Mentre continuano gli attacchi al Sud vogliamo ricordare agli amici del Nord Italia che loro, con l’inquinamento che hanno prodotto – che è correlato alla diffusione del Coronavirus – non sono estranei a quanto accaduto dalle loro parti. Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, prima di ‘riaprire’, sbaracchino gli allevamenti intensivi di animali. E si ricordino di una puntata di ‘Portobello’ del 1978, quando, per purificare l’aria della Pianura Padana, si ipotizzò di spianare il Passo del Turchino…
Ieri sera abbiamo riportato l’intervento del Codacons, che non ha risparmiato critiche a Vittorio Feltri. Tema: i soliti attacchi del giornalista al Sud. Da quello che abbiamo capito, ormai, per fare audience, certe trasmissioni televisive attaccano il Sud Italia e i meridionali. Gli attacchi spesso volgari al Mezzogiorno servono al Nord – un Nord che in Italia, per certi versi, si identifica con la televisione e con chi la controlla – servono come operazione di distrazione di massa: invece di parlare dei disastri del Nord si getta fango sul Sud.
Noi, oggi, come dire?, vogliamo ‘cambiare canale’ per parlare di quello che il Nord Italia non ha fatto e continua a non fare per salvarsi. Proveremo a illustrare, dati alla mano, che il Nord, prima di riaprire, dovrà eliminare radicalmente le fonti del proprio inquinamento. Vediamo di che si tratta.
Cominciamo con una dichiarazione del presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca:
“Se al Nord riaprono io gli chiudo i confini della Campania”.
Ha ragione? A nostro avviso ha ragione da vendere. Ecco il perché. Già dallo scorso 12 Marzo, quasi un mese e mezzo fa, Domenico Iannantuoni – un ingegnere di origini pugliesi che, da decenni, vive e lavora a Milano – ha scritto a chiare lettere che esiste un legame tra esplosione del Coronavirus nel Nord Italia e inquinamento:
“Non lo dicono per ora, ma tra breve sarà un mantra! I virus viaggiano sempre attaccati a qualcuno o a qualcosa! Ebbene, la Pianura Padana è tra le aree più inquinate nel mondo ed il tasso di PM 10 (polveri sottili) così elevato che non ci meravigliamo affatto della situazione Covid-19 in Lombardia, Veneto, Piemonte ed Emilia Romagna!”.
La Pianura Padana ha un grave problema di inquinamento che si trascina da decenni. Chi oggi ha i capelli bianchi e un po’ di memoria ricorderà la bizzarra proposta lanciata nel 1978, nel corso della trasmissione televisiva ‘Portobello’ condotta da Enzo Tortora, dal signor Piero Diacono, tranviere di Milano. In quell’occasione Diacono parlò di spianare il Passo del Turchino.
Sulla rete siamo riusciti a rintracciare il video di quella trasmissione di ‘Portobello’ che ospitava gli inventori un po’ sopra il rigo e fuori dal comune:
“Il principio è semplice – spiega Diacono -: è lo stesso che cambiare l’aria in una stanza. Che cosa facciamo noi? Apriamo o due finestre o una porta e una finestra. In questo caso si crea un movimento circolatorio d’aria e si cambia l’aria in una stanza. Io propongo di aprire una finestra in Val Padana. In quanto la porta ce l’abbiamo già”.
La porta, nel ragionamento di Dicono, è rappresentata dalla costa orientale che va da Trieste fino alla zona che identifica come le Venezie.
“C’è un solo punto dove aprire la finestra: qui sul passo del Turchino”.
Il motivo addotto da Diacono è semplice: è la zona della Liguria con il minor numero di rilievi da superare per giungere al mare.
“Cosa intende per spianare il passo del Turchino?” chiede Tortora perplesso. “Abbassarlo sino al livello del mare. Senza tutte quelle curve,” risponde l’ospite suscitando l’ilarità generale del pubblico in studio.
Perché abbiamo voluto ricordare la storia del Passo del Turchino? Per ricordare al giornalista Vittorio Feltri, che è nato a Bergamo, che forse, invece di occuparsi del meridionali, si dovrebbe occupare del suo Nord inquinato.
A tal proposito ricordiamo che il 18 Marzo – sei giorni dopo aver pubblicato il primo articolo di Domenico Iananntuoni – abbiamo ripreso un articolo di Medicina Democratica che torna sul rapporto tra Coronavirus e inquinamento:
“La ‘perversa sinergia’ tra Coronavirus e inquinamento in Cina, Pianura Padana e Corea del Sud“.
Il 23 Marzo Domenico Iannantuoni ha scritto un nuovo articolo sull’inquinamento nel Nord Italia:
“Grande tristezza per quanto succede nel Nord. Dopo il Coronavirus ripensare un’Italia equa“.
Sull’inquinamento del Nord Italia si è soffermato anche Report, la trasmissione d’inchiesta di RAI 3.
