Vorrei tanto amare il mio paese Isola delle Femmine, ma…

18 giugno 2019

Una riflessione del Comitato Cittadino Isola Pulita in occasione dell’anniversario dell’omicidio mafioso di Vincenzo Enea, avvenuto l’8 giugno 1982 a Isola delle Femmine

da Pino Ciampolillo
riceviamo e pubblichiamo

Cittadino Vincenzo, sono trascorsi 37 anni da quel tragico mattino che la Mafia ha eseguito la sentenza di morte.

Il tribunale della Mafia così aveva deciso, visto che Ti ostinavi a non rispettare le leggi i regolamenti la violenza della Mafia.

Dal luogo ove Ti trovi pensi che il Tuo sacrificio, il Tuo esempio sia stato utile per debellare la Mafia a ISOLA Femmine?

Purtroppo, caro Vincenzo, devo dirTi che a Isola delle Femmine non solo non è stata debellata la mafia, ma la mafia è viva e vegeta come non mai.

È una mafia che si è vestita di antimafia.

La mafia si è radicata nel territorio e gestisce l’impossibile: gare, appalti, corruzione, cimiteri, amministrazioni, negozi, rifiuti. E condiziona i rapporti umani.

La mafia del ‘pizzo’ sì, sì, anche questo si trova a Isola delle Femmine.

Come diceva Falcone, ” la mafia si è insediata negli Uffici Tecnici Comunali”.

Nemmeno il mare Bene Comune ci hanno lasciato.

Sì la mafia condiziona anche la gestione dei lidi.

Gestisce con violenza, con arroganza, con la corruzione, con emarginazione con la ghettizzazione, con esclusione.

È una Mafia che diventa “kultura”.

Tutti siamo picciotti anche senza coppola.

Il risultato che a Isola delle Femmine Antimafia Mafia Politik Massoneria Affaristi Corruttori Corrotti ci hanno mangiato il cervello.

Siamo arrivati al punto di non ritorno, come dice il magistrato GRATTERI.

Sono i politici/amministratori che cercano la mafia.

Stimolato da un amico, Filippo Ammirata, mi viene meglio precisare cosa io intendo con il termine “kultura”.

“Kultura”, caro Amico Filippo, è quella che non ha il coraggio di esprimere solidarietà alla Cittadina-Vigilessa aggredita, pestata selvaggiamente sul luogo di lavoro nell’esercizio della sua attività.

Pensate, cittadini di Isola delle Femmine: un’aggressione all’interno della caserma della Polizia Municipale.

Il non aver espresso pubblica solidarietà è espressione di una forte volontà di voler emulare queste azioni delittuose.

È la realtà, cittadini di Isola, ed è con questi comportamenti che quotidianamente ci scontriamo.

Una realtà di violenza che non esclude nessuno: donne uomini bambini giovani anziani.

Una realtà di violenza che viene espressa in ogni luogo sia pubblico che privato, in piazza, per strada. Gli autori di queste violenze se ne fregano del famoso detto: “Che figura faccio?”. Anzi sono orgogliosi della loro violenza.

Per loro, che sfogano la loro violenza, diventa un titolo di merito di cui vanno fieri. Avete visto come gli ho messo paura? Così gli ho fatto capire che il territorio è mio e non devono metterci piede. Anzi se ne devono andare, devono sparire.

Peccato, Signora, ha Introitato e fatto suo il comportamento tenuto da svariati personaggi, nessuno escluso, ma per economia vorrei citare un episodio di violenza di bullismk e di “sguaiatismo”. Protagonista un
“SINDACO” nell’esercizio delle sue disfunzioni.

Improvvisamente si mette ad urlare aprendo e spalancando le porte dei vari uffici, urla da mercato:

“Cosa fa questo foggiano nei nostri uffici, mandatelo via da Isola. Bonificato tutto. “È un fango, è una merda. La peggior razza, viene solo a rompere questo fango foggiano…”.

Tutto questo urlare a squarciagola lungo tutto il corridoio del Comune.

Camminava ed urlava naturalmente, mai rivolto lo sguardo verso la mia persona.

Penso ancora adesso che l’unico foggiano presente in quel luogo e a quell’ora ero io…

(Tutto avveniva il 14 febbraio 2017, giorno in cui la Corte dei Conti invia la deliberazione dell’inizio della storia del default economico comunale).

Mi chiedo e Vi chiedo: quali insegnamenti, quali modelli comportamentali portano a casa ai loro mariti mogli figli nipoti?

“Kultura” è figli, nipoti, mariti, mogli che riportano quegli stessi comportamenti vissuti, introitati, digeriti, fatti propri: nelle scuole, per strada, nei giochi, nelle relazioni interpersonali.

Qualcuno chiama tutto ciò Bullismo senza età e senza genere: di Grandi Piccoli Femmine Uomini Vecchi Anziani.

“Kultura” è la violenza verbale fisica morale, denigratoria, esercitata da Sindaci Assessori Consiglieri Presidenti del Consiglio, contro i Cittadini che osano denunciare, criticare la loro condotta nella gestione della cosa Pubblica adottando atti, provvedimenti, che oltre ad essere illegittimi mettono in dubbio la tenuta della legalità.

E’ chiaro che non stiamo parlando di fantascienza: scioglimenti di Consigli comunali ve ne sono stati a Isola delle Femmine.

Chi sono stati protagonisti ed interpreti? Tutti tutti tutti di ieri di oggi ed anche di domani.

Caro amico, con “kultura” non intendo di certo il numero di libri letti o i titoli e le quantità di lauree e diplomi acquisiti (se pensiamo la facilità con cui possiamo comprarci queste lauree diplomi o master, fa veramente ridere definirli risorse kuturali acquisite).

Chiamasi “kultura” tutto ciò che non si ricollega ad un divenire della Storia, alle Rivoluzioni e Controrivoluzioni alle tradizioni di un Popolo di una Comunità.

“Kultura” è tutto ciò che psicologicamente è imposto tutto ciò che “forzatamente” ci hanno fatto digerire per non essere fuori moda.

Cultura sono gli Uomini delle scorte Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Motinari, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina, Emanuela Loi, Claudio Traina, Mario Trapassi, Salvatore Bartolotta, Stefano Li Sacchi, Antonino Lo Russo. Sono Placido Rizzotto ,Salvatore Carnevale.

Cultura sono sono i morti di Portella della Ginestra ,Cultura è Leonardo Sciascia, è Giovanni Falcone, è Antonino Caponnetto, è Rocco Chinnici, è Paolo Borsellino, è Francesca Morvillo, è Pietro Scaglione, è Nino Di Matteo, è il giovane Giudice Livatino ucciso a soli 38 anni, è Dalla Chiesa, è Eugenio Montale, è Pasolini, è oriana Fallaci, è Giampaolo Pansa, è Libero Grassi, è Zygmunt Bauman, è Adorno, è la Scuola di Francoforte, sono le correnti dell’Illuminismo del Rinascimento… ( tutto ciò al di là delle proprie convinzioni politiche ideologiche).

La cultura è nelle pieghe delle rughe dei nostri nonni. È nelle vecchie foto dei nostri antenati che ritrovi parte di ciò che noi SIAMO.

Foto tratta da mondointernazionale.com

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