Formazione, condannato in appello Genovese (pena ridotta). I ‘buchi neri’ di un settore rimasti tali/ MATTINALE 406

21 settembre 2019

Alla fine, riflettendo, il ‘caso’ di Francantonio Genovese è forse unico: unico politico coinvolto e condannato (insieme con il cognato Franco Rinaldi) in un mondo che, a partire dal 1997, è stato letteralmente preso in ostaggio dalla politica. La sensazione è che una stagione dove centrodestra e centrosinistra (e il mondo sindacale) hanno fatto il bello e il cattivo tempo sia stata chiusa con un paio di ‘capri espiatori’

Si torna a parlare – in negativo – di Formazione professionale in Sicilia. In scena torna l’ormai ex parlamentare nazionale del PD, poi passato a Forza Italia, Francantonio Genovese. Su di lui si è pronunciata la Corte d’Appello di Messina che l’ha condannato a 6 anni e 8 mesi: una pena inferiore a quella che gli era stata inflitta in primo grado, quando i giudici lo avevano condannato a 11 anni.

Il processo è quello dei cosiddetti ‘Corsi d’oro 2’, ovvero corsi di formazione professionale.

Non è andata bene al cognato di Genovese, Franco Rinaldi, ex deputato regionale del Partito Democratico, anche lui passato poi nelle file di Forza Italia. In primo grado Rinaldi era stato condannato a 2 anni e mezzo; in appello gli è stata inflitta una condanna più pesane: 3 anni e 2 mesi.

Per la cronaca, l’appello riguarda 21 persone – e tra queste anche le mogli dei due condannati – e sette società. I reati sono truffa, riciclaggio, falso in bilancio e altro.

Adesso, con molta probabilità, la parola passerà ai giudici della Corte di Cassazione.

La stagione alla quale fa riferimento questa storia, non esattamente esaltante, inizia nella seconda metà degli anni ’90, quando la Formazione professionale siciliana – che fino ad allora era stata gestita da Enti no profit – comincia a subire un lento e inesorabile processo di privatizzazione.

Nella seconda metà degli anni ’90 si apre la lunga stagione di compravendita di Enti formativi (e di corsi finanziati con fondi pubblici…). Un mercato delle vacche dove scorrazzavano esponenti di centrodestra e centrosinistra.

Succede che i politici – che fino ad allora erano rimasti al di fuori del sistema formativo, condizionando la gestione degli Enti formativi storici – decidono di entrare direttamente nel sistema: o acquisendo gli Enti, o dando vita ad Associazioni ed Enti privati. 

La storia di Genovese – rampollo di una nota famiglia di imprenditori di Messina – si inserisce in questo filone.

Genovese non è il solo politico siciliano che entra in questo settore: ma, da quello che noi capiamo – è uno dei pochi politici che viene inquisito e condannato.

E gli altri politici? E tre organizzazioni sindacali – CGIL, CISL e UIL – che, per anni, hanno gestito direttamente i corsi di Formazione professionale della Sicilia? Tutto a posto?

Importante: qualcuno ha mai indagato sui soldi che avrebbero dovuto essere corrisposti ai discenti? Perché tra i ‘buchi neri’ della Formazione professionale siciliana c’è anche questo aspetto dimenticato.

Ultima considerazione. Bene o male, fino a quando la Formazione professionale, in Sicilia, è stata gestita dagli Enti formativo storici, il settore funzionava. Si diceva che funzionava a sostegno dei servizi e di piccole e medie imprese.

Ma diceva questo, presentandosi come grande economista, non spiegava quali grandi imprese avrebbe dovuto sostenere la Formazione professionale della nostra Isola? La chimica ‘pesante’ di Siracusa, Gela e Milazzo?

Da quando la Regione siciliana ha deciso – violando le norme comunitarie – di accollare il costo della Formazione al Fondo Sociale Europeo (FSE), la Formazione professionale della nostra Isola è andata sempre indietro.

Sempre per la cronaca, la Regione siciliana non può far pesare sui fondi europei l’intero costo dei corsi di Formazione. Ci deve essere il cofinanziamento di Stato e Regione. Lo prevede il cosiddetto principio di addizionalità voluto proprio dalla UE.

E’ stato rispettato e viene oggi rispettato il principio di addizionalità? Secondo noi, no. Ma questo è avvenuto e avviene perché i controlli di Bruxelles sono carenti. Ancora per la cronaca, là dove i controlli comunitari sono stati effettuati, la Regione siciliana è stata chiamata a restituire i fondi.

Va notato un particolare: per gli altri Fondi strutturali europei – per esempio, per il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FERS) – per sgravare lo Stato e la Regione del cofinanziamento, o di una parte del cofinanziamento, sono state inventate ‘rivisitazioni’ e ‘riprogrammazioni’.

Per la Formazione il cofinanziamento è stato tolto a prescindere, confidando nella buona sorte…

I risultati? Di fatto – ad esclusione dell’Avviso 20 del 2011, finanziato in modo rocambolesco nel 2012, e ad esclusione dei corsi riservati ai minori che abbandonano la scuola dell’obbligo (OIF) – la Formazione professionale, in Sicilia, a partire grosso modo del 2014, è praticamente scomparsa.

Migliaia di giovani siciliani, per quasi cinque anni, sono stati privati della Formazione professionale: ma di questo non glien’è fregato niente a nessuno!

Così come non glien’è fregato niente a nessuno di circa 8 mila dipendenti della Formazione professionale licenziati.

Solo in questo ultimo anno sono riapparsi i primi, timidi corsi di Formazione professionale, gestiti da privati.

Da quello che ci risulta, non c’è il recupero dei lavoratori licenziati, ma – in buona parte – nuovi assunti.

Anche sul fronte delle Politiche del lavoro – nel passato in parte associate al mondo della Formazione professionale (fino al 2009, correttamente, Formazione professionale e Politiche del lavoro erano riunite in un unico assessorato regionale, poi sono stata scisse in ottemperanza a una riforma sbagliata tutt’ora in vigore) – non c’è verso di far tornare a lavorare chi operava in questo settore (Sportelli multifunzionali).

La politica siciliana, in questo, sta dimostrando di essere socialmente ‘tribale’: chi non è ‘protetto’ o raccomandato può anche morire!

Sarebbe interessante, infine, chiedere alla politica siciliana che fine hanno fatto i fondi europei destinati alla Formazione professionale siciliana che non sono stati utilizzati.

Noi, per esempio, tre anni fa, abbiamo scritto che l’Avviso 8 – 136 milioni di fondi europei – era, in realtà, un raggiro contabile. I fatti ci hanno dato ragione. 

E allora: che fine hanno fatto questi 136 milioni di euro? E che fine hanno fatto tutti gli altri fondi europei destinati alla Formazione professionale siciliana e mai utilizzati?

Foto tratta da La Sicilia 

 

 

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