Tutelare l’agricoltura siciliana significa non essere più costretti a mangiare pasta e pane al glifosato, pomodoro cinese, olio d’oliva tunisino, frutta e ortaggi senza sapore che arrivano da chissà quali parti del mondo, magari pieni di pesticidi che ci avvelenano. Da qui l’assemblea convocata oggi dal Movimento Terra è Vita
Ieri, nell’articolo in cui raccontiamo come un nutrito gruppo di agricoltori siciliani si sta organizzando per fronteggiare chi specula sul grano duro della nostra Isola grazie all’impegno del Movimento Terra è Vita, abbiamo anticipato che oggi, a Poggioreale, in provincia di Trapani, si terrà un’assemblea di agricoltori alla quale parteciperà l’euro parlamentare Dino Giarrusso. Oggi torniamo sui questo incontro – promosso sempre dal Movimento Terra è Vita – a nostro avviso importante, a prescindere dalla presenza dei politici.
Oggi, quello che conta, non è tanto il coinvolgimento della politica: ma il coinvolgimento degli agricoltori e dei comuni cittadini. Perché la tutela della nostra agricoltura, cioè dell’agricoltura siciliana, interessa, in primo luogo, gli agricoltori e i cittadini siciliani. Soprattutto a questi ultimi, ai quali una fallimentare Unione europea prona agli interessi della globalizzazione dell’economia, in uno con la Grande distribuzione organizzata, propina cibi dannosi per la salute umana.
“La vita dell’uomo – leggiamo nella presentazione dell’assemblea di oggi a cura del Movimento terra è Vita – è intimamente legata a quella della terra. Se muore l’agricoltura italiana saremo tutti trascinati in un inevitabile destino comune. L’agricoltura italiana non può essere quindi un fattore di disturbo, anche perché la politica agricola comune è stata la pietra miliare della Unione europea, la prima ad essere disciplinata, attuata e finanziata nel tempo. Tuttavia l’attuale modello di politica agricola sta progressivamente spopolando le aree marginali, consumando territorio agricolo, rompendo il rapporto produzione-territorio, con forti ripercussioni negative per la salubrità dei cibi e, dunque, per la salute dei consumatori”.
Pensiamo al grano al glifosato che l’Unione europea ha imposto addirittura innalzando i livelli di questo contaminante. Pur di far entrare questo grano in Europa la Ue è stata capace di giustificare la presenza nel grano di una sostanza che ha effetti deleteri nell’organismo umano.
E l’ha fatto anche ignorando volutamente le abitudini alimentari degli italiani. Quando la Ue dice – e lo mette per iscritto – che mangiano 5 kg di pasta all’anno il glifosato presente nel può essere tollerato dall’organismo umano, omette di dire che in Italia – soprattutto nel Sud Italia – una persona non consuma meno di 35 Kg di pasta all’anno!
Per questo è importante non mangiare la pasta industriale (e, soprattutto, non farla mangiare ai bambini), ma acquistare solo pasta artigianale, prodotta con il grano duro siciliano o del Sud Italia.
Lo stesso discorso vale per il pomodoro fresco e trasformato, per i legumi (l’Italia è invasa di lenticchie canadesi al glifosato!), per il vino prodotto senza uva, per il formaggio prodotto senza latte e via continuando. Per non parlare dell’olio d’oliva tunisino o dell’ortofrutta senza alcun sapore che arriva da chissà quali aree del mondo, magari trattata con pesticidi che avvelenano il nostro organismo!
“Nel Mezzogiorno – leggiamo sempre nella presentazione del convegno di oggi di Terra è Vita – tale condizione è aggravata da un forte credit crunch, che impedisce di spendere le risorse comunitarie, e da scellerati accordi commerciali con i Paesi terzi che hanno messo fuori gioco le produzioni locali. Occorre quindi ripensare l’Europa agricola, ridefinire le regole del gioco, mettere mano allo squilibrio della Pac (Politica agricola comune) tra agricoltura mediterranea e continentale e designare processi di risanamento che aiutino a prevenire e contrastare fenomeni illeciti, ricorrenti nei periodi di crisi, affermando con rinnovato vigore la centralità dell’uomo e della terra nel villaggio globale”.
Appuntamento stasera alle 19,00 a Poggioreale. Domani vi racconteremo cosa deciderà di fare l’assemblea.
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