Forse la considerazione giusta sull’incendio che venerdì scorso ha ‘ingiottito’ la vegetazione della Riserva naturale di Capo Gallo la dà l’ecologo Silvano Riggio: “Difficile dare tutta la colpa a un imbecille”. Le opere di prevenzione del fuoco erano state effettuate? 

Era una Riserva naturale istituita dalla Regione siciliana. Era: perché oggi, dopo l’incendio di venerdì scorso, come scrive sulla propria pagina Facebook Silvano Riggio, docente di Ecologia all’università di Palermo, la Riserva di Capo Gallo è “una coltre di cenere”.

Le domande sono sempre le stesse: chi è che si occupa della sicurezza nelle Riserve naturali della Sicilia? E, soprattutto: erano state effettuate le opere di prevenzione degli incendi?

Di fatto, un altro angolo di verde della Sicilia è andato in fumo. Il tutto è avvenuto in pieno giorno, sotto gli occhi di migliaia di persone che affollavano la spiaggia di Mondello.

Sul posto sono intervenuti i Vigili del fuoco, gli uomini della Forestale e il solito Canadair, l’aereo anfibio molto ‘gettonato’, in Sicilia, per lo spegnimento degli incendi.

Commenta il professore Silvano Riggio commentando le immagini di capo Gallo dopo l’incendio:

“Ecco cosa resta sul lato di mezzogiorno di monte Gallo il giorno seguente all’incendio di venerdì scorso. Una coltre di ceneri laddove a fatica si era riformata una copertura arbustiva dopo che un incendio massiccio aveva distrutto la pineta impiantata 50 anni fa dalla Forestale. Allora si era gettata la colpa sugli speculatori mafiosi che avevano l’obiettivo di impiantare un complesso edilizio ancor più grande di quello su Pizzo Sella. Oggi si incendia per quale scopo? Difficile dare tutta la colpa a un imbecille. In ogni caso resta lo sfregio ad un luogo che è l’icona simbolo di Mondello”.

In prima pagina, un’immagine di Capo Gallo in fiamme (foto meteoweb)

la foto del professore Silvano Riggio è tratta da researchgate.net 

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