“Nei prossimi due anni – scriveva lo scorso anno Ianannantuoni – la Gdo italiana vedrà licenziamenti per almeno duecentomila persone. Negli USA questa piaga è già iniziata da qualche anno ed ora è il turno della Francia”. Un anno dopo – cioè oggi – è arrivato il turno dell’Italia. A cominciare dalla Sicilia
Lo scorso anno, proprio a Dicembre, abbiamo pubblicato un articolo di Domenico Iannantuoni sulla crisi della Grande distribuzione organizzata (Gdo). Negli Stati Uniti la crisi è già realtà. In Francia pure. E adesso tocca all’Italia. Noi toniamo ad occuparcene perché i problemi sono arrivati in Sicilia: crisi del gruppo Fortè e problemi anche per il gruppo Auchan-Conad.
Rileggiamo cosa ha scritto lo scorso anno Domenico Iannantuoni:
“Un volta chiesi, da ingegnere, il significato di Grande distribuzione e la risposta fu ‘Un po’ di tutto’, oppure ‘No parking, no business’ e così via. Ma in realtà io capivo che questa Gdo era un vero massacro per l’intero Paese Italia… I piccoli negozi chiudevano a ritmi serrati in cambio di poche centinaia di posti di lavoro per ogni Ipermercato e oggi siamo al collasso: prezzi bassi, vendita dello sconto, strozzinaggio verso i veri produttori di beni e servizi, agricoltori e produttori, ed i salari sono bassi, troppo bassi per reggere il colpo”.
“Pensate – scrive sempre Iannantuoni – che il famoso 1/3+ 1/3+ 1/3 di una volta, equa ripartizione della ricchezza tra agricoltori, produttori e Gdo oggi è diventato 2/3 + 1/3; ovviamente i 2/3 sono per la Gdo (Grande distribuzione organizzata). Essa decide tutto della nostra vita: prezzi, buone entrate, sconti e promozioni gratuite come un TIRANNO; o ci stai o sei fuori dal giro! Il mercato si è poi diviso in due parti: quello per i RICCHI e l’altro per i POVERI e chi ha i soldi si salva potendo acquistare i prodotti migliori”.
“Ma a chi sono rimasti i soldi dopo la scomparsa della Classe media? Nei prossimi due anni la Gdo italiana vedrà licenziamenti per almeno duecentomila persone, negli USA questa piaga è già iniziata da qualche anno ed ora è il turno della Francia. Qualcuno timidamente inizia a dire che si stava meglio prima. La scelta della Gdo è stata abominevole e noi come capre abbiamo seguito l’invito dei pifferai magici. Ipermercati sempre più grandi fino al 1991/95, Centri commerciali in sussidio, Outlet in risposta meschina e intanto il Paese perdeva il suo tessuto vitale. Quanti negozianti hanno ceduto nel frattempo le proprie licenze e quanti hanno chiuso? I conti di questo nostro Paese disastrato oggi non tornano più né al Nord, né al Sud. Le Città sono sempre più vuote e senza autovettura non vai da nessuna parte; aspettiamoci il peggio!”.
La previsione di Iannantuoni è azzeccata. Solo con i gruppi Fortè e Auchan-Conad i problemi potrebbero riguardare circa mille e 300 lavoratori. E siamo solo all’inizio. Almeno in Sicilia.
Se leggete i giornali scoprirete che “i sindacati sono preoccupati”. In testa, tra questi sindacalisti “preoccupati”, ci sono i sindacalisti di CGIL, CISL e UIL. Strani, questi sindacalisti: quando la Gdo ha messo in crisi i piccoli negozi artigianali, facendoli chiudere e ‘desertificando’ tante aree delle città, non erano preoccupati.Oggi invece si preoccupano perché si profilano i licenziamenti.
Vogliamo comunque ‘rassicurare’ gli amici di CGIL, CISL e UIL della Sicilia: e lo facciamo non solo per ribadire che le previsioni di Iannantuoni sono esatte, ma anche per sottolineare che, in Sicilia, la crisi sarà ancora più pesante, perché nella nostra Isola i tedeschi della Lidl hanno aperto quasi cinquanta punti vendita (otto solo a Palermo, neanche se fossimo a Berlino!). E i prezzi, alla Lidl, sono molto concorrenziali.
La Grande distribuzione organizzata prospera là dove cresce la povertà, dove il ceto medio si impoverisce e, non avendo molti soldi, acquista una bottiglia d’olio d’oliva extra vergine a 3 euro.
Ma l’acquista solo per questo: perché non si può permettere altro. E così per la pasta a meno di un euro al Kg, per la passata di pomodoro a prezzi stracciati rigorosamente cinese e via continuando.
Certo, se l’Italia resterà ancora nell’Unione europea dell’euro continuerà a impoverirsi e la Grande distribuzione organizzata resisterà. Ma siccome, a nostro modesto avviso, l’Unione europea dell’euro è ormai – che si dice dalle nostre parti – “per la pressa”, abbiamo la sensazione che la crisi arriverà comunque, Ue o non Ue.
Sì, in prospettiva ha ragione Iannantuoni: è un settore che non tira più.
Resisterà solo la Grande distribuzione organizzata che riuscirà a vendere prodotti del territorio.
Sarà una ‘guerra’. In Sicilia e, in generale, nel Sud gli agricoltori hanno capito che l’obiettivo dell’Unione europea è farli chiudere. Sono ancora un po’ frastornati: ma piano piano cominciano a prendere coscienza che è necessaria una ‘scossa’.
Sarà una ‘guerra’. Sarà dura per gli agricoltori del Sud Italia. Che dovranno organizzarsi un po’ meglio per vendere direttamente i propri prodotti nelle proprie aziende, nei mercati locali e anche sulla rete.
Ma la crisi della Grande distribuzione organizzata arriverà e non si fermerà.
Foto tratta da Università per Stranieri di Perugia
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