Un anno fa, per la Lega di Salvini, il CETA andava bloccato. Oggi il Ministro leghista delle Politiche agricole, Gian Marco Centinaio, ha cambiato idea. Ha scoperto, infatti, che il Governo Gentiloni ha ‘confezionato’ un accordo sul CETA che favorisce l’agricoltura del Centro Nord Italia e penalizza l’agricoltura del Sud Italia. E la cosa gli va benissimo! Alla faccia dei meridionali – siciliani in testa – che vanno dietro a Salvini! L’incomprensibile silenzio dei grillini
“Solo gli stupidi non cambiano idea”. Mentre i furbi le idee le cambiano a seconda della convenienza. E’ il caso della Lega di Matteo Salvini che fino a poco tempo fa era contraria al CETA, il trattato commerciale internazionale tra Unione europea e Canada voluto dalle multinazionali che controllano la UE. Movimento 5 Stelle e Lega sono sempre stati contrari al CETA: e lo hanno scritto nel contratto di Governo. Ma adesso… Ma adesso il Ministro per le Politiche agricole, il leghista Gian Marco Centinaio, sembra abbia cambiato opinione:
“Stiamo vedendo come va con i consorzi (del settore agricolo, ndr), è sperimentale e alcune aziende ci stanno dicendo sta andando bene”, ha detto il Ministro Centinaio a margine di un incontro a Milano, stando a quanto leggiamo in una dichiarazione riportata da AGRIFOODTODAY.
“Vogliamo vedere prima come va – ha spiegato il Ministro leghista – e non portiamo la votazione del CETA in Parlamento, perché prima vogliamo confrontarci con chi ne sta beneficiando. Faremo il punto della situazione con il mondo imprenditoriale” (QUI L’INTERVISTA COMPLETA AL MINISTRO CENTINAIO).
Peccato che nel giugno dello scorso anno, poco dopo il suo insediamento sulla plancia di comando del Ministero delle Politiche agricole, il leghista Gian Marco Centinaio dichiarava:
“Chiederemo al Parlamento di non ratificare quel trattato e gli altri simili al CETA, del resto è tutto previsto nel contratto di governo. E comunque non si tratta solo di una posizione dei sovranisti della Lega, ma i dubbi su questo accordo sono comuni a tanti miei colleghi europei”.
Ora invece il Ministro leghista Centinaio dubbi sul CETA non ne è ha più.
Per la cronaca, il CETA, prima di essere applicato, avrebbe dovuto essere ratificato dai Parlamenti dei 27 Paesi dell’Unione europea. ma siccome le multinazionali che dettano legge a Bruxelles avevano fretta di applicare questo trattato internazionale che, in generale, penalizza l’agricoltura e favorisce l’industria e i servizi, la Commissione europea, fregandosene degli stessi regolamenti europei, la sta applicando in deroga.
Ma i Parlamenti dei 27 Paesi europei devono approvare comunque il CETA: se un solo Parlamento dice no saltano tutte cose.
Il Governo italiano Giallo-Verde venuto fuori dopo le elezioni politiche del marzo 2018 si era impegnato a bloccare i CETA, come avete letto nell’intervista del giugno dello scorso anno al Ministro Centinaio.
Adesso – è questa la vera novità politica – la Lega di Salvini si rifiuta di portare in Parlamento il CETA perché ormai i leghisti si sono ‘appattati’ con l’Unione europea dell’euro: se il Parlamento italiano verrà chiamato ad esprimersi sul CETA, la Lega di Salvini dovrà votare Sì al CETA insieme con il PD di Zingaretti e Forza Italia di Berlusconi.
Per Salvini e la sua Lega sarebbe lo sputtanamento totale!
Così il Ministro Centinaio prende tempo. Ma siccome noi siamo un po’ ‘insirrigghiusi’ proviamo a illustrarvi perché il Ministro leghista, oggi, dice che vuole vedere “come va con i consorzi”.
Precisiamo che i “consorzi” possono essere agricoli, ma possono anche essere agroindustriali. Ora non è affatto detto che se a un consorzio agroindustriale il CETA vada a genio, vada anche a genio agli agricoltori! Proviamo a illustrare meglio questo concetto, che è fondamentale.
Il consorzio di un famoso formaggio italiano può trovare conveniente il CETA, perché gli consente di esportare il proprio formaggio in Canada a dazio zero.
