Le discariche gestite da privati della Sicilia non possono sotterrare i rifiuti di Palermo, perché poi dovrebbero risponderne ai carabinieri del NOE. A meno che non ci sia un’ordinanza che li autorizzi. Questa ordinanza la deve firmare il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando. Che, però…
Cominciamo col dire che i “poteri” che vogliono mettere in discussione la gestione pubblica dei rifiuti non c’entrano proprio. L’emergenza rifiuti a Palermo è il frutto di scelte operate dal Comune di Palermo. Ed è il Comune di Palermo che dovrà trovare la soluzione. A meno che non chiede aiuto al Governo nazionale: cosa che il sindaco del capoluogo siciliano, con molta probabilità, farà.
Vediamo di riassumere i termini della questione e di individuare le responsabilità.
La storia è nota: la discarica di Bellolampo, a Palermo, è satura. E la RAP – l’azienda comunale che si occupa della raccolta, dello smaltimento dei rifiuti e della discarica di Bellolampo – ha provato più volte a portare i rifiuti i varie discariche della Sicilia.
Ma ha ricevuto “no” a ripetizione. Il perché l’abbiamo scritto: perché i rifiuti di Palermo contengono una percentuale di frazione umida più elevata rispetto ai limiti di legge.
Per la cronaca, le discariche individuate dalla RAP dove trasferire i rifiuti di Palermo sono private. I privati non possono interrare rifiuti con una percentuale di frazione umida più elevata rispetto a quanto previsto dalla normativa.
Anche perché le discariche private sono soggette a controlli da parte del NOE, il Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri.
Come si esce da questa storia? A nostro avviso, trattando correttamente i rifiuti (che debbono subire un Trattamento meccanico biologico che porti sotto il 15% la presenza della frazione umida) per poi trasferirli fuori dalla Sicilia, come si fa da tempo nel Lazio, in Campania, in Puglia e in Calabria.
Invece il Comune di Palermo insiste nel cercare discariche nel resto della Sicilia. E sbaglia, perché al Comune di Palermo non possono pensare di scaricare su altri Comuni dell’Isola (perché le discariche, anche se gestite da privati, insistono su territori comunali) i propri problemi!
Una seconda soluzione – che comunque non potrebbe che essere temporanea – è che il sindaco di Palermo firmi un’ordinanza che autorizzi i titolari delle discariche presenti in Sicilia a interrare i rifiuti di Bellolampo. In questo caso sarebbe il sindaco di Palermo ad essere responsabile dell’interramento di questi rifiuti e non più i titolari delle discariche private o pubbliche che siano.
Fino ad ora il sindaco di Palermo non ha firmato questa ordinanza. E’ sempre un’assunzione di responsabilità: infatti dovrebbe dimostrare – se chiamato dalle autorità – che l’emergenza che si è creata a Palermo in materia di gestione dei rifiuti non è dipesa dalla sua amministrazione. E qui il discorso si complicherebbe un po’ per il sindaco di Palermo.
Negli anni passati queste ordinanze le firmava il presidente della Regione. E secondo noi era una forzatura, se non un errore.
L’attuale presidente della Regione, Nello Musumeci, ha approfondito gli aspetti giuridici, e dovrebbe avere appurato – a nostro modesto giudizio – che la Regione siciliana, sui rifiuti urbani, non ha alcuna competenza!
Quindi è il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, che deve firmare l’ordinanza per far seppellire nelle discariche private i rifiuti di Bellolampo, assumendosene la responsabilità.
In alternativa potrebbe rivolgersi al Governo nazionale.
Ma – lo ribadiamo ancora una volta – anche il Governo nazionale non può obbligare gli altri Comuni siciliani a prendersi i rifiuti di Palermo a vita!
Ricordiamo che, anche se tante discariche della Sicilia sono private, i rifiuti inquinano territori comunali. In Sicilia ci sono discariche gestite da privati che dovrebbero essere già chiuse da anni, che sono state chiuse e che sono state riaperte nel nome dell’emergenza.
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