Sulla riapertura delle scuole a Settembre il Governo Conte bis ha le idee chiare?

23 giugno 2020

Ce lo chiediamo perché siamo a fine Giugno e mancano ancora le Linee Guida per la riapertura delle scuole. E mancano, soprattutto, i fondi (circa 10 miliardi di euro per mettere le scuole in sicurezza e garantire la didattica). Da un comunicato del sindacato ANIEF si capisce che decisioni importanti debbono ancora essere prese. E siamo già a fine Giugno…

Con tutta la buona volontà, non siamo ancora riusciti a capire come l’attuale Governo nazionale, a Settembre, intenda riaprire le scuole. La confusione è tanta, anche perché mancano ancora le Linee Guida del Ministero dell’Istruzione. E, soprattutto, non c’è chiarezza sui fondi.

Da quello che abbiamo capito, per riaprire le scuole in sicurezza, assicurando il giusto numero di docenti, servono circa 10 miliardi di euro. Ci sono questi soldi? Non si capisce! E non si capisce nemmeno come il Governo intenda risolvere il problema delle cosiddette ‘classi pollaio’.

Da qualche decennio a questa parte, per risparmiare, sono state creta classi con una media di 30 alunni. Un’assurdità che mette in difficoltà i docenti, rende problematica la didattica e non dà molte garanzie agli studenti.

Ora l’emergenza Coronavirus costringe la politica a dimezzare le ‘classi pollaio’, portandole a 14-15 alunni per lasse, per una questione di sicurezza, ovvero per ridurre i rischi di contagio. Ciò significa aumentare i docenti, aumentare il personale amministrativo e trovare nuovi locali dove far svolgere le lezioni.

Ebbene, a fine Giugno nessuno di questi problemi è stato ancora risolto.

Un comunicato del sindacato ANIEF fa un po’ di chiarezza:

“In attesa delle Linee Guida ministeriali – leggiamo nel comunicato – la senatrice Bianca Laura Granato, M5S, componente della Commissione Cultura, ha anticipato le intenzioni della maggioranza: sì all’organico di fatto aggiuntivo per docenti ed Ata (che si occuperanno della sanificazione), ma anche alla possibilità a ciascun docente della secondaria di insegnare fino a 24 ore retribuite; si sta vagliando la possibilità di ridurre la durata della lezione, per poter evitare permanenza prolungata in classe, però consapevoli che le famiglie avrebbero difficoltà, soprattutto per chi ha bambini alla primaria e per questo si sta lavorando per estendere i congedi parentali ‘ai padri con giorni in più’; gli spazi aggiuntivi saranno individuati in locali di altri enti pubblici che garantiscano i 2 metri quadri minimi a studente previsti. Viene confermata l’intenzione di riprendere le lezioni il 14 settembre con le più ergonomiche visiere in plexiglass invece delle mascherine. La senatrice ritiene che ‘se ci dovesse essere una ripresa del contagio a livelli in cui era attivo a Marzo, allora si potrà parlare nuovamente di didattica a distanza’, stavolta da attuare con ‘piattaforme stabili e sicure da usare all’interno delle scuole’, anche se ‘per gli studenti con Bes o in situazione di handicap non può essere usata, perché non ha alcuna efficacia’”.

Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale del giovane sindacato ANIEF, “le soluzioni prospettate dalla maggioranza parlamentare possono essere anche condivisibili, ma vanno accompagnate da due passaggi: la riduzione degli alunni per classe in pianta stabile, con al massimo 15 alunni, e l’aggiunta in organico di non meno di 200 mila docenti e Ata nuovi. Sono due azioni imprescindibili per l’attuazione della didattica in presenza, vincolata dalle indicazioni del Comitato tecnico scientifico e dalle stesse Regioni, che hanno scritto preventivamente al Ministero dell’Istruzione. Collocare 25-30 alunni in aule ridotte è incompatibile col distanziamento, oltre che con l’ordinaria sicurezza, la prevenzione degli infortuni e in caso di sisma, oltre che per garantire il diritto allo studio. Naturalmente, l’aumento di ore settimanali d’insegnamento non potrà essere imposto, ma deve essere considerato facoltativo”.

Le dichiarazioni di Pacifico sono di buon senso, ma si rimane basiti dal constatare che problemi che avrebbero già dovuti essere risolti almeno un mese fa debbono ancora trovare una soluzione!

ANIEF cita – giustamente – la parola “sisma” per ricordare che i locali dove far svolgere le lezioni debbono garantire studenti e docenti anche da questo punto di vista. A cominciare dalle uscite di sicurezza. In assenza di uscite di sicurezza non è nemmeno pensabile iniziare le lezioni. Giusto utilizzare i locali pubblici, ma questi debbono essere a norma.

La nostra sensazione è che questi locali aggiuntivi debbano ancora essere trovati.

Ah, dimenticavamo: qualche giorno dopo la riapertura ci saranno le elezioni. Scuole chiuse un Sabato e un Lunedì. Anche questo, ovviamente, non aiuta.

Foto tratta da Orizzonte Scuola

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