Viviana Parisi e Gioele: il giallo dei testimoni scomparsi. Perché si sono volatilizzati?/ MATTINALE 512

17 agosto 2020

Nel giallo di Caronia, oltre alle ipotesi che fino ad oggi non hanno trovato riscontri certi, emerge con forza una domanda: perché quattro testimoni-chiave si sono volatilizzati? Che senso ha, davanti a un fatto di sangue così eclatante, scomparire? E che fine ha fatto il piccolo Gioele? E se fosse stato rapito? Tante domande in una vicenda ancora oscura – AGGIORNAMENTO: i testimoni si sono presentati davanti agli inquirenti 

Tre, fino ad ora, i dati certi: la morte di Viviana Parisi, la 43enne dj originaria di Torino, la scomparsa dei figlioletto di quattro anni, Gioele e la presenza del bambino con la madre fino al momento dell’incidente. Il resto è buio.

Già, buio. Perché fino a questo momento non c’è chiarezza sulla morte della donna, se è vero che non si sa ancora se si sia trattato di suicidio o omicidio. E, soprattutto, non si capisce che fine abbia fatto il bambino. E più passano i giorni, più il giallo si infittisce.

In questi giorni abbiamo letto alcune possibili ricostruzioni.

C’è chi ipotizza un omicidio-suicidio: Viviana Parisi uccide il figlioletto, nasconde il cadavere e si suicida. Perché avrebbe dovuto fare questo? Il coro delle persone che sono state a lei vicine è unanime: ipotesi sbagliata, la mamma era legatissima al suo bambino, mai e poi mai avrebbe fatto una cosa del genere.

Seconda ipotesi: Gioele muore nell’incidente tra l’auto in cui viaggiavano mamma e figlioletto e il furgoncino; la mamma nasconde il cadavere e si suicida. Se così fosse, all’interno dell’auto si dovrebbero trovare tracce dell’incidente: ma di tracce non ce n’è.

Terza ipotesi: la mamma e il bambino sarebbero stati aggrediti da cani randagi o da altri animali. Ma, anche in questo, si dovrebbero trovare tracce del bambino, invece non è stato trovato alcunché.

Le ipotesi si susseguono. E noi, qualche giorno fa, abbiamo formulato la nostra ipotesi: e se si fosse trattato di un rapimento?  Per carità, magari tra qualche ora, o tra qualche giorno emergerà la verità e si troverà qualcosa che smentirà la nostra ipotesi. Ma fino a quando non si troverà qualcosa di diverso…

Rivediamo alcuni passaggi di questa storia ancora oscura.

Le fratture multiple sul corpo di Viviana Parisi, trovata morta lo scorso 8 Agosto nei boschi di Caronia, in provincia di Messina, potrebbero essere state provocate sia da una caduta dall’alto, magari dal pilone del traliccio che si trova a due passi dal luogo del ritrovamento del cadavere della donna, sia con una aggressione di animali selvatici o cani di grossa taglia. In entrambi i casi, si tratta di ipotesi.

Leggiamo sul quotidiano La Sicilia, giornale che sta seguendo con grande cura l’evoluzione di questa vicenda:

“E poi spunta un altro giallo. Su cui indagano gli investigatori. La sparizione del calzino. La donna, nel momento del ritrovamento del corpo, indossava solo un calzino. L’altro è sparito e non è mai stato trovato. Che fine ha fatto? Qualcuno lo ha preso? Un animale selvatico, forse? Indossava una scarpa sportiva di colore bianca, ‘non molto sporca’, come hanno spiegato gli investigatori, mentre l’altra è stata trovata a poca distanza. Ma del calzino non si sa più nulla”.

Le scarpe non molto sporche indicano che Viviana Parisi non ha percorso tanta strada. Ma se non ha fatto molta strada e se fosse stata lei a uccidere o seppellire il figlioletto, il corpicino del bimbo dovrebbe trovarsi in questa zona: invece non c’è: e questo ci dice che, con molta probabilità, hanno ragione i familiari, che negano che la mamma possa aver fatto qualcosa al piccolo Gioele, al quale era legatissima.

Le ricerche del piccolo Gioele vanno avanti senza sosta. Gli inquirenti fanno sapere che una settantina di uomini ha setacciato la zona attorno al luogo della sparizione per un diametro di circa 2 chilometri.

Come già accennato, fino al momento dell’incidente il bambino era in auto con la madre. Leggiamo sempre su La Sicilia:

“Si vede la faccia e si vede che è vivo, l’immagine è chiara – ha spiegato il Procuratore di Patti, Angelo Vittorio Cavallo, che coordina l’inchiesta -. E questo rende quantomeno più fondata l’ipotesi che nell’incidente stradale il bambino fosse con la madre”.

Sono sempre e solo ipotesi. Perché c’è un “buco” di 10 minuti. E’ il tempo impiegato da Viviana Parisi per raggiungere con la sua Opel Corsa il casello autostradale di Sant’Agata di Militello.

Si cercano altri video e altri possibili tracce. Leggiamo sempre su La Sicilia:

“La donna si è reimmessa in autostrada in direzione Messina-Palermo alle 10.52 di lunedì, 3 agosto. Dove era diretta? Poi l’incidente in galleria Pizzo Turda a Caronia. Dopo avere guidato ‘zigzagando’, come dicono gli inquirenti, è finita contro un furgone. Il bambino si è ferito? O è morto, come ipotizzano ancora gli investigatori, anche se non è l’ipotesi principale”.

L’incidente, come già accennato, è stato di lieve entità, tale da non giustificare un trauma grave. E allora? Forse la chiave di questa storia potrebbe essere legata alla presenza di alcuni testimoni. In particolare, stando a quello che è stato appurato fino ad ora, si cercano quattro persone: una coppia con due figlie, a quanto pare turisti che viaggiavano su una berlina grigia.

Questa coppia di turisti si sarebbe fermata in autostrada per chiedere a Viviana Parisi se avesse bisogno di aiuto. Altro non si sa. L’aspetto strano è che, di queste quattro persone, si sono perse le tracce.

Non sono mancati gli appelli da parte degli inquirenti. Ma, come già accennato, di queste quattro persone – che sarebbero dei testimoni-chiave – non si sa più nulla. Per quale motivo, davanti a un fatto di sangue così eclatante, quattro testimoni dovrebbero sparire? C’è la certezza che si sia trattato di testimoni?

Tante domande e, fino ad ora, pochissime risposte.

AGGIORNAMENTO

I testimoni si sono presentati presso gli uffici della Procura della Repubblica di Patti. Erano in vacanza in Sicilia e sono rientrati nel Nord Italia. Appena hanno capito che si parlava di loro – lo hanno capito quando è stata diffusa la loro descrizione – si sono subito presentati. La loro testimonianza viene ritenuta attendibile.

Insomma, il bambino, dopo l’incidente, era vivo.

QUI PER ESTESO L’ARTICOLO DEL LA SICILIA 

Foto tratta da la Gazzetta del Sud

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