Un’ondata di proteste sociali sta per abbattersi sulla Sicilia che affonda

26 dicembre 2019

Con molta probabilità, dopo la fine delle vacanze natalizie in Sicilia dovrebbero andare in scena le proteste sociali di alcune categorie. I segnali ci sono tutti. Oggi assemblea di agricoltori a Poggioreale. Sempre oggi, a Palermo assemblea dei sindaci. In subbuglio gli autotrasportatori. La Sicilia si sta svegliando o la gente scende solo in piazza con le ‘Sardine’ per fare passerella con il PD?  

I Siciliani si cominciano a svegliare? Sembrerebbe proprio di sì. L’agricoltura è allo sbando. E la situazione si complica perché, come abbiamo scritto nei giorni scorsi, dall’1 Gennaio aumentano del 25% i costi per il trasporto delle merci via nave: così, alle proteste degli agricoltori si aggiungeranno le proteste degli autotrasportatori. I Comuni sono senza soldi. Le Province pure. Il tutto in un’Isola che cade a pezzi con il Parlamento che ha approvato una manovra economica e finanziaria 2020 che, tanto per cambiare, ignora il Sud e la Sicilia.

Che succederà? A nostro modesto avviso, dopo le vacanze natalizie in Sicilia comincerà un’ondata di proteste.

AGRICOLTORI: ASSEMBLEA A POGGIOREALE – Già oggi andrà in scena una manifestazione a Poggioreale, provincia di Trapani, presso l’aula consiliare, alle 16 e 30, organizzata dal Movimento La Terra è Vita.

Sulla rete circola un documento nel quale si annuncia che la manifestazione di oggi dovrà decidere “quali iniziative intraprendere” per sensibilizzare le “istituzioni Regionali, Nazionali ed Europee”.

“L’agricoltura e la zootecnia delle zone interne, montane e svantaggiate della Sicilia – si legge nel documento – è stata abbandonata dalle politiche agricole (vedi: PSR Misura 10.1.B – Riduzione dei fitofarmaci; Misura 4.1 sostegno a investimenti nelle aziende agricole ecc.) per favorire le grandi imprese e le zone ricche della Sicilia!”.

Da qui il “disagio e la sofferenza che ogni giorno siamo costretti a subire. Dobbiamo mettere al centro il reddito delle imprese agricole e la sicurezza alimentare”, se è vero “che oggi a causa di accordi commerciali sfavorevoli per le produzioni tipiche della Sicilia (grano, olio ecc.) viene messa in discussione la sopravvivenza di molte aziende agricole”.

“Da questa iniziativa deve partire una azione di lotta e di proposte da inserire nella nuova programmazione del PSR 2021-2027. Da soli è impossibile rappresentare questo disagio insieme siamo sicuri che qualcosa potrà cambiare”.

Insomma, anche se ancora in ordine sparso, gli agricoltori si accingono a iniziare una protesta.

LA PROTESTA DEGLI AUTOTRASPORTATORI – In rivolta anche i trasportatori, cioè i titolari dei tir e, in generale, dei mezzi gommati. per la cronaca, sono gli unici mezzi di trasporto delle merci in Sicilia, visto che i treni non riescono nemmeno a trasportare le persone con criteri da Paesi civili.

Gli autotrasportatori annunciano una dura protesta, a partire dai porti della Sicilia. Noi siamo un po’ scettici, perché problemi ai porti significherebbe bloccare le merci che arrivano in Sicilia e che partono dalla stessa Sicilia.

Ma la protesta ha una propria ragion d’essere, perché un aumento dei costi di trasporto marittimo del 25% non è sostenibile per gli agricoltori siciliani, non è sostenibile per gli autotrasportatori e, in generale, non è sostenibile per il traballante sistema economico siciliano.

A nostro avviso, il Governo nazionale prorogherà in frett’e furia l’entrata in vigore di questi aumenti, per evitare che esploda il caos.

SI SVEGLIO’ L’ANCI SICILIA – Sempre oggi, a Palermo, come abbiamo annunciato nei giorni scorsi, manifestazione dei sindaci della Sicilia che si ritrovano senza soldi. Incontro promosso dall’ANCI Sicilia (Associazione Nazionale Comuni Italiani). Una decina di giorni fa il vice presidente dell’ANCI Sicilia, Paolo Amenta, ha lanciato l’allarme, sottolineando che, a partire dal prossimo anno i Comuni della nostra Isola non potranno più erogare i servizi ai cittadini. 

