Così ci scrive Giusy Caldo, un’animalista che, da anni, a Palermo, si batte per la difesa degli animali. Questa storia ci lascia basiti. Ma in un momento come questo il trasferimento dei cani – o la “deportazione”, come la definiscono gli animalisti – è un servizio essenziale?
Certo che ne succedono di stranezze a Palermo in piena emergenza Coronavirus! Giusy Caldo – un’animalista che conosciamo da tempo e della quale conosciamo il suo amore per gli animali – ci ha messo a conoscenza della seguente lettera che, supponiamo, avrà inviato al Comune di Palermo.
Scrive Giusy Caldo:
“Gentile Amministrazione,
apprendo della deportazione dei cani del Canile municipale di Palermo direzione Caserta. Resto personalmente allibita dalle scelte di codesta Amministrazione, nonostante sia stato dichiarato lo stato di pandemia e le conseguenti restrizioni imposte dallo Stato.
Da animalisti coscienziosi, già da giorni abbiamo bloccato i canali di adozione fuori regione in attesa di nuovi sviluppi, personalmente non comprendo la scelta del trasferimento. Sicuramente questi cani non avranno visibilità di pubblico al fine di adozione ed il Comune affronterà dei costi di diaria giornaliera inutili.
Incomprensibile è anche la scelta del vincitore del bando, considerato che è un introito economico la partecipazione, e di sicuro non opera di carità animalista.
Si intima pertanto in rispetto alle vigenti norme nazionali al blocco temporaneo dei trasferimenti, per una ragione di buon senso oltre che per un esempio che dovreste dare come Amministratori”.
A noi viene molto difficile comprendere – sicuramente per nostri grandi limiti – molti degli atti amministrativi del Comune di Palermo.
Ma una cosa ci colpisce di questa storia: in piena emergenza Coronavirus di trasferiscono i cani da Palermo a Caserta? E’ un servizio così essenziale?
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