Il 5G? Non lo prescrive il medico. E nemmeno l’Unione europea!

16 giugno 2020

Come racconta il giornale on line ‘Oasi Sana’, il Commissario europeo per il Mercato interno, Thierry Breton, rispondendo a un’interrogazione al Parlamento europeo, ha detto a chiare lettere che il “5G non è un obbligo legale”. I sindaci hanno tutto il diritto di dire no! Cosa stanno combinando al Comune di Palermo?

Mentre in Italia cresce il numero dei Comuni che si oppongono alla tecnologia 5G (e di questo bisogna ringraziare il Governo Conte bis e, soprattutto, Vittorio Colao e la sua task force che, proponendo di imporre a tutta l’Italia il 5G, ha ottenuto un salutare effetto contrario), arriva una  notizia molto importante: il pronunciamento della Commissione europea sul 5G che, per bocca del Commissario per il Mercato interno, Thierry Breton, ha fatto sapere che questa tecnologia “non è un obbligo legale”.

Insomma, questa volta non ce lo chiede l’Europa di propinare il 5G ai circa 500 milioni di cittadini europei. Come scrive Maurizio Martucci sul giornale on line Oasi Sana, rispondendo, al Parlamento europeo, a un’interrogazione dell’eurodeputato croato Ivan Vilibor Sinčić, il Commissario europeo Breton ha detto testualmente:

“Il 5G si basa esclusivamente su impegni politici a sostegno degli obiettivi, ad esempio rendendo disponibili le frequenze e garantendo l’interoperabilità, che in quanto tali non rappresentano un obbligo legale”. Quindi non c’è alcun obbligo giuridico che impone ai 27 Paesi che fanno parte dell’Unione europea di imporre le antenne del 5G.

Oasi Sana riporta le domande formulate nell’interrogazione dall’europarlamentare  Ivan Vilibor Sinčić:

“1) Qual è la posizione ufficiale dell’Ue sulla Dichiarazione ministeriale ‘Rendere il 5G un successo per l’Europa’, firmato il 18 luglio 2017 a Tallinn, che viene interpretato in Croazia come un obbligo per ogni Stato membro di fornire una copertura della rete 5G per almeno una città in quel Paese? Tale obbligo può essere imposto alle città e alle unità di autogoverno locale senza il consenso delle autorità e dei cittadini locali?

2) Esiste una direttiva UE che prevede l’obbligo di introdurre la tecnologia 5G nel 2020, vale a dire la piena copertura di almeno una città in ciascuno Stato membro?

3) Qual è la posizione dell’Ue sull’appello inviato da 252 scienziati provenienti da 43 Paesi alle Nazioni Unite e all’OMS, che richiede standard più severi di radioprotezione e propone la sospensione dell’attuazione della tecnologia 5G fino a quando non saranno esaminati i possibili effetti sulla salute e sull’ambiente?”.

La risposta del Commissario Breton è stata chiara: il 5G non è un obbligo di legge per i Paesi che fanno parte dell’Unione europea. La decisione se adottare o meno questa tecnologia è politica. E’ la politica che deve rendere disponibili le frequenze e deve garantire l’interoperabilità: ma questo non presuppone obblighi legali.

Oasi sana ricorda che già Franca Biglio, presidente dell’Associazione Nazionale dei Piccoli Comuni d’Italia (ANPCI), ha affermato che il 5G non è un’obbligo di legge, ma un’offerta commerciale che un sindaco possono rifiutare “per scongiurare un’overdose di irradiazioni sui suoi concittadini”. E infatti oltre 500 sindaci italiani hanno rifiutato l’offerta e, come già ricordato, il numero di primi cittadini cresce di giorno in giorno.

Noi – a Palermo – invece ci chiediamo: cos’ha combinato il sindaco Leoluca Orlando? I partiti politici che lo sostengono – PD e Sinistra Comune in testa – sono d’accordo sul 5G? E cosa pensano i consiglieri comunali grillini di Palermo e i parlamentari regionali del Movimento 5 Stelle del 5G?

QUI TROVATE PER ESTERO L’ARTICOLO DI OASI SANA   

Foto tratta da Reportage online

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