L’autrice della lettera, che collabora con ‘I Nuovi Vespri’, ha scritto una lettera al vice Presidente del Consiglio e Ministro, Luigi Di Maio, che ha conosciuto personalmente nel corso della trattativa tra il Governo nazionale, Regione siciliana e lavoratori della Formazione professionale e degli ex Sportelli multifunzionali
di Adriana Vitale
Caro Luigi Di Maio,
credo tu sia immeritatamente, lo riconosco da persona molto critica verso il tuo movimento e lontana politicamente dalle tue idee, il capro espiatorio di una strategia messa a punto a tavolino da una macchina infernale che si chiama comunicazione di massa, che questa volta ha fallito.
Cosa non ha funzionato a mio modesto parere?
Nati con un “vaffa” contro la casta per trasformarvi in casta.
Nati per portare il cittadino nelle istituzioni ma vi siete presto istituzionalizzati.
Nati per stare da soli, senza inciuci e senza accordi, poco vale aver chiamato “contratto” un’intesa, sempre accordo rimane, vi siete, come dire “contaminati”.
La regola dei due mandati ti ha costretto ad un legame innaturale dentro un movimento composto da tante energie che avevano un “vaffa” come unico comune denominatore.
Un insieme di anime, ognuno con la propria sensibilità politica, soccombe al cospetto di un corpo che ha definito in seno una propria identità. Non avete saputo guardare lontano, agli effetti che irrimediabilmente avrebbe prodotto.
Mentre l’altra metà del cielo, portando avanti la propria linea, e costringendo anche voi a seguirla in nome di un “contratto”, ha saputo, con il minimo sforzo, imprimere una forza dirompente e dare risposte immediate ad alcune promesse, il tuo movimento ha iniziato a mostrare crepe fisiologiche, dovute proprio alla composizione disomogenea.
Nel novero dei provvedimenti governativi, avete fatto di più, ma non è servito, e quando vi siete resi conto dell’errore, come un giocatore che vorrebbe rifarsi, avete commesso il secondo errore:
“Sfiancare un compagno di viaggio per affossarlo”, mossa che ha prodotto l’effetto contrario. È come un padre che, per farsi voler bene dai figli, parla male della madre, produce su essi l’effetto contrario, specie se la madre sa incassare i colpi. Paragone infelice ma è l’unico che mi viene in mente.
Il movimento ha pagato lo scotto di un’alleanza politica, fortemente voluta da te, non gradita all’anima dalla sinistra molto cospicua, mentre ha generato uno spostamento di voti nell’anima di destra del movimento verso la Lega: e ovviamente la gente vota l’originale e mai la fotocopia.
Un movimento, che ha un forte comune denominatore, se sbaglia, sbaglia nel suo complesso, ma come sempre avviene, omologandosi agli altri, ha trovato il capro espiatorio su cui scaricare rabbia e frustrazione, commettendo il terzo errore.
Mi dispiace umanamente, anche perché avendo avuto modo di conoscerti personalmente per una vicenda che conosci bene, ho potuto apprezzare competenza sull’argomento e sensibilità politica e umana. Dialogo franco e sincero, successivamente compromesso da cattivi consiglieri, che ha rischiato di compromettere un percorso comunque ancora incerto.
Da capo politico a capo espiatorio il passo è breve nella cinica giungla politica.
Ad maiora caro Luigi e sono sincera.
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