Attorno ai Comuni siciliani, spiega il vice presidente dell’ANCI Sicilia, ruotano le imprese e il cosiddetto terzo settore, a cominciare dalle comunità alloggio lasciate senza soldi dai tagli del governo Renzi e dal solito Baccei. “Renzi è il Presidente del Consiglio del Centro Nord Italia, ma non del Mezzogiorno e della Sicilia. La politica ha creato nella nostra Isola 350 mila famiglie in povertà relativa e 150 mila famiglie in povertà assoluta”. I GAL siciliani
“Che vi debbo dire? Nei giorni scorsi ho avuto uno scontro durissimo con il signor Alessandro Baccei, assessore regionale all’Economia. Gli ho detto quello che penso di lui, che poi è quello che ormai pensano tanti, tantissimi siciliani. Gli ho detto: assessore, l’abbiamo capito che sei venuto a fare in Sicilia. Sei venuto per distruggere lo Statuto autonomistico della nostra Regione e per fare fallire tanti Comuni. Facendo pagare un prezzo altissimo alle categorie più deboli della nostra Isola. Il vostro governo ha quasi distrutto la Formazione professionale, gettando in mezzo alla strada oltre cinque mila famiglie. Avete preso di mira i circa ventiquattro mila forestali. E state creando le condizioni per costringere i Comuni a licenziare i quasi ventiquattromila precari. Per non parlare del cosiddetto Terzo settore, a cominciare dalle comunità alloggio per i minori. Ma noi ci difenderemo”.
Inizia così la chiacchierata con Paolo Amenta, sindaco di Canicattini Bagni, provincia di Siracusa, e vice presidente dell’ANCI Sicilia, l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani, della quale è responsabile delle questioni finanziarie. Insomma, Amenta la situazione finanziaria dei Comuni siciliani la conosce molto bene. “Ed è una situazione tragica – ci dice il vice presidente dell’ANCI Sicilia – ormai prossima al collasso per oltre duecento Comuni. L’assessore Baccei questo lo sa benissimo”.
Chiediamo: quando lei ha detto a Baccei queste cose, lui cos’ha risposto? “Ha risposto che dobbiamo soffrire – ci dice il vice presidente dell’ANCI Sicilia -. Sì, ha detto proprio così, che in Sicilia dobbiamo soffrire. E debbo dire che nessuno meglio di lui e meglio del governo del quale fa parte sta facendo soffrire la nostra terra. Sa cosa raccontano gli ultimi dati sulla povertà siciliana? Oggi, nella nostra Isola, ci sono circa trecentocinquantamila famiglie in povertà relativa e circa centocinquanta mila famiglie in povertà assoluta. Sembra incredibile, ma i dati sono questi. I primi a capire quello che sta succedendo siamo noi sindaci. Perché siamo noi sindaci che viviamo, ogni giorno, le realtà dei nostri territori. Noi e la Chiesa cattolica”.
Siccome siamo a Dicembre a sappiamo che molti Comuni non hanno ancora approvato i rispettivi Bilanci 2015, chiediamo ad Amenta qual è la situazione. “La situazione, su questo fronte – ci risponde Amenta – è la seguente: ci sono duecentocinquantasei Comuni della nostra Isola che non hanno ancora approvato i rispettivi Bilanci di previsione per il 2015. E sono già pronti i decreti di commissariamento da parte dell’amministrazione regionale”.
Osserviamo: ma come, la Regione non eroga il dovuto per legge, mette i Comuni nell’impossibilità di approvare i propri Bilanci e poi li commissaria? “Per l’appunto – ci risponde il vice presidente dell’ANCI Sicilia -. Fino a qualche anno fa il Fondo regionale per le Autonomie locali ammontava a circa 900 milioni di Euro all’anno. Oggi è ridotto a circa 380 milioni all’anno. Fondi regionali che sono stati erogati solo in minima parte”.
Sa, sulla rete ci sono persone – per lo più militanti del PD – che dicono che non è vero che la Regione non ha erogato i fondi ai Comuni. “Ah sì? Dicono questo? E noi sindaci che ci siamo andati a fare nei giorni scorsi negli uffici dell’assessorato regionale all’Economia? Che ci siamo andati a fare dal signor Baccei?”. Chiediamo: mettendo assieme la quota di fondi in conto capitale, la quota per la spesa corrente e il fondo per il riequilibrio del precariato, la Regione quanto deve erogare ancora al sistema dei Comuni siciliani? “La Regione, per quest’anno, e siamo arrivati a Dicembre, deve ancora erogare al sistema dei Comuni oltre 500 milioni di Euro. Ma queste cose il signor Baccei le sa. E’ stato lui a dirci che dobbiamo soffrire”.
E’ vero che in Sicilia c’è un tasso elevato di evasione dell’IMU? “E’ verissimo – ci risponde Amenta -. Ma va precisato che la gente, nella nostra Isola, non evade per il piacere di evadere. In molti casi le famiglie non ha più soldi. L’ho detto e lo ripeto: in Sicilia ci sono cinquecento mila famiglia povere. Queste famiglie non possono certo pagare l’IMU”.