Il consorzio agro-industriale italiano può trovare ultra-conveniente, ad esempio, esportare il proprio formaggio in Canada se il latte con il quale lo produce lo acquista da un Paese estero, magari a un prezzo che è la metà di quello italiano!
Vi ricordiamo che il latte di pecora rumeno – così, tanto per fare un esempio – costa molto meno del latte di pecora italiano: in media, due terzi in meno!
Lo stesso discorso vale per altri prodotti agricoli trasformati.
Ma c’è un altro motivo per il quale il Ministro leghista Centinaio, adesso, non vuole più eliminare il CETA. Ed è un motivo che abbiamo raccontato nel marzo dello scorso anno, quando abbiamo appurato quali sono i prodotti italiani che, con il CETA, si possono esportare in Canada.
Lo scorso anno abbiamo scoperto che il passato Governo nazionale a guida PD – Ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina – ha strutturato il CETA in modo tale da favorire le aziende agricole del Centro Nord Italia e sfavorire le aziende agricole del Sud Italia.
Per appurarlo basta leggere l’elenco delle specialità alimentari che vengono esportate in Canada grazie al CETA:
Carni fresche, congelate e trasformate: Cotechino di Modena, Zampone di Modena, Bresaola della Valtellina, Mortadella di Bologna, Speck Alto Adige, Culatello di Zibello, Lardo di Colonnata; carni stagionate: Prosciutto di Parma, Prosciutto S. Daniele, Prosciutto Toscano, Prosciutto Modena; tra i formaggi troviamo: Provolone Valpadana, Taleggio, Asiago, Fontina, Gorgonzola, Grana Padano, Mozzarella di bufala campana, Parmiggiano Reggiano, Pecorino Romano, Pecorino Sardo, Pecorino Toscano; Frutta e frutta a guscio fresche e trasformate: Arancia rossa di Sicilia, Cappero di Pantelleria, Kiwi Latina, Mela Alto Adige, Pesca e Nettarine di Bologna; Aceti: Aceto Balsamico tradizionale di Modena, Aceto Balsamico di Modena; prodotti orticoli freschi e trasformati: Lenticchia di Castelluccio di Norcia, Pomodoro di Pachino, Radicchio rosso di Treviso; dolciumi e prodotti da forno: Ricciarelli di Siena; Cereali: Riso nero Vialone Veronese.
A parte qualche prodotto, il Sud è praticamente fuori!
Ecco perché, oggi, la Lega del Ministro Centinaio vuole tenersi il CETA: perché gli accordi del Governo Gentiloni sul CETA, pur avendo lasciato fuori 250 DOP e IGP italiane, per la parte che riguarda i prodotti ammessi ha favorito smaccatamente il Centro Nord, penalizzando il Mezzogiorno!
Solo 5 prodotti del Sud sono stati ammessi, contro i 24 prodotti del solo Nord Italia!
Sono rimasti fuori il caciocavallo silano, il pomodoro di San Marzano, l’olio extravergine Terra di Bari, il pistacchio di Bronte e la soppressata calabrese. Forse questi prodotti non meritavano?
La risposta lasciamo ai meridionali che hanno già aderito alla Lega di Salvini e a quelli che stanno aderendo a una formazione politici che – e questo è veramente incredibile! – riesce a penalizzare il Sud con i voti dei cittadini del Sud!
Foto tratta da ilfattoquotidiano
Ceta, Centinaio ‘blocca’ lo stop del M5s: “Aziende dicono sta andando bene”
L’imbroglio del CETA: favorisce i prodotti del Nord Italia e penalizza il Sud e la Sicilia
P.s.
Solo una domanda ai ‘capi’ del Movimento 5 Stelle: perché non chiedono ufficialmente al Ministro leghista Centinaio di portare in Parlamento il CETA prima del voto per le elezioni europee? La mossa sarebbe politicamente importante, perché costringerebbe la Lega di Salvini a prendere posizione.
Se il Ministro Centinaio si rifiuterà di portare il CETA in Parlamento per votarlo, si autosputtanerà davanti a tutte le Regioni del Mezzogiorno.
Se sarà costretto a portare in Parlamento il CETA e a metterlo ai voti, i leghisti – per salvarlo – dovranno votare Sì insieme con il PD e con Forza Italia.
L’unica cosa che i grillini non devono fare è quello che stanno facendo: tacere. A meno che anche loro non siano diventati favorevoli al CETA, alla faccia del Sud…
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