La tesi è del procuratore della Repubblica di Patti, Angelo Cavallo. Parole riportate dal ‘Giornale di Sicilia’. Va da sé che un’interpretazione del genere cambia tutto lo scenario di questo giallo. Cosa è successo veramente nel tratto di bosco dove sono stati trovati morti Viviana Parisi e il suo figlioletto?
“Con ogni probabilità il corpo del bambino è stato trascinato qui solo di recente, altrimenti non si spiegherebbe perché il suo corpo sia stato trovato smembrato: in una zona la testa e gli indumenti, in un’altra il tronco senza arti”.
Parole forti, quelle pronunciate dal procuratore della Repubblica di presso il Tribunale di Patti, Angelo Cavallo, riportate dal Giornale di Sicilia.
In effetti, a tanti osservatori è sembrato piuttosto strano che personale altamente specializzato, dopo oltre dieci giorni di ricerche, non abbia trovato nulla e poi, improvvisamente, ieri, un volontario trova i resti di Gioele a circa 400 metri dove l’8 Agosto scorso è stato rivenuto il corpo della madre, Viviana Parisi.
Le affermazioni del procuratore della Repubblica di Patti possono apparire “criptiche – scrive Blog Sicilia – ma, in realtà, con il dovuto riservo, sembrano dire chiaramente che le indagini hanno preso una strada precisa dopo il ritrovamento dei resti del piccolo Gioele. Per comprendere cosa sia accaduto bisognerà aspettare, ma gli investigatori forse non brancolano veramente nel buio come è sembrato fino ad ora. Sono convinti che lì Gioele non ci fosse fino all’altro ieri e che quei resti ci siano stati portati per farli ritrovare proprio in occasione della battuta dei volontari voluta dalla famiglia”.
Se le cose stanno come afferma il procuratore di Patti tutto viene rimesso in discussione. E saranno molto importanti, a questo punto, i risultati delle analisi sui resti del corpicino del bambino e l’analisi del DNA.
In effetti, nella dinamica del ritrovamento dei resti del bambino qualcosa di strano c’è. Noi stamattina presto, a proposito dei ritardi nelle ricerche, abbiamo scritto:
“… le ricerche non si sono mai fermate. La zona è sicuramente impervia, ma sono circa 7 chilometri quadrati, non centinaia di chilometri! Alla fine, quella che è un’area ristretta è stata battuta per oltre dieci giorni da personale altamente specializzato: vigili del fuoco, carabinieri, soldati dell’esercito, uomini della Forestale. Sono stati utilizzati droni e cani molecolari. Sono intervenuti geologi, mentre i sub hanno dragato i laghetti vicini. Tutto inutile. E questo nonostante i resti del bambino giacevano a circa 400 metri da dove è stato ritrovato il corpo della madre. Poi, ieri, un volontario – un carabiniere in congedo – con attrezzi normali si è fatto largo tra la boscaglia e ha trovato i resti del bambino”.
Un fatto è certo: gli inquirenti, piano piano, stanno facendo capire che sanno più cose di quanto si potesse immaginare.
QUI L’ARTICOLO DI BLOG SICILIA
AVVISO AI NOSTRI LETTORI
Se ti è piaciuto questo articolo e ritieni il sito d'informazione InuoviVespri.it interessante, se vuoi puoi anche sostenerlo con una donazione. I InuoviVespri.it è un sito d'informazione indipendente che risponde soltato ai giornalisti che lo gestiscono. La nostra unica forza sta nei lettori che ci seguono e, possibilmente, che ci sostengono con il loro libero contributo.-La redazione
Effettua una donazione con paypal