Oggi la Sicilia ricorda uno dei suoi figli migliori: Antonio Canepa, ucciso insieme a due ragazzi appena ventenni, in un agguato a Randazzo in circostanze mai chiarite il 17 Giugno del 1945. Con molta probabilità, quello di Canepa è un delitto di Stato. Noi lo ricordiamo con una bellissima intervista radiofonica di qualche anni fa al vulcanico Mario Di Mauro
Il 17 Giugno del 1945 Antonio Canepa veniva ucciso in un conflitto a fuoco con le forze dell’ordine. Con Canepa morivano anche due ragazzi appena ventenni, Carmelo Rosano e Giuseppe Giudice.
Su Antonio Canepa è stato detto e scritto di tutto. Noi, oggi, per ricordare un grande siciliano proponiamo ai nostri lettori un’intervista a un altro grande siciliano: Mario Di Mauro, direttore di TerraeLiberazione (nella foto).
L’intervista è stata realizzata da Ubaldo Scarantino.
L’intervista a Mario Di Mauro, fondatore di TerraeLiberazione, è stata realizzata a qualche anno fa. Ma le parole del vulcanico Mario Di Mauro sono sempre attuali.
Nato a Palermo nel 1908, Antonio Canepa è stato un partigiano, prima ancora di essere un patriota siciliano, in contatto con tutte le capitali europee. Docente universitario, Canepa conosceva cinque lingue, “uno dei più grandi intellettuali europei degli anni ’30” che “guardava la Sicilia con gli occhi del mondo”.
Questa intervista è stata pubblicata da Time Sicilia e noi la riproponiamo.
Un “martire dell’indipendentismo siciliano”, l’indipendentismo vero perché “L’EVIS di Giuliano non è più EVIS, Giuliano non c’entra niente con l’indipendentismo”.
Certamente non c’entra nulla con quello di Canepa, il cui sogno era quello di dare vita ad una SINISTRA SICILIANA autonoma da Roma, Washington e Mosca e costruire in Sicilia un modello politico al servizio dei Siciliani: “La Sicilia ai Siciliani”.
“Canepa non è stato assassinato solo nel 1945, continuano ad assassinarlo ancora oggi col fango e le bugie”.
“Nell ’Ottobre 1944 – racconta Mario Di Mauro- rientrando a Catania dalla Toscana (gentilmente “espulso” dal CLN) , Canepa rinuncia a TUTTO . Avrebbe potuto fare il Rettore dell’Università, il Diplomatico, il Deputato…Qualunque alta carica della Repubblica, nel tempo, era alla sua portata. Aveva solo 35 anni. Invece torna in Sicilia e trasforma la sua RETE partigiana in Esercito Volontario per l’Indipendenza della Sicilia (EVIS)”.
“L’EVIS fu il partito armato che legittima, nella continuità della resistenza antifascista, sul terreno dell’indipendentismo politico, il futuro di una SINISTRA SICILIANA autonoma sul piano programmatico, organizzativo, operativo”,
“Certamente con i suoi 100 ragazzi non voleva fare guerra all’Italia, non era pazzo, né scemo”. Non è vero, insomma, come raccontano i detrattori, che Canepa pensava di staccarsi dall’Italia con le armi.
L’EVIS non fu il “braccio armato” del MIS, che CANEPA conosceva bene. Semmai CANEPA offriva, in alternativa all’imbelle MIS, un canale pratico alla LEGITTIMA DIFESA della GIOVENTU’ INDIPENDENTISTA perseguitata e tormentata dalle belve di Aldisio e di ROMAfia Capitale: la sbirraglia fascista aveva solo cambiato uniforme e mandante. Ora c’era il CLN, in particolare la corrente azionista, quella di PARRI, quella di “Giustizia e Libertà”: i casi della Vita e… della Morte”!
L’audio non è pulitissimo, ma l’intervista è imperdibile per chi vuole saperne di più. TerraeLiberazione dispone di un archivio sfuggito alle censure (qui trovate alcuni articoli) e da anni impiega le sue intelligenze migliori per ricostruire verità storiche negate ai Siciliani: “LA SICILIA VIVE UN “PASSATO CHE NON PASSA”. LA VERITA’ STORICA E’ UNA ESIGENZA PRATICA PER IL PRESENTE”.
QUI L’INTERVISTA RADIOFONICA A MARIO DI MAURO
QUI ALTRI ARTICOLI SU ANTONIO CANEPA
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