Ma se Amenta è credibile, perché lancia l’allarme sulla questione finanziaria da almeno quattro anni, un po’ meno politicamente credibili sono i sindaci siciliani di centrosinistra, che sono rimasti silenziosi di fronte ai ripetuti tagli finanziari alla Regione, alle Province e ai Comuni operati dal Governo nazionale.

Da quello che sappiamo noi, ancora non è chiaro se, con la citata manovra economica e finanziaria 2020 è stato eliminato il prelievo forzoso di 200 milioni di euro all’anno introdotto dal Governo Renzi e mai abolito dal Governo Gentiloni e dal Governo di grillini e leghisti.

Aspettiamo di leggere la manovra 2020 dello Stato sulla Gazzetta Ufficiale, dal momento che in Italia alla Camera e al Senato non è più di moda discutere e rendere edotti i cittadini sul Bilancio e Finanziaria, ma tutto viene approvato a scatola chiusa, come si usa fare nei Paesi non democratici.

Amenta merita rispetto, perché da quattro anni denuncia i problemi finanziari dei Comuni, delle Province e, in generale, del sistema Sicilia. Non altrettanto possiamo dire di altri esponenti dell’ANCI Sicilia – a cominciare dal suo presidente Leoluca Orlando – e dagli esponenti del centrosinistra.

Ricordiamo che quando il Governo Renzi e il Governo siciliano di Rosario Crocetta hanno firmato il primo ‘Patto scellerato’ i signori dell’ANCI siciliana non hanno aperto bocca. E hanno replicato con il silenzio in occasione del secondo ‘Patto scellerato’.

Anche nel 2015, quando il solito Governo nazionale faceva sparire dal Bilancio regionale 5,7 miliardi di euro di entrate, sbrigativamente classificate come “inesigibili” i signori dell’ANCI siciliana non hanno fiatato.

Cosa pensano di raccontare domani? Faranno passerelle magari con i parlamentari del PD, cioè del partito che è il responsabile politico dei disastri finanziari di Regione, Province e Comuni?

Cosa pensano di fare i sindaci? chiedere alla Regione siciliana i soldi scippati dallo Stato? Ci sarà domani, all’assemblea dell’ANCI Sicilia, qualcuno in grado di chiamare in causa il Governo Crocetta e i signori del PD ricordano i danni che hanno creato alla Sicilia?

Intanto la nostra Isola cade a pezzi.

AUTOSTRADA PALERMO-CATANIA. UN DELIRIO! – Su Blog Sicilia leggiamo che “Una carreggiata del viadotto Cannatello sull’autostrada A19 è a rischio crollo e dal pomeriggio del 20 dicembre non è più percorribile da mezzi pesanti più di 3,5 tonnellate. Un’ordinanza dell’ANAS ha imposto l’uscita obbligatoria di tutti i veicoli provenienti da Palermo in direzione Catania allo svincolo Resuttano dove i mezzi vengono poi reindirizzati a seconda del loro peso e carico inviando quelli al di sopra delle 3,5 tonnellate lungo un itinerario alternativo”.

Una bella soluzione, non c’è che dire: nell’autostrada gestita dall’ANAS – la Palermo-Catania – si manifesta l’ennesimo problema e cosa si decide di fare? Dirottare nelle trazzere i camion che pesano più di 3,5 tonnellate! Sembra una barzelletta, ma è la realtà!

“ANAS suggerisce comunque ai mezzi pesanti di non arrivare fino a Resuttano all’uscita obbligatoria – leggiamo sempre su Blog Sicilia – e invita ad usare un ulteriore percorso, che prevede l’uscita allo svincolo di Tremonzelli e, dopo avere percorso le strade statali 120 e 117, il rientro in autostrada allo svincolo di Enna. Tale itinerario alternativo consigliato sostituisce quello in vigore, con uscita allo svincolo di Resuttano e rientro allo svincolo di ponte Cinque Archi, istituito in accordo con gli enti gestori delle strade interessate, e su cui Anas aveva effettuato interventi di manutenzione localizzati pur se non di propria competenza”.

