Che fine farebbe il torinese Giletti senza la Sicilia da denigrare?/ MATTINALE 241

16 aprile 2019

Nelle apparentemente ossessive trasmissioni che il conduttore piemontese Massimo Giletti dedica alla Sicilia, in realtà, si intravede soltanto il vuoto: ma è il vuoto delle sue stesse trasmissioni che non riescono a trovare altri argomenti per interessare i telespettatori. L’Arena di Giletti è lo specchio che riflette il vuoto di chi crede di raccontare gli altri, ma che invece descrive se stesso  

Ormai da qualche anno il conduttore televisivo Massimo Giletti sembra aver preso di mira la Sicilia. Ma sbaglia chi pensa che la sua sia un’ossessione. La questione è molto più semplice: il nostro bravo alfiere dell’informazione non sembra avere altri argomenti per fare grandi ascolti. Piaccia o no a noi meridionali, Giletti e chi gli dà spago usano la nostra Isola per certificare la loro stessa esistenza televisiva: senza le sorelle Napoli, senza il Parlamento siciliano, insomma, senza la Sicilia utilizzata male questi signori passerebbero quasi inosservati.

Il regista genovese Pietro Germi amava molto la Sicilia. Ha studiato la nostra terra, ci ha vissuto. E ci ha lasciato film memorabili. Il suo approccio non è mai stato denigratorio. Al contrario, era molto incuriosito del modo di fare dei siciliani. Considerava la Sicilia parte essenziale dell’Italia:

“Io credo che in Sicilia siano un pochino esasperati quelli che sono i caratteri degli italiani in generale – diceva il grande regista -. Io oserei dire che la Sicilia è Italia due volte, insomma, e tutti gli italiani sono siciliani e i siciliani lo sono di più, semplicemente. La Sicilia, non so, mi attrae per molte ragioni, forse perché è una terra veramente tragica e anche comica, ma soprattutto tragica…”.

Pietro Germi, che era nato nel 1914, ha lasciato questa Terra nel 1974. Ha conosciuto e studiato la Sicilia degli anni ’50 e ’60 e ne ha colto, con grande lungimiranza, il carattere tragico: pur non avendo vissuto la fine degli anni ’70, gli anni ’80 e le stragi del 1992, con tutto il seguito di verità nascoste e di depistaggi, ne ha colto, in anticipo, la tragicità.

La stessa cosa non possiamo dire di Giletti e di chi gli dà corda: questi della Sicilia che s’illudono di raccontare non colgono proprio nulla, a parte le note esasperate di ciò che di peggio oggi offre oggi la nostra Isola: le prepotenze, le ripicche, gli inganni. Storie scritte male che non lasciano traccia.

Foto tratta da superguidatv.it

Giletti e “L’Arena”? Sono gli eredi dei razzisti antimeridionali di fine ‘800, da Lombroso a Niceforo a Ferri…

 

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