Colao e il 5G: interrogazione dei senatori De Bonis e Martelli. No di oltre 500 Comuni al 5G

9 giugno 2020

Ormai è battaglia per bloccare le antenne del 5G. I senatori Saverio De Bonis e Carlo Martelli hanno presentato un’interrogazione sul Piano di rilancio dell’Italia presentato da Vittorio Colao che prevede, tra le altre cose, il 5G ovunque. Peccato che oltre 500 Comuni italiani hanno già detto “No”   

Abbiamo già raccontato il Vittorio Colao-pensiero sul 5G: da piazzare subito in tutta l’Italia! Così, piano piano, cominciamo a capire come stanno le cose: e così scopriamo che il Governo Conte bis è schierato con i liberisti che controllano l’Europa. Non ci stupisce che PD, Movimento 5 Stelle e Italia Viva di Renzi sono espressione del liberismo economico e finanziario dominante: ci chiediamo come mai Liberi e Uguali – piccola formazione politica che fa parte del Governo e che dovrebbe essere di sinistra – continui a restare in un Governo italiano espressione della destra economica e finanziaria europea.

Per fortuna che nel Parlamento italiano non c’è solo la finta sinistra europea o i grillini che dovevano cambiare l’Italia e che invece governano insieme con il peggio della politica italiana ed ‘europeista’. Per fortuna che c’è il senatore Saverio De Bonis, che sul 5G sta dando battaglia:

“Abbiamo appena presentato una interrogazione su Colao al Governo”, scrive su Facebook De Bonis.

“Colao – scrive sempre il senatore De Bonis – spiega oggi su La Stampa di temere una paralisi della politica nazionale di fronte alla crisi. ‘Come l’Italia, anche la politica è bloccata. E noi dobbiamo darle una mano, per far uscire il Sistema-Paese dalla paralisi e per mettere d’accordo tutte le anime del Parlamento e della società -. afferma il manager -. Perché alla fine questo è il nostro grande problema, e questo è quello che oggi temo di più: le polemiche continue, le discussioni eterne. Invece noi abbiamo bisogno di agire subito, di mettere a terra in fretta gli interventi nei settori chiave: la semplificazione delle procedure e la digitalizzazione della Pa, le grandi opere e le reti, gli investimenti pubblici e quelli privati’”.

“CARO COLAO – scrive De Bonis – IL NOSTRO GRANDE PROBLEMA E’ RAPPRESENTATO DALLE TUE IDEE! Intanto oggi insieme al collega Carlo Martelli abbiamo depositato una interrogazione al Governo per:

1) scongiurare un eventuale accoglimento della proposta Colao che per accelerare lo sviluppo delle reti 5G vuole adeguare i livelli di emissione elettromagnetica in Italia ai valori europei, oggi 3 volte più alti;

2) valutare eventuale conflitto d’interessi avendo egli ricoperto incarichi manageriali nelle multinazionali delle telecomunicazioni;

3) evitare di escludere opponibilità locali (alle ordinanze dei 516 Comuni) se i protocolli nazionali sono rispettati”.

Eh già, perché 516 Comuni italiani hanno già detto “No” alla tecnologia 5G. E questo per i liberisti europei e per i ‘servi’ italiani del liberismo europeo è un bel problema!

Leggiamo su Oasi Sana, ottimo giornale on line che noi citiamo spesso proprio perché si batte in difesa dei cittadini:

“Dopo aver scritto a tutti gli 8.000 municipi inviando un dossier sui lati oscuri del wireless di quinta generazione elaborato nel consenso della Risoluzione di Vicovaro, l’Alleanza Italiana Stop 5G annuncia sul proprio sito un nuovo traguardo: in rappresentanza di milioni di cittadini, 500 Comuni d’Italia sono ufficialmente Stop 5G, mentre 330 i sindaci hanno emanato ordinanze urgenti e contingibili in difesa della salute pubblica vietando l’installazione di nuove antenne sul proprio territorio comunale”.

” Tra i 500 Comuni tecnoribelli troviamo una galassia di piccoli centri (significativa la posizione dell’Associazione Nazionale dei Piccoli Comuni d’Italia), ma anche grandi città e capoluoghi di provincia: i primi cittadini di Foggia, Udine, Vicenza, Grosseto, Pistoia, Fermo, Messina, Siracusa e Enna hanno emesso ordinanze per la moratoria territoriale mentre i Consigli comunali di Trento, Bolzano Catania, Bologna, Firenze e Torino hanno approvato mozioni per la precauzione, compreso il co-finanziamento pubblico per la ricerca scientifica indipendente come promosso dal progetto ‘Noi per la ricerca’. Finora, 77.000 euro stanziati”.

“L’emergenza sanitaria Covid 19 – prosegue l’articolo di Oasi Sana – è stata certamente decisiva nell’allargamento delle file dei tecno-dissidenti: solo negli ultimi 60 giorni, infatti, 300 enti pubblici sono entrati in lista dando vita ad un’impennata Stop 5G senza precedenti al mondo. Rivendicando l’art. 32 della Costituzione e l’europeo Principio di precauzione. Solo lo scorso mese d’Aprile dalla Valle d’Aosta alla Sicilia i Comuni per la precauzione erano poco più di 200, mentre 76 le ordinanze. Oggi contro i pericoli di Big Data si sono espressi pure i Consigli regionali di Toscana e Marche, come la comunità montana del Maceratese”.

Arrivano anche i primi ricorsi contro i Comuni che si battono per fare chiarezza sul 5G:

“Da Cadoneghe (Padova) – leggiamo sempre su Oasi Sana – arriva però la notizia della prima impugnazione, del primo ricorso al TAR: il Sindaco Marco Schiesaro ha reso noto che la compagnia Wind Telecomunicazioni S.p.A chiederà al Tribunale amministrativo veneto l’annullamento dell’ordinanza Stop 5G. ‘E’ arrivato l’atteso ricorso contro la mia ordinanza da parte di chi voleva installare zitto zitto un’antenna 5G alta 30 metri in pieno quartiere residenziale.Vengano da me e ne dimostrino l’innocuità’, ha ripetuto il Sindaco in un accorato video appello postato sulla sua pagina Facebook, nel ricorso non sono volutamente entrati nel merito degli effetti sulla salute: perché? A me interessa tutelare la salute dei miei concittadini. La stragrande maggioranza è contraria a questa sperimentazione. Il territorio torni al centro della politica”.

Per sostenere cittadini e sindaci nelle aule di tribunale, Alleanza Italiana Stop 5G ha costituito una task force di tecnici e avvocati.

Foto tratta da Terra Nuova Edizioni 

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