Mi, Renzi ci resterà male: il capo del governo, con la connivenza dei media che gli tengono bordone, fa sapere ogni giorno che sta abbassando le tasse. Per costringere i Comuni ad aumentare, nel silenzio, le imposte e le tasse locali. Ora si scopre che 500 mila famiglie dell’Isola non possono pagare più…
Osserviamo ancora: eppure il capo del governo del nostro Paese, Matteo Renzi, dice che c’è la ripresa economica. Amenta sorride amaro. Dice: “Di quale Italia Renzi sarebbe il Presidente del Consiglio? Forse è il Presidente del Consiglio del Centro Nord Italia. Ma non è il capo del governo del Sud Italia. Né, tanto meno, della Sicilia. Ormai ci sono due Italie, completamente diverse l’una dall’altra. C’è un’Italia del Centro Nord dove, forse, come si racconta in Tv, la ripresa economica c’è. Ma nel Sud e in Sicilia la ripresa economica non c’è. Anzi, aumenta la povertà. Non lo dico io: l’ha ribadito qualche mese fa la SVIMEZ. Ricordo che quando la SVIMEZ ha dipinti a tinte fosche la realtà del Sud Italia, per qualche giorno i giornali ne hanno parlato. Poi è calato il silenzio”.
In effetti, in questi giorni, i Tg della Rai e quelli di Berlusconi – che con le sole eccezioni del Tg 2 e di La7 sembrano tutti uguali – hanno parlato di una lieve ripresa dell’occupazione. Ma si sono guardati bene da riferire i dati dell’occupazione nel Sud. Insomma, non se la sono sentiti di dire che nel Mezzogiorno la ripresa economica non c’è e che, anzi, la disoccupazione cresce. Meglio non affrontare l’argomento. Ci manca pure che le Tv invitino i responsabili della SVIMEZ per parlare del Sud. Renzi ci rimarrebbe male…
Con Amenta affrontiamo anche un altro argomento: il cosiddetto Terzo settore. Sulla rete notiamo che i responsabili di alcune centrali cooperative, a Palermo, lamentano il mancato pagamento delle rette da parte del Comune. “Non è solo un problema di Palermo – precisa Amenta – ma di tanti Comuni siciliani. In questo momento, in Sicilia, si contano circa ottocento cooperative che assistono i minori lasciati senza risorse finanziarie. In moltissimi casi chi lavora in queste strutture non percepisce la retribuzione da oltre sei mesi. E’ un fatto gravissimo che abbiamo più volte denunciato alle autorità”.
Chiediamo: i Comuni non pagano perché non ci sono soldi o perché ci sono errori? “Macché errori ed errori! Magari ci potrà essere qualche caso di errori nella contabilità. Per il resto, la musica è sempre la stessa: i Comuni non possono pagare le comunità alloggio perché sono stati lasciati senza risorse finanziarie”.
Ora poniamo una domanda un po’ cattiva: presidente, è vero che esisterebbe un accordo tra la politica e le banche per fare indebitare gli enti locali siciliani? “Questo non lo so – ci risponde Amenta -. Quello che posso dire è che tantissimi Comuni siciliani sono indebitati con il sistema creditizio. Alcuni, addirittura, hanno esaurito la possibilità di usufruire di scoperture. Non rivelo un mistero se dico che, in molti casi, tanti Comuni siciliani si sono indebitati con il sistema bancario per pagare le retribuzioni al personale precario”. Insistiamo: a quanto ammonta l’indebitamento dei Comuni dell’Isola con il sistema bancario? “Questo non lo so – ci risponde il vice presidente dell’ANCI Sicilia -. Quello che posso dire è che il sistema dei Comuni siciliani, ogni anno, paga alle banche circa 30 milioni di Euro di interessi passivi. E’ come se, ogni anno, regalassimo una sostanziosa quota dell’IMU al sistema creditizio”.
Ma in tutto questo il presidente dell’ANCI Sicilia, il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, che fa? Come mai non parla? “In verità Orlando è d’accordo con me – ci risponde Amenta -. Anche il presidente sa benissimo come stanno le cose. Tra l’altro, credo che Orlando stia rivedendo la possibilità di candidarsi alla presidenza della Regione. Insomma, penso proprio che non si candiderà per la guida della Sicilia. Da quello che ho capito, si prepara a ricandidarsi a Palermo. Magari aprendo al PD e ai centristi”.
E il sindaco di Catania, Enzo Bianco?, chiediamo. Amenta: “Bianco fa il dirigente del PD”.
Altro argomento: i GAL della Sicilia. O meglio, il tentativo dell’attuale governo regionale di bloccare una delle poche cose della Sicilia rimaste in piedi. “Quello che posso dire – sottolinea Amenta – è che i GAL siciliani (sigla che sta per Gruppi di Azione Locali) – hanno dimostrato di avere numeri, titoli e capacità per guidare lo sviluppo locale. Mi auguro che vengano messi nelle condizioni di continuare a lavorare nell’interesse della Sicilia”.
Ultima domanda, presidente: ci spiega perché la Regione sta applicando il decreto nazionale n. 118 del 2011 e i Comuni, almeno per la parte che riguarda le proprie società collegate, non lo stanno applicando? “Il decreto 118, nei Comuni, si applicherà a partire dal prossimo anno”, ci risponde. Quindi – osserviamo – il prossimo anno conosceremo finalmente i veri conti delle società collegate di Palermo, Catania e Messina? Lo sa che, in molti casi, nemmeno i revisori dei conti sono a conoscenza dei veri ‘buchi’, pardon, dei bilanci delle società collegate? “Quello che so – conclude Amenta – è che il prossimo anno i conti economici delle società collegate dei Comuni dovranno essere armonizzati con i rispettivi bilanci comunali. Quello che succederà lo sa solo Nostro Signore Iddio”.
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