Sicilia terra di nessuno. In 89 Comuni dell’Isola chiudono le banche e chiudono anche gli Uffici postali. Cittadini e pensionati costretti ad arrangiarsi. Soprattutto questi ultimi – i pensionati – costretti a percorrere chilometri per incassare la pensione. Così l’Italia ‘pensa’ alla Sicilia e al Sud!
di Carmelo Raffa
Sud Italia sempre più abbandonato. Insomma, al peggio non c’è fine. La crisi messa a nudo qualche giorno fa dalla SVIMEZ viene più in risalto alla luce delle preoccupazioni espresse dall’ANCI Sicilia (Associazione Nazionale Comuni Italiani) che rileva che 89 Comuni siciliani, definiti in un articolo pubblicato oggi dal Giornale di Sicilia “Comuni fantasma”, non solo non hanno sportelli bancari, ma sono stati abbandonati anche dalle Poste italiane che hanno chiuso i propri sportelli.
E qualche giorno fa il presidente dell’ANCI, Leoluca Orlando, ha indirizzato un appello alla maggiore Banca presente in Sicilia: UniCredit, che è quella che ha assorbito gli ex sportelli del Banco di Sicilia, della Sicilcassa, della Banca di Roma e del Credito Italiano. UniCredit, di anno in anno, si diletta a chiudere sportelli nei piccoli Comuni, creando così seri problemi alle popolazioni.
Ecco quanto ha scritto l’ANCI a tal proposito:
“Il Presidente dell’Anci Sicilia, Leoluca Orlando, anche alla luce dello sciopero dei lavoratori proclamato per lunedì 29 luglio, manifesta la propria preoccupazione circa il piano di ristrutturazione presentato da UniCredit che annuncia, ancora una volta, la riduzione dei livelli occupazionali nei territori siciliani e la riduzione degli sportelli nei Comuni più piccoli. Tutto questo non solo impoverirebbe i servizi resi ai cittadini, ma arrecherebbe disagi a svariate comunità, obbligate a fruire del servizio bancario a notevoli chilometri di distanza”.
Ma come abbiamo evidenziato sopra l’allarme “abbandono” non solo investe le Banche, ma perfino gli uffici postali ed in questo modo a soffrirne di più sono principalmente gli anziani pensionati che debbono recarsi a chilometri e chilometri di distanza per percepire la pensione. E tutto ciò perché in questi centri mancano perfino i Bancomat.
Disagi su disagi, quelli degli abitanti dei piccoli centri che vengono privati non solo dai servizi sociali, ma anche e in alcuni casi dei distributori di benzina. In questo scenario di crisi i cittadini dei cosiddetti Comuni siciliani ‘fantasma’ vengono anche assoggettati alle tasse sugli immobili sfitti e non venduti per il semplice fatto che nessuno li compra.
In Italia è stata proclamata la fine dello Stato sociale; ciò è accaduto con l’avvento della Seconda Repubblica. Molti rimpiangono la Prima Repubblica, anche se aveva tanti difetti.
Per quanto ci riguarda, auspichiamo che la Terza Repubblica ponga dei rimedi e consideri tutti i cittadini uguali e con gli stessi doveri e diritti. Non si può pretendere che tutti paghino tasse e imposte e poi a beneficiarne siano solo alcuni, mentre ad altri cittadini vengono negati tanti, troppi servizi.
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