Ce lo chiediamo per due ragioni. Primo: perché lo scorso anno, con il Rendiconto 2017, è scoppiato un parapiglia con la Corte dei Conti. Secondo: perché vorremmo capire quanti soldi sono stati tolti alla sanità pubblica siciliana nel 2018 per pagare spese che, con la sanità siciliana non c’entrano proprio nulla! A quanto pare la ‘Parifica’ slitterà a settembre
In assenza di soldi all’Assemblea regionale siciliana messa a stecchetto dalla mancanza di risorse finanziarie approda la crescita economica futura con l’approvazione del Defr (Documento di economia e finanza regionale) da parte della Giunta di Nello Musumeci. Vi risparmiamo un documento noioso per metà fatto di cifre in parte vere e, per l’altra metà, di previsioni (QUI TROVATE UN ARTICOLO). L’unica cosa veramente positiva nei conti della regione siciliana – cosa che abbiamo già sottolineato – è l’avvio della spesa dei fondi europei relativi alla tutela dell’ambiente. Una cosa che invece non capiamo è l’assenza del rendiconto 2018: che fine ha fatto?
Noi che veniamo dagli anni ’80 del secolo passato eravamo abituati alla ‘Parifica’ del Bilancio dell’anno precedente a giugno, da parte della Corte dei Conti per la Sicilia.
Giugno è passato e non abbiamo sentito nemmeno parlare di ‘Parifica’: che sarebbe l’atto con il quale la Corte dei Conti, ogni anno, approva il Bilancio della Regione siciliana dell’anno precedente.
Perché siamo curiosi? Perché dopo quello che è successo lo scorso anno, quando l’assessore all’Economia, nonché vice presidente della Regione, Gaetano Armao, nel Rendiconto 2017, negava la presenza di un ‘buco’ di oltre 2 miliardi di euro nei conti della Regione, ci piacerebbe capire come finirà quest’anno con il Rendiconto 2018.
Attenzione: il passaggio è solo apparentemente ‘tecnico’, perché le scelte che si vanno a mettere nero su bianco nel Rendiconto poi si riflettono nel Bilancio regionale successivo.
Lo scorso anno, ad esempio, come già ricordato, Armai negava il ‘buco’ di oltre 2 miliardi di euro. Ma poi la Corte dei Conti l’ha messo alle strette e i 2,1 miliardi mancanti sono emersi, con tutti i disastri che ciò ha comportato.
Noi siamo un po’ ‘monelli’: ma a noi nessuno ci leva dalla testa che anche l’attuale Governo, sulla ‘cassa’, fa quadrare i conti (o meglio, le spese) andando ad attingere soldi dal Fondo sanitario regionale.
Cosa ce lo fa pensare? Il fatto, denunciato qualche giorno fa del presidente regionale della Società italiana medicina d’emergenza urgenza (Simeu), Antonio Giovanni Versace, stando al quale le istituzioni siciliane avrebbero abbandonato i Pronto Soccorsi dell’Isola.
Poiché in aritmetica – piaccia o no ai vari Governi siciliani – due più due fa sempre quattro, se, sulla carta, i fondi per la sanità pubblica siciliana sono rimasti gli stessi, ma mancano medici e infermieri e i Pronto Soccorso sono stati abbandonati, ‘sti picciuli – come si usa dire dalle nostre part – a quacchi banna finisciuni: e, secondo noi, i fondi della sanità pubblica siciliana vengono utilizzati in parte per finalità che con la sanità non hanno nulla, ma proprio nulla a che partire.
Lo sappiamo: lo Stato scippa alla sanità siciliana, dal 2009, quasi 600 milioni di euro all’anno; e il Governo Renzi e il Governo Crocetta, nella passata legislatura, hanno fatto tutto il resto.
Però, noi, con rispetto parlando, vorremmo leggere ‘sto Rendiconto 2018. Anche perché, l’ultima volta che abbiamo chiesto notizie, ci hanno detto che c’erano problemi con gli avanzi di amministrazione e con il solito Decreto 118 del 2011.
Ci dicono che a luglio non vedremo il Rendiconto 2018: la Corte dei Conti l’avrebbe chiesto, ma gli uffici dell’assessorato all’Economia avrebbero chiesto tempo.
Sembra che non si materializzerà nemmeno ad agosto, ma se andrà bene, a settembre. Vedremo.
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