Dal 1860 la Sicilia è una colonia italiana e Palermo dovrebbe fare eccezione? E perché? “Guai ai vinti”, disse uno che di queste cose se ne intendeva. E poi, con tanti scippi ai danni della nostra Isola che sono andati in scena in questi anni, giusto per un pallone dobbiamo fare la rivoluzione? Lo sappiamo: il Palermo è stato ‘catafottuto’ in serie C. Ma in quale serie pensate che sia l’Italia di oggi?
Ma cosa si aspettavano i tifosi del Palermo Calcio? Che la Sicilia e la sua ‘Capitale’, nel nome del pallone, non venisse trattata da ‘colonia italiana’? Dal 1860, anno in cui Garibaldi è sbarcato in Sicilia, la nostra Isola, per dirla con lo scrittore Saul Bellow, è “in altre mani, liberata dalla libertà”. Cosa speravano? Che la Corte d’Appello Figc accogliesse la richiesta di sospensiva della disputa dei play off di serie B, avanzata dal Palermo Calcio, dopo la retrocessione in serie C decisa dal Tribunale federale?
Via, non poteva che finire così. Il giusto epilogo per una colonia. Certo, c’è sempre in arrivo la sentenza della Corte d’Appello sul ricorso del Palermo Calcio in merito alla retrocessione in serie C. Per la discussione dell’udienza di appello l’appuntamento è per il 23 Maggio.
Ci sarà un ribaltamento della sentenza di primo grado?
Azzardiamo: no. Insomma: se ancora oggi Garibaldi è considerato un “liberatore della Sicilia” e se a Palermo c’è ancora il Museo del Risorgimento, dove si ‘adorano’ i cimeli di coloro i quali hanno trasformato la nostra Isola in una colonia, che speranze ci sono?
Dal 1860 ad oggi – tranne durante la cosiddetta Prima Repubblica – la Sicilia è andata indietro.
Dal 2009 ad oggi lo Stato ci scippa quasi 600 milioni all’anno di fondi per la sanità.
La disoccupazione è alle stelle.
Si realizzano (o quasi) soltanto grandi opere pubbliche stradali e ferroviarie, tutte incompiute, gestite da gruppi imprenditoriali non siciliane che si tengono il ‘tesoro’, dando le ‘briciole’ alle imprese della nostra Isola (e in alcuni casi si tengono anche le briciole).
Le ex Province sono tecnicamente fallite e, di conseguenza, le strade provinciali cadono a pezzi.
Ci fanno mangiare il grano canadese.
Non ci sono manco i soldi per accompagnare a scuola gli studenti disabili.
E noi che facciamo? Scendiamo in piazza perché il Palermo Calcio viene trattato come i piemontesi, dopo la ‘presunta’ unificazione italiana, trattavano tutta la Sicilia?
Ma andiamo tutti a Torino a visitare il Museo di Antropologia criminale di Cesare Lombroso, che passava per mezzo socialista e pare si sia schierato pure contro i cannoni di Bava Beccaris…
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