Pensata e prodotta durante il Nazismo, l’auto che ha fatto la storia della Volkswagen viene riproposta nel secondo dopoguerra ottenendo un successo strepitoso. Il Maggiolino segna due epoche in Germania, ma segna un’epoca anche negli Stati Uniti d’America, dove conquista la gioventù ribelle degli anni ’60 e il grande cinema con ‘Il Maggiolino tutto matto’. Nel 1978 la fine della produzione in Germania e il ‘trasferimento’ in Messico. E oggi addio anche a ‘el carro del pueblo’
Chi ha vissuto gli anni ’70 del secolo passato, e magari gli indimenticabili anni ’60, non può certo dimenticare il Maggiolino della Volkswagen, automobile per certi versi mitica che ha segnato più epoche in Continenti diversi. Raramente nella storia dell’automobilismo si incontra una vettura così carica di storia e di suggestioni così diverse tra loro. Ebbene, il Maggiolino ora è solo storia, visto che, da oggi, la fabbrica messicana della della Volkswagen, che si trova a Puebla, interrompe la produzione.
Eh sì, un’automobile entrata nel mito. E dire che i presupposti per far scomparire il Maggiolino subito dopo la Seconda Guerra mondiale c’erano tutti. Infatti, quest’auto la volle niente poco di meno che Adolf Hitler. Nella Germania del Reich nazista il Maggiolino, come scrive Gazzetta Motori, sarebbe dovuta diventare “la vettura del popolo”.
A disegnare le linee inconfondibili del Maggiolino è l’ingegnere austriaco Ferdinand Porsche. Un’auto che avrebbe dovuto diventare una sorta di alternativa alla Ford Model T, conosciuta anche come Tin Lizzie (lucertolina di latta), o semplicemente Ford T, è una vettura prodotta dalla Ford Motor Company di Detroit dal 1908 al 1927.
Con lo scoppio della Seconda guerra mondiale si interrompe la produzione del Maggiolino. Deposte le armi, la Germania torna a puntare sul Maggiolino, alla faccia di Hitler. Una scelta che si rivela esatta, se è vero che nel 1955 sono in circolazione un milione di Maggiolini nel vecchio Continente, ma anche negli Stati Uniti d’America.
La storia dell’incontro tra il Maggiolino e gli americani merita un capitolo a sé. E’ noto quanto gli americani tengano alla propria economia e alla propria industria automobilistica. Ma questa auto tedesca dalle forme particolari, tondeggianti, conquista gli americani, soprattutto i giovani: e, soprattutto, i ribelli.
Sì, è un fenomeno interessante, sotto il profilo sociologico, il grande successo del Maggiolone negli Stati Uniti d’America degli anni ’60. Soprattutto tra i ragazzi che danno vita al fenomeno hippie. Quest’auto diventa il simbolo della rivolta giovanile, del mondo ribelle e anticonformista di tanti giovani americani di quegli anni.
Non solo. Per uno di quei paradossi che, ogni tanto, contraddistinguono la storia economica, l’auto simbolo della contestazione diventa, contemporaneamente, un grande business: oltre 560 mila o maggiolini venduti solo negli Stati Uniti, che diventano il più importante mercato straniero per la tedesca Volkswagen!
Quella che avrebbe dovuto essere – e per certi versi lo era – una critica serrata al capitalismo, diventa esse stessa un punto di forza dello stesso capitalismo!
A dimostrarlo c’è anche il mondo del cinema che, sempre nel 1968, lancia Un Maggiolino tutto matto, un film – prodotto dalla Disney e diretto da Robert Stevenson – che farà sognare milioni di bambini di tutto il mondo.
Insomma, a differenza di oggi, dove assistiamo al capitalismo nelle sue estreme forme liberiste che appiattisce tutto e livella verso il basso la stragrande maggioranza della popolazione mondiale, il capitalismo che si confrontava con ‘Impero comunista’ nella ‘Guerra fredda’ era molto più dinamico, riuscendo a metabolizzare e, alla fine, a guadagnare, anche sulle rivolte anticapitaliste!
Un altro anno cruciale, per il maggiolino, è il 1978. Quando la Volkswagen decide di chiudere il capitolo del Maggiolino e di puntare su un’auto che avrà pure un grande successo: la Golf.
Il Maggiolino – con 21 milioni di esemplari prodotti – viene archiviato in Germania, ma si continua a produrlo in Messico, dove diventa “el carro del pueblo”.
Negli ultimi anni del ‘900 i tedeschi della Volkswagen ci ripensano, anche se in modo non troppo convincente. E affidano il restyling, realizzato sul pianale della nuova Golf, al nipote dell’ingegner Porsche. Vede così la luce il VW New Beetle (Typ 9C), auto dal 1997 al 2012 e commercializzata in Italia dal 1999. è decisamente un’altra cosa rispetto al Maggiolino, sul quale cala il sipario: l’ultimo esemplare verrà conservato in un museo.
Ma non ha nulla, ma proprio nulla a che vedere con il Maggiolino. Della mitica auto della Volkswagen non ha la forza, né il ‘carisma’.
Foto di un Maggiolino del 1964 tratta da shpock.com
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