Torniamo a porre la domanda che abbiamo posto nei giorni scorsi: se la pubblicità televisiva ci dice che la pasta industriale italiana è fatta “con grano rigorosamente italiano”, che fine fa tutto il grano canadese che arriva in Italia? E ne arriva veramente tanto, addirittura sette volte in più dopo l’entrata in vigore del CETA, come sottolinea la Coldiretti
E meno male che il CETA – l’accordo commerciale tra Unione Europea e Canada – non avrebbe avuto effetti sull’import di grano! Invece l’import di grano canadese in Italia è in vertiginoso aumento. Lo dice la Coldiretti in un articolo pubblicato su DAILY VERONA NETWORK:
“Aumenta di 7 volte la quantità di grano importato dal Canada in Italia nel 2019 dopo l’entrata in vigore del CETA, l’accordo di libero scambio fra la UE e il Paese nord americano. È quanto emerge da un’analisi di Coldiretti su dati Istat nei primi quattro mesi dell’anno rispetto allo stesso periodo del 2018 in relazione ai controlli sul carico di oltre 19 milioni di chili di grano canadese a bordo della motonave ‘Ocean Castle’ battente bandiera maltese al porto di Pozzallo in Sicilia”.
Nell’articolo si fa riferimento alla nave carica di grano canadese che, in queste ore è approdata in Sicilia, nel porto di Pozzallo. E si sottolinea che “Il balzo delle importazioni – sono sempre dichiarazioni della Coldiretti – arriva proprio al termine della stagione di trebbiatura del grano italiano. Un lavoro che rischia di essere vanificato dalla concorrenza sleale delle importazioni dall’estero di prodotti che non rispettano le stesse regole di sicurezza alimentare e ambientale vigenti nel nostro Paese come il grano duro canadese trattato con l’erbicida glifosato in pre-raccolta, secondo modalità vietate sul territorio nazionale dove la maturazione avviene grazie al sole”.
In realtà, il problema riguarda anche il grano tenero canadese, varietà Manitoba, che ormai ha letteralmente invaso l’Italia. E se il grano duro, per l’80%, riguarda il Sud Italia, il grano tenero (molto utilizzato nell’industria dolciaria) riguarda invece il Centro Nord Italia.
Coldiretti lancia l’allarme, avvertendo che quello che sta avvenendo in Italia Una situazione “mette in pericolo la vita di oltre trecentomila aziende agricole che coltivano grano spesso in aree interne senza alternative produttive e per questo a rischio desertificazione. Alla perdita economica e di posti di lavoro – conclude l’organizzazione agricola – si aggiunge il rischio ambientale in un Paese che, con l’ultima generazione, ha perso oltre un quarto della terra coltivata per colpa dell’abbandono, della cementificazione e delle speculazioni che sottopagano i prodotti agricoli”.
Ribadiamo: nell’articolo non è specificato se si tratta di grano duro, di grano tenero o di entrambi. Noi siamo portati ad affermare che si tratta di un aumento, in Italia, dell’import sia di grano duro canadese, sia di grano tenero canadese.
Poiché siamo meridionali, a noi interessa la questione del grano duro canadese, perché nel Sud – specie in Puglia e in Sicilia – il grano duro è una coltura d’elezione. E poiché con il grano duro si produce la pasta, e poiché in Tv le pubblicità ci dicono che la pasta industriale italiana è fatta “con grano duro rigorosamente italiano”, noi ci chiediamo e chiediamo: che fine fa tutto il grano duro canadese che arriva in Italia?
QUI L’ARTICOLO DI DAILY VERONA NETWORK
“Pasta fatta con grano rigorosamente italiano”. E il grano che arriva con le navi che fine fa?/ MATTINALE 346
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