L’emergenza Coronavirus ha messo a nudo le carenze di reparti di terapia intensiva, di respiratori e via continuando. Negli ultimi anni tagliati 36 miliardi di euro alla sanità pubblica italiana. La Sicilia ha subìto uno scippo di 8 miliardi circa grazie agli ‘ascari’. E gli altri 28 miliardi a quali Regioni sono stati tagliati? Forse hanno penalizzato il Sud? Lo chiediamo ai nostri amici del Movimento 24 Agosto
Tra le tante riflessioni che stanno accompagnando l’emergenza Coronavirus in Italia ce n’è una che ci sembra interessante e meritevole di approfondimento. Di fronte all’esplosione di questa infezione, si scopre che, negli ospedali pubblici c’è carenza di reparti di terapia intensiva e di altri presidi sanitari. Così scopriamo che, negli ultimi anni, i Governi italiani hanno tagliato 36 miliardi di euro dalla sanità pubblica.
Il dato ci ha colpito, perché noi de I Nuovi Vespri, da quando siamo in rete, portiamo avanti una battaglia di civiltà contro i Governi nazionali che, a partire dal 2006, hanno deciso di tagliare i fondi alla sanità pubblica della Sicilia.
La storia l’abbiamo raccontata più volte. La riassumiamo.
Nel 2006 il Governo nazionale di Romano Prodi decide, unilateralmente – e con la connivenza dei parlamentari nazionali siciliani di centrosinistra e di centrodestra di quella infelice legislatura – di portare la quota di partecipazione della Regione siciliana alle spese sanitarie dal 42% circa al 50% circa.
Il Governo Prodi decide – e lo mette nella Finanziaria nazionale 2007 – che a partire dal 2009 alla sanità pubblica siciliana sarebbero stati tolti circa 600 milioni di euro all’anno.
In realtà, in Parlamento, non si parla di scippo. Lo Stato, a partire dal 2007, comincerà a trattenere una certa somma che – come già ricordato – nel 2009 raggiungerà l’ammontare di circa 600 milioni di euro all’anno in meno per la sanità pubblica siciliana. In cambio la Regione siciliana avrebbe avuto le accise sui prodotti petroliferi di pari importo.
Chi ha un po’ di cervello capisce che questa era un’operazione senza senso: che bisogno c’era di prendere i soldi da una parte e restituirli da un’altra parte? In realtà, il Governo nazionale aveva previsto solo la prima parte di questo giochetto.
Infatti, nel passaggio della Finanziaria dalla Camera al Senato, nella seconda parte di questa legge spunta, un ‘codicillo’ che, dal 2009, consente alle burocrazie del Ministero dell’Economia di non riconoscere i 600 milioni di euro annui di accise alla Regione siciliana.
Al 31 Dicembre 2018 – conti alla mano – abbiamo calcolato che lo Stato ha scippato alla sanità pubblica siciliana circa 7 miliardi di euro. Oggi dovremmo essere intorno a 8 miliardi di euro.
Perché lo ricordiamo oggi? Perché dei 36 miliardi di euro che i Governi italiani, negli ultimi anni, hanno tagliato alla sanità pubblica, ben 8 miliardi di euro sono stato tolti alla Sicilia.
Rimangono 28 miliardi di euro di tagli. Ebbene, siamo proprio curiosi di sapere a quali Regioni italiane sono stati tolti questi altri 28 miliardi di euro. Forse perché qualcosa ci dice che a pagare di più potrebbero essere state le Regioni del Sud? Non lo sappiamo, anche se non lo escludiamo.
I nostri amici del Movimento 24 Agosto per l’Equità Territoriale di Pino Aprile, da alcune settimane, tengono una rubrica che si intitola “Due Paesi, due misure”. Dove vengono fuori le ingiustizie perpetrate dall’Italia nei confronti delle Regioni del Sud.
Non c’è settore della vita pubblica nel quale il Sud non venga penalizzato in favore del Nord Italia.
Bene. Agli amici del Movimento 24 Agosto per l’equità territoriale chiediamo: siccome di questo incredibile taglio alla sanità pubblica di 36 miliardi di euro ben 8 miliardi di euro sono stati scippati alla Regione siciliana, potete provare a capire se il taglio degli altri 28 miliardi di euro ha interessato, in proporzione uguale, tutte le altre 19 Regioni italiane o se, invece, ci sono state sperequazioni?
Grazie in anticipo agli amici del Movimento 24 Agosto per l’Equità Territoriale di Pino Aprile.
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