che il contagio è per sua natura poliedrico, mutevole, di difficile individuazione e causa: pertanto, il giudice potrebbe comunque individuare delle mancanze nell’operato dei dirigenti. Il punto, quindi, rimane sempre lo stesso: bisogna approvare a livello legislativo uno ‘scudo’ ad hoc specifico per la tutela dei capi d’istituto, come chiesto pubblicamente dalla scorsa primavera dal giovane sindacato e ribadito nei giorni scorsi alla Ministra dell’Istruzione”.
LA SICUREZZA PRIMA DI TUTTO – “Per quel che riguarda, infine, la preparazione dell’anno scolastico, da un punto di vista organizzativo – scrivono sempre i sindacalisti dell’Udir torna a sostenere l’indispensabilità di mantenere alte le condizioni di sicurezza. Sia garantendo almeno un metro di distanza tra gli studenti e indossando sempre la mascherina, sia individuando spazi aggiuntivi – con la collaborazione degli enti locali, anche fruendo degli ulteriori fondi ad hoc messi a disposizione di Comuni e Province dal Ministero dell’Istruzione, con possibilità di richiesta fino al 26 agosto – qualora le aule non siano compatibili per la convivenza degli alunni nel corso delle lezioni”.
BASTA CLASSI-POLLAIO – L’ultima del Governo Conte bis – che da Maggio lavora, a quanto pare con poco costrutto, alla riapertura della scuola – è il disatteso impegno per aumentare il numero delle aule. Grazie all’Unione europea dell’euro e alla sua demenziale austerità economica, l’Italia, da oltre un decennio a questa parte, ‘risparmia’ sulla scuola: aule ridotte di numero e ‘classi pollaio’, cioè con tanti studenti.
Solo che con il Coronavirus le ‘classi-pollaio’ vanno bandite per evitare la diffusione dell’infezione. Il Governo Conte bis si era impegnato ad aumentare il numero delle classi. Ma – da quello che si capisce – tra monopattini e biciclette, il Governo non ha trovato il tempo e le risorse per aumentate il numero delle aule nelle scuole. E allora?
COME MARIA ANTONIETTA – Avete presente Maria Antonietta, quella del “Se non hanno più pane, che mangino brioche!”? Bene, sostituite il pane con le aule e le brioche con le mascherine e il gioco è fatto:
“Mancano le aule? Che gli studenti indossino le mascherine!”.
Riuscite a immaginare milioni di ragazzi e migliaia di professori con le mascherine in classe per quattro-cinque ore al giorno?
Alla fine del comunicato Marcello Pacifico, presidente nazionale Udir, ‘cala l’asso’ di briscola: la norma che il Parlamento italiano dovrà approvare, dice, “deve riguardare non soltanto tutto il personale dirigente ma anche il personale docente e Ata”.
Foto tratta da Tempi
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