La commissione ha varato una legge confusa. Le uniche cose certe sono le coperture finanziarie sulle quali l’assessore all’Economia, Alessandro Baccei, non ha ceduto di un millimetro. I retroscena dell’aggressione del parlamentare Panepinto al deputato grillino, Giorgio Ciaccio. Tra le pieghe di una legge omnibus della peggiore specie (sembra una finanziaria di fine legislatura degli anni ’80!), c’è finalmente un provvedimento che fa chiarezza sulle indennità dei dirigenti delle società partecipate, con l’introduzione del tetto di 118 mila Euro all’anno
Stanotte, tra mille polemiche (e legnate, come raccontiamo qui), la commissione Bilancio e Finanze ha approvato il disegno di legge di stabilità, ovvero la manovra economica e finanziaria regionale 2016. La parola passa adesso all’Aula. Martedì prossimo sala d’Ercole tornerà a riunirsi per avviare la discussione generale. La ‘liturgia’ parlamentare prevede la presentazione degli emendamenti. L’esame dell’articolato, a meno che non si decida di accelerare, dovrebbe iniziare la settimana successiva.
Nel complesso, si tratta di una legge confusa: una legge omnibus che, agli addetti ai lavori, ricorda le leggi Finanziarie degli anni ’80 del secolo passato, dove si trovava tutto e il contrario di tutto…
E’ passata, insomma, la linea dell’assessore all’Economia, Alessandro Baccei, che non ha ceduto di un millimetro sulle coperture finanziarie. Nervosismo alle stelle tra i parlamentari della maggioranza di centrosinistra, che si sono dovuti accontentare di poca ‘roba’ per le proprie clientele.
E’ in questo scenario che è maturata l’aggressione del parlamentare del PD, Giovanni Panepinto, al deputato grillino, Giorgio Ciaccio. A quanto pare, i deputati Panepinto e Mario Alloro, entrambi del PD, erano molto infastiditi dalle rinunce alle quali li ha costretti Baccei. Tutta la notte, di fatto, è andata avanti con trattative febbrili all’interno della maggioranza allargata ai deputati che hanno aderito al PD.
Sembra che, alla fine, il parlamentare grillino Ciaccio si sia rivolto ai deputati del PD, che tutta la notte avevano ‘trafficato’ sul testo per trovare un’improbabile ‘quadra’, con la seguente espressione scherzosa:
“Ma almeno qualcosa per me l’avete lasciata?”.
A questo punto, l’onorevole Panepinto, già provato da un assessore Baccei che non solo non ha ceduto nulla, ma che adesso – ed era ora! – ha anche deciso di vedere chiaro sul come spariscono i fondi pubblici in agricoltura, è scattato dalla sedia, si è arrampicato sui tavoli ed è quasi riuscito ad afferrare il parlamentare grillino Ciaccio che, forse, non pensava minimamente che una battuta ironica potesse scatenare “l’ira funesta del Pelide” Panepinto…
Insomma, per dirla tutta, se non fosse stato per l’onorevole Roberto Clemente che, con prontezza di riflessi e di spirito, è riuscito ad ‘agganciare’ Panepinto – aiutato da un commesso – il deputato Ciaccio avrebbe seriamente rischiato di uscire malconcio dai lavori parlamentari. Non a caso i deputati grillini hanno abbandonato i lavori parlamentari.
Sulla manovra, in dettaglio, torneremo in altri articoli. Oggi segnaliamo quello che, forse, è uno dei passaggi più importanti di questa legge: l’introduzione del tetto di 118 mila Euro all’anno per i dirigenti delle società partecipate della Regione. Per certi dirigenti la ‘botta’ sarà fortissima, se è vero che alcuni di questi dirigenti si portano a casa, ogni anno, oltre 300 mila Euro lordi.
La norma approvata dalla commissione Bilancio e Finanze prevede la rinegoziazione e la decadenza. Semplificando al massimo, i dirigenti delle società partecipate della regione dovranno – ovviamente se la legge verrà approvata dall’Ars – rinegoziare la propria indennità. Se non lo faranno decadranno dagli incarichi.
Per la cronaca, la commissione Bilancio e Finanze – come vi abbiamo raccontato nei giorni scorsi qui – ha anche approvato il blocco del turn over per gli operai della Forestale e i tagli per i dirigenti regionali.
La commissione, con il voto determinante dei parlamentari del PD – come vi abbiamo raccontato qui – ha ‘bocciato’ un emendamento, presentato dai parlamentari grillini, che avrebbe bloccato la realizzazione di due inceneritori di rifiuti in Sicilia sponsorizzati da vari comitati di affari (e, ovviamente, dal governo Renzi).
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