La notizia più bella arriva ora:

“Per i prossimi cinque mesi (o comunque fino al termine dei lavori di consolidamento) – leggiamo sempre su Blog Sicilia – la carreggiata direzione Catania sarà comunque inibita ai mezzi pesanti dallo svincolo di Resuttano fino Ponte cinque Archi. Solo quelli sotto le 3,5 tonnellate (auto e pulmini da otto posti) potranno immediatamente rientrare in autostrada e continuare il percorso originale”.

Ora provate a mettervi nei panni degli autotrasportatori: dovrebbero sobbarcarsi questi disagi lungo l’autostrada Palermo-Catania e poi pagare il 25% il costo dei trasporti via mare!

Ovviamente ci sono anche disagi per “i pullman extraurbani che collegano Palermo con quasi tutte le altre province siciliane – scrive sempre Blog Sicilia -. La Sais autolinee ha già cambiato i percorsi di nove linee: le corse dirette a Catania, Ragusa, Siracusa sono quelle che subiranno i maggiori disagi perché passeranno per Messina allungando di oltre un’ora e mezza i tempi di percorrenza, con un costo superiore del 70 per cento a corsa. Cambieranno i percorsi anche i collegamenti fra Palermo e Caltanissetta, Gela, Enna, Piazza Armerina, Agrigento (via Caltanissetta) e Caltagirone”.

Un disastro per tutta la Sicilia e per l’economia siciliana!

 

FERROVIE SICILIANE SEMPRE PIU’ SGANGHERATE – Come se non bastassero le autostrade, anche le sgangherate ferrovie siciliane presentano nuovi problemi.

“Resta difficile – leggiamo ancora su Blog Sicilia – la situazione anche lungo la linea ferrata Palermo Messina. Dalle 5 della mattina dell’antivigilia di Natale, a causa del maltempo, è stata sospeso il traffico ferroviario sulla Palermo-Messina a causa dell’erosione causata da una mareggiata di un tratto di 100 metri della massicciata nel tratto tra Capo d’Orlando e Brolo e a causa di danni agli impianti nella stazione di Brolo. I tecnici di Rete Ferroviaria Italiana hanno atteso il miglioramento delle condizioni meteo per poter avviare i lavori di ripristino dell’infrastruttura. Per garantire la mobilità, l’impresa ferroviaria ha attivato un servizio sostitutivo con bus fra le stazioni di Sant’Agata di Militello, Patti e Brolo per il servizio regionale, e fra Palermo e Messina per i treni a lunga percorrenza”.

Ormai la Sicilia è un delirio totale!

E qui la Regione siciliana non c’entra proprio:

i soldi dei siciliani – della Regione, delle Province e dei Comuni – se li è presi lo Stato;

l’autostrada Palermo-Catania – dove si attende ancora la sistemazione del viadotto Himera crollato nel 2015: una vergogna! – è gestita dall’ANAS:

le ferrovie sono gestire dalle società riconducibili alle Ferrovie.

La cosa incredibile è che ANAS e Ferrovie, spesso, in Sicilia, lavorano grazie ai fondi europei, che sostituiscono i fondi dello Stato: cosa che dovrebbe essere sanzionata dall’Unione europea. E con tutto questo i risultati sono sotto gli occhi di tutti!

 

I responsabili del fallimento della Regione siciliana: il ‘Patto scellerato’ Renzi-Crocetta del 2014

I responsabili del fallimento della Regione siciliana atto II: il secondo ‘Patto scellerato’ Renzi-Crocetta. Addio autonomia finanziaria!

A Faraone non piace l’accordo Stato-Regione sul disavanzo di 2,1 miliardi. Ma lui chi è?

Nuova tegola sulle imprese siciliane, soprattutto agricole: aumento del costo per il trasporto merci (+25%?)

QUI PER ESTESO L’ARTICOLO DI BLOG SICILIA

Foto tratta da Pixabay

AVVISO AI NOSTRI LETTORI

Se ti è piaciuto questo articolo e ritieni il sito d'informazione InuoviVespri.it interessante, se vuoi puoi anche sostenerlo con una donazione. I InuoviVespri.it è un sito d'informazione indipendente che risponde soltato ai giornalisti che lo gestiscono. La nostra unica forza sta nei lettori che ci seguono e, possibilmente, che ci sostengono con il loro libero contributo.
-La redazione
Effettua una donazione con paypal


Commenti