Cinquant’anni fa, in Sicilia, un’ondata Autonomista scosse l’Italia. Un Governo regionale di un democristiano ‘ribelle’ – Silvio Milazzo – mise a soqquadro il mondo politico italiano e diede il via a una nuova stagione politica: i Governi di centrosinistra. Tra la Sicilia di allora e il Sud di oggi c’è un parallellismo culturale e politico positivo. Proviamo a descriverlo
Esattamente cinquant’anni fa – poco meno di un quindicennio dopo l’esplosione del Separatismo siciliano – una fiammata autonomista scosse la Sicilia. Un anno prima un’eterogenea coalizione aveva dato vita a un Governo siciliano di ‘ribelli’ capeggiato dal democristiano-sturziano ‘ribelle’, Silvio Milazzo. In piena ‘Guerra fredda’ il Parlamento siciliano rompeva gli schemi, buttava fuori dal Governo la Democrazia Cristiana ufficiale ed eleggeva alla presidenza della Regione il già citato Silvio Milazzo.
Era il 30 ottobre del 1958. Superfluo aggiungere che i Servizi segreti di mezzo mondo – a cominciare da quelli americani e russi, ma anche inglesi, francesi e via continuando – catapultarono in Sicilia i propri 007.
La Sicilia divenne un’osservata speciale. Anche perché, molto speciale – forse più speciale dello stesso Statuto autonomistici siciliano – era la maggioranza che reggeva le sorti di questo Governo regionale siciliano, che andava dal Pci (con il sì del suo segretario, Palmiro Togliatti) al Movimento Sociale Italiano (c’era il sì del suo segretario, Giorgio Almirante), passando per i socialisti, i laici, i monarchici e via continuando.
Perché stiamo ricordando oggi la stagione politica milazziana della Sicilia? Per rispondere ai sicilianisti e agli indipendentisti che guardano un po’ infastiditi al Movimento 24 Agosto di Pino Aprile, che noi invece viviamo come una grande opportunità per il Sud e per la stessa Sicilia. A noi, infatti, questo 2019 – il primo incontro presso il Parco della Grancia dalle parti di Potenza e poi la vera e propria fondazione del Movimento 24 Agosto a Cosenza – ricorda molto l’atmosfera che si viveva in Sicilia nel 1959, esattamente – come abbiamo scritto all’inizio di questo articolo – cinquant’anni fa.
Quella che è passata alla storia come “l’operazione Milazzo” vede sì la luce il 30 ottobre del 1958 con la ‘benedizione’ di don Luigi Sturzo in polemica con l’allora troppo potente Amintore Fanfani (che si crogiolava con tre incarichi che Sturzo – e non solo Sturzo – considerava troppo ‘pesanti’ per un sola persona: segretario della DC, capo del Governo e Ministro degli Esteri); ha sì alle spalle il ‘ciclone Mattei’, ovvero il presidente dell’ENI, Enrico Mattei, che appoggia la nascita del Governo siciliano di Milazzo, contro la DC ufficiale, per ottenere i permessi di ricerca di idrocarburi in Sicilia contro le ‘Sette sorelle’, le multinazionali del petrolio.
Ma la data veramente importante della stagione milazziana è il 1959, quando alle elezioni regionali siciliane il movimento autonomista creato da Milazzo e dall’allora parlamentare nazionale della DC, ‘ribelle’ pure lui, Francesco Pignatone – movimento che si chiamava Unione Siciliana Cristiano Sociale (USCS) superò di poco il 10% dei consensi e portò nel Parlamento dell’Isola 9 deputati su 90.
E’ vero, quella stagione durò pochissimo, riassorbita, nel giro di pochi mesi, dall’abilità di Aldo Moro a Roma e dai democristiani siciliani Antonino Gullotti e Giuseppe D’Angelo. Benché breve, fu una stagione politica importante, sia perché portò tantissimi siciliani a credere nel rilancio dell’Autonomia siciliana, sia per gli effetti politici che ebbe in Sicilia e nel resto d’Italia.
Come già accennato, il milazzismo – che ebbe anche al proprio interno fenomeni degenerativi e anche inevitabili collusioni con la mafia – ruppe gli schemi politici di quegli anni: tant’è vero che dopo la caduta del terzo Governo Milazzo, nel 1960, la Sicilia varerà, con un anno e mezzo di anticipo sul resto d’Italia, il primo Governo regionale di centrosinistra (il primo Governo di centrosinistra – alleanza tra Dc e Socialisti – in Italia verrà varato nel 1962).
Torniamo così al presente. Chi scrive non era testimone di quegli anni. Ciò che scriviamo è il frutto dei libri che abbiamo letto e della conoscenza personale di tanti protagonisti di quella stagione politica. Ed è proprio per questo che noi vediamo un parallellismo positivo tra la breve ma intensa stagione autonomista della Sicilia del 1959 e la possibilità di una stagione politica positiva, esattamente cinquat’anni dopo, per tutto il Sud Italia, con la nascita del Movimento 24 Agosto.
Da dove cogliamo questo spirito? Intanto dal fiorire di analisi politiche ed economiche sul Mezzogiorno: pensiamo ai libri di Pino Aprile su quello che ci hanno nascosto, sul Risorgimento nel Sud Italia, per oltre 150 anni; pensiamo al ritorno di scrittori e polemisti del ‘900, da Carlo Alianello a Nicola Zitara, per citarne solo due: un ritorno che non è nostalgico, ma attualizzato e riproposto come ‘lettura’ di fatti odierni; pensiamo al libro di Marco Esposito, Zero al Sud, eccezionale documentazione di come lo Stato italiano, nella sua interezza, penalizza oltre 20 milioni di cittadini fino a prova contraria italiani; e, ancora, l’appello di Gianfranco Viesti contro l’imbroglio antimeridionale della cosiddetta Autonomia differenziata; quindi l’iniziativa Compra Sud, in difesa di un territorio che stanno cercando di colonizzare anche dal punto di vista agro-alimentare!
Si racconta che la Sicilia nel 1959 era sonnacchiosa, per lo più ancora agricola, povera, priva di strade, dissanguata da una grande massa di giovani che emigravano verso il ‘Triangolo industriale’ Milano-Torino-Genova: si racconta che proprio la povertà, l’indifferenza dello Stato italiano di allora e ‘emigrazione’ aveva ispirato all’allora presidente della Regione, il citato Milazzo, un celebre discorso, là dove parlava di voler rimuovere “montagne si miserie e di ingiustizie”.
Ecco: quello spirito di rivolta verso le “montagne si miserie e di ingiustizie” noi lo ‘respiriamo’ oggi in tutto il Sud: così come allora, tra mille difficoltà, la gente di Sicilia si riversava a Palermo e Caltagirone (che oltre che il paese di don Sturzo era anche il paese di Milazzo), domenica scorsa abbiamo visto tanti meridionali recarsi, tra mille difficoltà, a Cosenza per dare vita, sostanza e forza al Movimento 24 Agosto.
Oggi, nel Sud, c’è una grande opportunità, c’è una presa di coscienza, c’è una nuova consapevolezza: utilizziamola al meglio con intelligenza e determinazione. La rivolta autonomista siciliana del 1959 aprì la strada alla nuova stagione politica del centrosinistra. Il Movimento 24 Agosto ha tutti i ‘numeri’ per aprire una nuova stagione politica in Italia, mettendo al centro ciò che, verso il Sud, manca da oltre 150 anni: l’equità.
Foto tratta da Folia Magazine
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