Alle radici del perché, oggi, la Sicilia è l’ultima delle colonie italiane (1)

7 agosto 2020

Per capire perché, oggi, il Governo nazionale tratta la Sicilia come l’ultima delle colonie bisogna tornare agli anni della ‘presunta’ unificazione italiana. Fatti spesso dimenticati che spiegano tante cose

“Il furioso Giuseppe La Farina, orgoglioso delirando affermerà ai suoi astanti, che era necessario l’estremo sacrifico per una buona causa: bruciando la pubblica biblioteca, i ricchissimi depositi del suo Porto Franco, rovinando con le proprie mani tutti quegli edifici che potessero servire ai borbonici. Con pochi colpi di pennello, Giuseppe La Farina stava raffigurando ai rivoluzionari veneti la strategia messa in opera su Messina dalle forze fraterne. Altro che livore napoletano, altro che stragi invereconde commesse dai Borbone, i veri assassini di Messina furono le bande armate siciliane e una parte avvelenata dei suoi stessi figli. Così accadde che i liberali siciliani incendiarono le case, sventrando i palazzi, profanando le chiese se questo faceva comodo ai loro progetti; egli lo afferma con la sua bocca e lo pone a paragone, in rapporto alle azioni commesse dai suoi amici, presso il campo di battaglia trovato dentro le strade di Messina. Per una causa giusta, tutto era sacrificabile persino la vita di quelli con cui condivideva i natali”.

Alessandro Fumia, Messina, la capitale dimenticata, Magenes Edizioni, pag. 229.

Foto tratta da Agorà Metropolitana

 

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