Il Forum siciliano dei movimenti per l’Acqua ed i Beni Comuni: “Al Presidente della Regione secondo la l.r. 19/15 l’onere di valutare la sussistenza dei presupposti per l’eventuale recesso della convenzione con Siciliacque spa”. La questione tariffazioni evidenziata da ARERA e la sentenza del TAR Sicilia del 10 febbraio 2020
dal Forum siciliano dei movimenti per l’Acqua ed i Beni Comuni
riceviamo e pubblichiamo
Appello al Presidente della Regione ed all’Assessore all’energia e servizi di pubblica utilità, a tutti i Sindaci siciliani ed all’ANCI Sicilia, a tutte le forze politiche, associative e sindacali, alle comunità siciliane tutte.
Il Forum siciliano dei movimenti per l’Acqua ed i Beni Comuni chiede che la volontà Popolare referendaria del 2011 e la legge regionale 19/2015 vengano finalmente rispettate.
Chiede che sull’Acqua non si faccia più profitto, che la gestione delle Acque a livello regionale e territoriale sia pubblica e partecipata dalle comunità locali, che in ogni territorio si apra una stagione d’ascolto e interlocuzione per la pianificazione e controllo del Bene comune primario.
Chiede che il Presidente della Regione e l’Assessore al ramo facciano i conti e dichiarino pubblicamente quanto ci è costato e ci costa Siciliacque spa, riconoscano l’antieconomicità di una gestione privata che produce costi esorbitanti per i siciliani e lauti profitti per la multinazionale francese Veolia, l’illegittimità delle tariffazioni applicate come già evidenziato da ARERA e dalla sentenza del TAR Sicilia del 10 febbraio 2020, e risolvano il contratto di gestione.
Chiede ai Sindaci di ognuna delle 9 ATI siciliane di deliberare per la costituzione una Azienda Speciale Consortile, cioè di un ente strumentale dei Comuni che ricade nel diritto pubblico anziché in quello privato come le spa, a cui affidare la gestione pubblica e partecipativa del Servizio Idrico Integrato in attuazione della volontà Popolare e della legge 19/2015, per eliminare il profitto dalle tariffe, garantire l’accesso all’Acqua come diritto universale ed inviolabile, tutelare la preziosa risorsa e l’ambiente per le generazioni future.
Con i Referendum Popolari del 2011 la maggioranza assoluta degli Italiani 27.000.000, e dei Siciliani 2.079.819, col 97,9% di SI hanno dato alla politica una indicazione inequivocabile: la gestione del servizio idrico e dei servizi pubblici locali deve essere Pubblica e senza finalità di lucro. Sul Bene Comune per eccellenza nessun profitto!
La prima Proposta di legge di Iniziativa Popolare e dei Consigli comunali promossa dal Forum siciliano Acqua e Beni Comuni nel 2010, sostenuta da oltre 35.000 firme e dalla deliberazione di 135 Consigli comunali siciliani e di due Consigli provinciali, ha dato vita alla legge regionale 19/2015 che all’art.1 ribadisce che sull’Acqua non si può fare profitto e che la gestione del servizio idrico integrato deve essere Pubblica.
Molte esperienze di privatizzazione dell’Acqua in Sicilia sono già fallite, alcune ancora in essere sono inquinate da illeciti su cui gravano pesanti indagini della magistratura con il coinvolgimento di diversi livelli istituzionali oltre che gestionali; come avviene per la gestione dei rifiuti, quando le tariffe pagate dai cittadini e gli ingenti finanziamenti pubblici anziché assicurare servizi efficienti ed economici vengono trasformati in business e profitto per i privati, malaffare e corruzione si intrecciano a discapito degli interessi dei cittadini e delle comunità, dell’ambiente e della possibilità di uno sviluppo sostenibile e democratico.
La responsabilità della gestione del cosiddetto Sovrambito regionale è in capo alla Regione. Risale al governo Cuffaro la liquidazione ancora in corso dell’Ente Acquedotti Siciliani (EAS) e la privatizzazione delle reti e degli impianti che forniscono l’acqua dei pozzi e delle dighe siciliane ad ogni provincia con la creazione di Siciliacque spa, in mano alla multinazionale francese Veolia per il 75% e della Regione per il 25%. Al Presidente della Regione secondo la l.r. 19/15 l’onere di valutare la sussistenza dei presupposti per l’eventuale recesso della convenzione con Siciliacque spa.
La responsabilità della gestione del Servizio Idrico integrato è in capo ai Comuni riuniti nelle Assemblee Territoriali Idriche (ATI) di cui fanno parte obbligatoriamente tutti i Sindaci di tutti i Comuni siciliani. Entro il 2021 le ATI, aggiornato il Piano d’Ambito, dovranno individuare la forma di gestione del Servizio Idrico Integrato (SII) ed affidare la gestione ad un unico soggetto per ogni provincia. Per il Forum nel rispetto della volontà Popolare, il gestore non può che essere una Azienda Speciale Consortile.
É ora che ognuno assuma la propria responsabilità, si scrive Acqua si legge Democrazia!
Il grande imbroglio sull’acqua ai danni di 5 milioni di siciliani!
Foto tratta da Agrigento Notizie
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