Sul giornale ESSERE ANIMALI (dove troviamo allegata la puntata che la trasmissione Report ha dedicato all’inquinamento provocato dagli allevamenti intensivi) leggiamo della “correlazione tra Covid-19, gli allevamenti intensivi e le polveri sottili. Nello specifico il programma ha messo in luce la relazione diretta che esiste tra lo smaltimento dei liquami animali, che producono grandi quantità di ammoniaca e nitrati, e l’inquinamento atmosferico, fattore che favorisce la diffusione dei virus. Lo sfruttamento animale è quindi doppiamente legato alla propagazione della pandemia, eppure l’Italia e l’Europa continuano a sostenere il mercato della carne con ingenti sussidi in patria e grandi importazioni dall’estero, per esempio dal Brasile, dove i pascoli per gli animali sono diventati la più grande minaccia alla sopravvivenza della foresta Amazzonica”.
La follia dei grandi allevamenti intensivi di animali nel Centro Nord Italia è stata oggetto di un nostro approfondimento sulla Soccida, un contratto agrario che i signori del Nord Italia – e segnatamente di Lombardia ed Emilia Romagna – hanno utilizzato a piene mani.
Il nostro articolo è del 14 Novembre dello scorso anno. Riprendendo un intervento del senatore della Basilicata, Saverio De Bonis, abbiamo appurato che nel Centro Nord Italia, utilizzando a piene mani un contratto agrario – la Soccide – con un’interpretazione che definire forzata è poco, hanno concentrato dalle loro parti quasi tutti gli allevamenti animali, trasformando il Sud Italia in un mero mercato di consumo!
“L’egoismo del Centro Nord Italia, riducendo gli allevamenti zootecnici nel Sud, ha finito col limitare e ridurre la produzione nazionale e, dunque, gli indici di autoapprovvigionamento, compensando il fabbisogno nazionale dei consumi attraverso il ricorso ad una crescente importazione extra Unione europea, con danni enormi per il benessere dei consumatori e per il bilancio sanitario”.
In pratica, è stata messa in atto una strategia miope che ha prodotto vantaggi solo per pochi (imprese del Nord), svantaggi per il Sud, appesantimento della bilancia commerciale italiana e riduzione delle entrate fiscali per lo Stato!
La Soccida prevede agevolazioni fiscali importanti. A quanto ammontano queste agevolazioni? Ricordiamo di aver rintracciato al telefono De Bonis, che ci ha dato la seguente spiegazione:
“E’ chiaro che, visto che si tratta di somme mai incassate dallo Stato, si può fare una stima. Ecco, la mia stima è che lo Stato italiano, eliminando queste agevolazioni fiscali concesse a chi non ha nulla a che vedere con il mondo agricolo, potrebbe incassare non meno di 3 miliardi di euro all’anno. E, come si usa dire in gergo, mi sto tenendo basso”.
Si era nel Novembre dello scorso anno. Ci sarebbe stato tutto il tempo, per il Governo Conte bis di PD, Movimento 5 Stelle, renziani e Liberi e Uguali di togliere queste agevolazioni pari a circa 3 miliardi di euro a un settore altamente inquinante e, contemporaneamente, cominciare a disinquinare il Centro Nord Italia.
Se le cose fossero andate così magari il Coronavirus non avrebbe fatto tutti i danni che ha fatto? Non lo sappiamo. Anche se pensarlo non è un peccato.
Invece non è stato fatto nulla di tutto questo. E oggi lo stesso Governo Conte bis, i soldi per fronteggiare i disastri del Coronavirus nel Centro Nord Italia li vuole togliere al Sud! La cosa incredibile sapete qual è? Che nel Sud Italia ci sono ancora persone che votano PD, Movimento 5 Stelle, renziani e Liberi e Uguali!
Detto questo, siamo noi a dire una cosa al presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, al presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, e al presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini: volete riaprire? Prima di riaprire dovete ridurre drasticamente il livello d’inquinamento delle vostre Regioni.
Ciò significa che dovrete sbaraccare tutta la zootecnia intensiva delle vostre zone che non ha nulla a che vedere con l’agricoltura! L’allevamento degli animali è legato alla natura e all’ambiente: non si possono allevare più mucche rispetto alle potenzialità naturali: le mucche debbono andare al pascolo, da voi hanno bisogno dell’erba medica e di altri alimenti naturali.
Lo stesso discorso vale per i suini, che hanno diritto a vivere all’aria aperta, non rinchiusi nei vostri allevamenti intensivi! Essere umani significa anche rispettare gli animali!
Lo stesso discorso vale per i polli, altra vergogna.
Volete continuare a tenervi gli allevamenti intensivi, amici del Nord? Voi dell’Emilia Romagna volete continuare a produrre il 70% della plastica italiana? E allora organizzatevi tra di voi: e le vostre follie produttive che si stanno ‘mangiando’ il vostro ambiente tenetevele per voi e non trasferite gli effetti nefasti e i costi sul resto d’Italia!
Le ‘riaperture’ fatevele da voi e, magari, fatevi aiutare dall’attuale Governo nazionale che vi ha protetto in tutto e per tutto.
Volete sapere cosa succederà se riaprirete? Lo scoprirete solo riaprendo…
Foto tratta da Giornalettismo
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