‘Rispettato’ anche qualche partito di opposizione, tanto per non dimenticare che la Sicilia è la ‘patria’ del consociativismo politico. Quasi tutti nomi vecchi (alcuni erano già in auge ai tempi del Governo regionale di Totò Cuffaro) e solo qualche novità. E i problemi legati alla legge regionale n. 10 del 2000 calpestata? Avevano scherzato…
Alta dirigenza regionale: tutto come prima. Insomma, nel completare le nomine dei dirigenti generali dell’amministrazione regionale, il Governo di Nello Musumeci di centrodestra non ha cambiato una virgola, a parte qualche piccolo aggiustamento. Si va avanti come sempre.
Ai quattro dirigenti generali nominati nei giorni scorsi – Ignazio Tozzo, Benedetto Mineo, Patrizia Valenti e Dario Cartabellotta – i partiti che sostengono l’attuale Governo, Lega compresa, hanno aggiunto gli altri nomi con la logica della lottizzazione integrale: tutte le poltrone assegnate con il bilancino. ‘Rispettato’ anche qualche partito di opposizione, tanto per non dimenticare il consociativismo.
All’Ufficio Legislativo e legale va Giovanni Bologna, in auge ai tempi del Governo di centrosinistra, che mantiene anche l’interim del dipartimento Lavoro.
Il citato Ignazio Tozzo è già stato nominato al dipartimento Bilancio.
Il citato Benedetto Mineo è già stato nominato al dipartimento Finanze: un ritorno, il suo: era già lì ai tempi del Governo di Totò Cuffaro.
Agli Affari Extraregionali va Maurizio Cimino.
Al dipartimento dello Sviluppo rurale resta Dario Cartabellotta, ruolo che ha occupato ai tempi del Governo di Totò Cuffaro.
Alla Protezione Civile torna Salvo Cocina: anche lui ha occupato questo posto ai tempi del Governo regionale di Totò Cuffaro.
Alla Pesca va Rosolino Greco con l’interim.
Al dipartimento dello Sviluppo rurale e territoriale va Mario Candore.
All’Autorità di certificazione dei programmi cofinanziati dall’Unione europea va Maria Concetta Antinoro.
Al dipartimento delle Attività produttive resta Carmelo Frittitta.
Ufficio speciale di Autorità di Audit dei programmi cofinanziati dalla Ue va Grazia Terranova.
Al dipartimento delle Autonomie locali va Margherita Rizza.
Al dipartimento della Funzione pubblica e del Personale va Carmen Madonia.
Al dipartimento dei Beni culturali e dell’identità siciliana proroga per Sergio Alessandro.
All’Autorità regionale per l’innovazione tecnologica va Vincenzo Falgares.
Al dipartimento Acqua e rifiuti va Calogero Foti.
Al dipartimento Energia Salvatore D’Urso.
Al dipartimento Famiglia e politiche sociali Rosolino Greco.
Al dipartimento delle Infrastrutture rimane Fulvio Bellomo.
Al Dipartimento tecnico Salvatore Lizzio.
Al dipartimento Formazione professionale c’è la citata Patrizia Valenti.
Al dipartimento Istruzione e Università va Antonio Valenti.
Al dipartimento della Pianificazione strategica della Sanità resta Mario La Rocca.
All’Osservatorio epidemiologico Maria Letizia Di Liberti.
Al dipartimento Ambiente resta Giuseppe Battaglia.
All’Urbanistica va Rino Beringheli.
AlCorpo Forestale Giovanni Salerno.
Al dipatimento Turismo, Sport e Spettacolo Lucia Di Fatta.
E la legge regionale n. 10 del 2000, la ‘terza fascia’ – invenzione sicula – e le altre possibili illegittimità segnalate anche dalla magistratura amministrativa? Tutto superato con la forza del manuale Cencelli applicato anche ai dirigenti generali.
Insomma: tutto è bene quello che finisce bene (per la ‘casta’ politica siciliana, ovviamente, un po’ meno per i cittadini siciliani, ma questo conta poco o nulla).
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