Palermo è ormai una città allo sbando. Gli allagamenti sono solo l’ultima manifestazione di degrado e abbandono. “Ma non possiamo assistere passivi ad altri due anni di agonia in attesa che qualcuno offra un incarico prestigioso all’ONU al sindaco Orlando, dicono gli esponenti del Movimento Siciliani Liberi. Dobbiamo impegnarci tutti per mandare a casa questo personaggio
dal Movimento Siciliani Liberi
riceviamo e pubblichiamo
Il 15 luglio 2020 avrebbe dovuto essere un giorno di gioia per i palermitani, nonostante il tono minore scelto dalle autorità civili e religiose per evitare gli assembramenti. ‘U Fistinu, fino al 1859, era LA FESTA per antonomasia dei palermitani, quella della fierezza, della loro identità, del loro amore esuberante per la vita e per la bellezza. Quello di adesso – fatta eccezione per le scelte geniali di Rodo Santoro nel 1974 – è una caricatura che mortifica l’anima più autentica della capitale della Sicilia.
Il pomeriggio del 15 luglio 2020 è stato invece la cornice imprevista di un nubifragio di violenza epocale, che ha terrorizzato i cittadini in transito per arterie di traffico come Viale Regione Siciliana, via Imera, Baida, mettendo a repentaglio le loro vite e i loro beni. Abbiamo assistito a scene apocalittiche, con fiumi d’acqua che travolgevano le auto e le trascinavano a valle. Fiumi di portata inusuale. Ma scene simili, seppure meno drammatiche, sono purtroppo frequenti nella capitale, un tempo Città Felicissima.
A quanto pare non c’è nessuno al Comune di Palermo che si occupi di irregimentazione delle acque piovane. Eppure si sa che la Conca d’Oro ha bisogno di cure speciali, soprattutto dopo la brutale cementificazione dei terreni agricoli. La questione sarebbe demandata all’AMAP, quella che manda le bollette con gli aumenti retroattivi.
Sarebbe forse meglio trasferirne le competenze all’AMAT, altro bacino elettorale dei politici, con 200 autobus in dotazione sui 600 necessari? Perché bisogna assumere impiegati invece di autisti? La stessa AMAT, che accumula, per volere del sindaco Leoluca Orlando, 9 milioni di euro di debiti all’anno per la gestione del Tram, concepito in modo tale da servire solo l’1% dei cittadini.
Lo stesso Tram che è stato collocato su quella specie di canalone artificiale di via Leonardo da Vinci, con tanto di muretti laterali, che diventa un torrente tumultuoso quando piove. Abbiamo visto tutti la cascata d’acqua che si riversava da piazza Einstein nel sottopasso della Circonvallazione. Benvenuti all’AcquaPark Bombardier!
Dice Leoluca Orlando che il suo partito è Palermo. Infatti non ha avuto pudore a cambiare casacca all’infinito in 40 anni. Infatti durante il lockdown è rimasto chiuso in casa terrorizzato dal Coronavirus. Alla faccia delle necessità dei palermitani, che nel frattempo chiudevano botteghe ed aziende.
Per lui comunque c’è lo scudo della “protezione incivile”, tutti i cortigiani e clienti che lo difendono a spada tratta contro ogni evidenza e contro ogni briciolo di buon senso. Fuoco di copertura (anzi fumo). Perché in realtà Orlando fa comodo alle poche famiglie che si spartiscono il potere a Palermo. A chi interessa affrontare il castello di carte su cui si reggono gli equilibri di questa città? Una delle ragioni per cui dal 1962 ad oggi non si riesce ad avere un Piano Regolatore coraggioso, che metta ordine nel caos generato sin dal 1877.
Dal 1985 ad oggi Orlando ha progressivamente rinunciato alla cura dei particolari, preferendo rispondere agli interessi dei suoi sostenitori. Per questo Palermo è governata come una città da Quarto Mondo. Anzi, non è affatto governata, si naviga a vista. Camuffando il non governo del quotidiano con le “visioni” roboanti del sindaco. Un imbroglio atroce.
I magistrati chiudono gli occhi su bilanci strani, benché il Ministero dell’Economia abbia inviato numerosi ispettori che non hanno avuto risposte alle loro obiezioni. Non solo Orlando disprezza lo Statuto Siciliano e non se ne serve per far valere i diritti di Palermo, ma si preoccupa pure di stornare fondi da altre voci per pagare gli stipendi delle municipalizzate.
Con il 19 luglio 1992 si è chiusa la stagione della lotta sincera alla mafia. Con Chinnici, Falcone e Borsellino ‘u sinnacu aveva poco da sciorinare slogan…
Una speranza c’è, che i palermitani silenziosi, quelli che non fanno parte del sistema di potere di Orlando, si muovano. Se l’indignazione seguita all’ennesima tragedia causata dal suo malgoverno dovesse esplodere, forse potremmo liberare Palermo da un incubo iniziato il 6 gennaio 1980, con il misterioso omicidio di Piersanti Mattarella.
Ecco perché il Movimento Siciliani Liberi torna a chiedere le dimissioni di Leoluca Orlando da sindaco. Siamo convinti che lui stesso stia cercando una via di fuga onorevole. Ma non possiamo assistere passivi ad altri due anni di agonia in attesa che qualcuno gli offra un incarico prestigioso all’ONU. Se questo fosse avvenuto nel 2017, oggi non piangeremmo i danni del temporale di ieri.
Foto tratta da LetteraG
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