Palermo, all’Università posteggi a pagamento: anche gli studenti sono da spremere…

9 febbraio 2016

L’ultima trovata è quella di fare pagare agli universitari i posteggi. Come se andassero a fare shopping e non a seguire lezioni. “E’ l’ennesima vessazione nei confronti degli studenti già costretti a subire aumenti di tasse e tagli di servizi –  dicono i ragazzi delle associazioni Intesa Universitaria, RUM, UDU e Uni%cento che sono pronte a dare battaglia

Non bastano i tagli ai servizi, l’aumento delle tasse d’iscrizioni, i costi dei trasporti pubblici. Per gli studenti universitari di Palermo è in arrivo un altro balzello: il parcheggio a pagamento dentro la cittadella di viale delle Scienze. I lavori sono partiti l’anno scorso, e dopo una interruzione, sono ripresi in questi giorni.

L’idea è dell’amministrazione comunale del capoluogo siciliano e dell’ex rettore, Roberto La Galla. Contro il quale gli studenti hanno già protestato sonoramente l’anno scorso, quando insieme con il sindaco, Leoluca Orlando, si è presentato all’inaugurazione di un punto Amat. Gli universitari, praticamente, li cacciarono via dalla cittadella con una protesta sonora e con argomentazioni concrete: “Paghiamo già migliaia di euro l’anno per servizi fatiscenti e voi venite qui ad imporci un’altra tassa. Invece di rendere privata l’università pensate a ridurre i costi dei trasporti pubblici”.

Nonostante la protesta, il progetto va avanti e mette in luce la scarsissima considerazione delle istituzioni per i problemi economici degli universitari. Anche essi considerati come arance da spremere: “In questo periodo di crisi un parcheggio a pagamento all’interno dell’ateneo, solo per battere cassa, è una mancanza di rispetto nei confronti di tutte quelle famiglie che fanno enormi sacrifici per pagare gli studi ai propri figli. E’ l’ennesima vessazione nei confronti degli studenti già costretti a subire aumenti di tasse e tagli di servizi” dicono i ragazzi delle associazioni Intesa Universitaria, RUM, UDU e Uni%cento che sono pronte a dare battaglia.

E non è solo una questione di soldi: “Una cittadella universitaria dovrebbe rappresentare il fulcro del sapere, un luogo di incontro e di confronto. Lucrare anche su questo è indecente”.

Comprendiamo che per il Sindaco e per il rettore (che adesso non è più Lagalla) qualche centinaio di euro in più l’anno non sono niente (sempre ammesso che loro pagherebbero): parliamo di gente benestante a cui i soldi non mancano e nemmeno le amicizie ‘giuste’ per riciclarsi. Ma decidere di vestire i panni di esattori nei confronti degli studenti è davvero troppo.

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