Una nota dell’ANSA annuncia che l’impresa trapanese Castiglione ha deciso di chiudere la tonnara di Favignana. Di questo dobbiamo ringraziare il sottosegretario della Lega, Franco Manzato, che in queste ore cerca di arrampicarsi sugli specchi per giustificare un atto di governo che, nella migliore delle ipotesi è frutto di distrazione e che, nella peggiore delle ipotesi è leghista e anti-siciliano allo stato puro!
La Tonnara di Favignana, è il caso di dirlo, tira le reti in barca. In altre parole, dopo aver affrontato notevoli spese per mettere in mare le reti della tonnara tradizionale che fu dei Florio, l’impresa Castiglione di Trapani ha deciso di interrompere le attività di pesca. Come abbiamo raccontato ieri, 14 tonnellate di Tonno Rosso del Mediterraneo – questa la quota assegnata all’unica tonnara fissa della Sicilia dal Ministero delle Politiche agricole che si occupa anche di Pesca – è una quantità irrisoria che non giustifica, sotto il profilo economico, l’investimento e i costi di mantenimento a mare delle reti (QUI IL NOSTRO ARTICOLO DI IERI).
Da qui la decisione chi interrompere le attività di pesca, come si legge in un lancio dell’ANSA. In questi casi è meglio perdere che straperdere.
“Contavamo di ottenere 100 tonnellate o, nella peggiore delle ipotesi, 70 – dice all’ANSA l’imprenditore Nino Castiglione, titolare di una nota azienda del Trapanese che lavora il Tonno Rosso del Mediterraneo -. Invece la quota assegnata dal ministero è di 14 tonnellate. Non voglio fare polemica, dico solo che, se questo è il metodo della politica per sviluppare il Mezzogiorno, possiamo chiudere bottega”.
Castiglione, due anni fa, per non perdere i diritti acquisiti, ha investito 700 mila euro nella tonnara a Favignana. In queste ore, “con grande dispiacere e profonda amarezza, nelle Egadi sono in corso le operazioni di sospensione dell’intera operazione – dice sempre l’imprenditore trapanese -. Il calo della tonnara coinvolge, oltre l’indotto, 40 unità lavorative, nonché l’impiego di imbarcazioni e reti. Per calare la tonnara – ribadisce Castiglione – abbiamo dovuto affrontare una sfilza di pastoie burocratiche, che ci hanno rubato tempo e denaro. Adesso la doccia gelata”.
Su Live Sicilia leggiamo la replica del sottosegretario leghista, Franco Manzato:
“Abbiamo dato la possibilità concreta di far ripartire la tonnara di Favignana, chiusa da oltre dieci anni e quella di Cala Vinagra; la ripartizione delle quote di tonno nel decreto che ho firmato ieri è stata fatta su chiari principi di equità e tenendo conto dei dati storici delle catture delle singole tonnare”.
“Per la prima volta il ministero ha dato ordine a un settore come è quello delle tonnare fisse, dove la cattura del tonno era affidata al caso, senza regole e con possibili squilibri tra gli impianti in attività”.
Manzato replica all’assessore regionale all’Agricoltura, Edy Bandiera, che ha criticato l’operato del Governo nazionale.
“A tutte le voci negative e a Edy Bandiera, che essendo l’assessore all’Agricoltura in Sicilia non può non essere informato – precisa ancora il sottosegretario leghista – vorrei chiarire che se ieri non avessi firmato il decreto di ripartizione di quote di tonno rosso, Favignana non avrebbe avuto quote di pesca e quindi alcuna possibilità di ripartire, perché la soglia massima di cattura assegnata dall’Europa era già stata esaurita dalle tonnare sarde”.
Manzato infine, precisa che “all’assessore non dovrebbe sfuggire che grazie a un mio decreto del 16 maggio è possibile il trasferimento delle quote di cattura da una tonnara all’altra; quote che verranno con ogni probabilità offerte dalle tonnare sarde e con le quali Favignana potrà sicuramente incrementare le 14 tonnellate assegnate”.
La dichiarazione del sottosegretario è strana e contraddittoria.
E’ strana perché ormai il Governo nazionale è in carica da un anno e il sottosegretario Manzato non poteva ignorare quanto fatto dalla Regione siciliana e da Castiglione per riaprire la tonnara di Favignana.
E’ una dichiarazione contraddittoria, perché prima Manzato dice che “la soglia massima di cattura assegnata dall’Europa era già stata esaurita dalle tonnare sarde” e poi aggiunge che le tonnare sarde potranno offrire alla tonnara di Favignana quote di tonno da porte pescare che potranno “sicuramente incrementare le 14 tonnellate assegnate”.
La domanda, a rigor di logica, è: ma se le quote le ha assegnate lo stesso sottosegretario, lui e i suoi uffici non potevano stare più attenti, evitando di assegnare più quote ad altre tonnare fisse e l’irrisoria quota di 14 tonnellate alla tonnara di Favignana?
Che senso ha, a ‘frittata’ fatta, giustificarsi tirando in ballo la manfrina delle tonnare sarde che cedono quote di pesca alla tonnara di Favignana? Lo capisce o no, il sottosegretario leghista, che così dicendo peggiora solo la sua situazione e rende il Governo del quale fa parte ancora più odioso?
La nostra sensazione è che, nella migliore delle ipotesi, gli uffici del sottosegretario e lo stesso sottosegretario non hanno prestato la dovuta attenzione alla vicenda, perché tanto di mezzo c’era la Sicilia…
Ci chiediamo: se invece che a Favignana la tonnara fosse stata localizzata nel Nord Italia il sottosegretario si sarebbe comportato alla stessa maniera?
Foto tratta da blogsicilia.it
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