In questa seconda puntata del nostro ‘viaggio’ nel mondo dei rifiuti – raccolti, riciclati e lasciati per le strade e, in alcuni casi, dati alle fiamme dai cittadini esasperati (a Palermo si usa fare così…) – l’autore dell’articolo si sofferma su alcuni punti e sulla casistica. E scopriamo che…
di Antonino Privitera
…parlare, proporre, disporre, sprecare, pagare e impinguare le discariche che spesso sono controllate… dalle mafie della “munnizza”!
Come armonizzare le RRR (Raccolta, Riciclo, Riuso)?
La raccolta dei rifiuti normalmente nelle grandi città è affidata un’azienda che un tempo si definiva “municipalizzata” e che adesso è definita “partecipata”. Sembrerebbe una variazione di terminologia, invece la sostanza è notevolmente cambiata per alcuni versi. Ad esempio, per la ragiono sociale divenute S.p.A. quindi con più autonomie gestionali (per esempio, nelle assunzioni di personale…) e negli obblighi contabili in tema di bilancio. Ma su questo tema, carrozzoni erano da municipalizzate e carrozzoni sono ancora, perché l’obbligo formale di bilancio è a carico della S.p.A. ma sostanzialmente al ripiano concorre sempre e comunque il Comune che oltre ad essere datore di lavoro, è socio e l’Ente che mette le mani in tasca …ai cittadini!
Da AMIA . RAP – Certo, il Comune di Palermo può vantare il grande primato di avere assistito al proprio fallimento quando l’attuale RAP si chiamava AMIA, ma grazie al fatto che era già S.p.A. è fallita “soltanto” la società che, come si ricorda, in virtù all’autonomia gestionale si permise di fare bighellonare i dirigenti a spese dei cittadini anche a Dubai… Non si hanno particolari segni di quale esperienza avranno maturato a Dubai ed hanno trasferito in città dal momento che la situazione è ancora quella che giornalmente siamo costretti a vedere riguardo a:
raccolta stradale (?) è per antonomasia indifferenziata e destinata alla discarica di Bellolampo;
raccolta differenziata – che ufficialmente raggiunge il 14% – è organizzata per una parte limitata del territorio urbano con servizio “portone a portone” mediante bidoni condominiali e per alcuni generi prodotti da particolari attività commerciali; e teoricamente, con un cosiddetto servizio di prossimità per alcune aree circoscritte come il Centro storico dove l’esperimento funziona molto male;
recupero del materiale raccolto e differenziato viene trasportato nelle piattaforme istituite dal CONAI e suddivisi per tipologia merceologica: COREPLA per la Plastica; COMIECO per la carta ed il cartone; COREVE per il vetro e metalli.
I materiali conferiti in questi luoghi definite “piattaforme” fanno parte di un sistema che prevede alcune fasi che per la plastica può essere di una certa complessità, poiché vengono distinti in vari componenti anche in funzione del successivo impiego: infatti tra le materie plastiche (polimeri + additivi = plastica) più diffuse sul mercato dei prodotti di consumo troviamo:
• il PE (polietilene): usato per la produzione di sacchetti, cassette, nastri adesivi, bottiglie, sacchi per la spazzatura, tubi, giocattoli, etc.
• il PP (polipropilene): utilizzato per la produzione di oggetti per l’arredamento, contenitori per alimenti, flaconi per detersivi e prodotti per l’igiene personale, moquettes, mobili da giardino, etc.
• il PVC (cloruro di polivinile): impiegato per la produzione di vaschette per le uova, tubazioni e pellicole isolanti tanto che lo si trova anche tra i muri di casa, nelle porte, nelle finestre o nelle piastrelle e, addirittura, nelle vesti di carte di credito
• il PET (polietilentereftalato): utilizzato soprattutto per le bottiglie di bibite e di acqua minerale, ma anche per la produzione di fibre sintetiche
• il PS (polistirene o meglio noto come polistirolo): usato per produrre vaschette per alimenti, posate, piatti, tappi, etc.
Il Riuso -In Sicilia esistono molte realtà imprenditoriali che fabbricano oggetti di uso comune ed anche il vetro alimenta la produzione a km zero delle bottiglie Ecoglass Sicilia prodotte dalla Sarco Srl di Marsala, che ha ora l’incarico della raccolta di tutto il vetro siciliano da destinarsi al proprio impianto.
Ma le materie plastiche sono anch’esse a km zero o utilizzano materie prime vergini?
Altro discorso è quello che riguarda l’umido organico. Ovviamente, visto lo scarso valore intrinseco, questo tipo di rifiuti non è appetibile dai Consorzi nazionali e da chi fa impresa e quindi, non essendoci piattaforme di trattamento, tutto va in discarica! E, meno male… perché ci sono stati anni in cui si vedevano cose orrende, come il ritiro abusivo e mafioso di materiale organico e scarti alimentari da destinare all’alimentazione di animali allevati clandestinamente!
Anche l’impianto TMB (Trattamento Meccanico Biologico) che la RAP ha finito di costruire a Bellolampo nel 2015 a quanto pare non funziona a pieno regime…
Tornando al CONAI, potrebbe essere curioso approfondire quali sono i risvolti del percorso virtuoso del materiale differenziato, e qui il discorso si fa alquanto astruso perché leggere, capire e valutare le Convenzioni elaborate e sottoposte per l’approvazione a al “Convenzionati” non è cosa semplice.
E’ vero che, mediante le RRR, si ottimizza il ciclo del rifiuto e di questo bisogna riconoscere che l’organizzazione messa in campo merita apprezzamento per quanto fa, ma nelle convenzioni si intravede chiaramente e giustificatamente il proposito di “fare impresa”, mentre, come sempre la parte soccombente sono i Comuni e i gestori delegati e quindi i cittadini.
La convenzione prevista, anche se viene presentata in due sole forme: “Semplificata” ed “Ordinaria” contiene una casistica, applicazioni di formule e correttivi in grado di scoraggiare chiunque voglia tentare di capirci qualcosa e fare una pur avventata previsione.
Le competenze? Un optional – Certo, lo scopo del “Convenzionato” non è di fare impresa, ma di riuscire a fornire un servizio anche se pagato a caro prezzo… d’altronde le competenze imprenditoriali non sono richieste nei “convenzionati” anche se sono S.p.A. o, peggio, gestori del sevizio per conto di più Comuni.
Basta ricordarci della invenzione di Consorzi, Comunità Montane e degli ATO utilizzati per dare posto ad amici, amici degli amici e politici trombati!
Le Convenzioni ovviamente contengono di tutto (per il CONAI) e di più (da fare per il Convenzionato)… contengono oneri e corrispettivi.
Addirittura nello schema di convenzione COREPLA si rileva che:
“Ai fini della determinazione del corrispettivo e dei parametri qualitativi le parti hanno assunto come riferimento la modifica strutturale del sistema di raccolta differenziata con un progressivo aumento della raccolta di prossimità (PaP) rispetto alla raccolta stradale”.
Ecco così spiegato il mistero per cui il Sindaco di Palermo si ostina a fare credere che la RAP S.p.A. lavora bene, che la città è migliorata, la raccolta differenziata funziona … (alcuni anni fa è stato detto addirittura che Palermo meritava il titolo di “città riciclona”)… solo i cittadini sono un po’ incivili e non pagano la TARI.
Guai a sottoscrivere una Convenzione che si impegna a conferire monomateriale, e rischiare drastiche riduzioni perché viene rilevata “frazione estranea”, considerando che:
“Costituisce frazione estranea tutto ciò che non è imballaggio in plastica né è solidale all’origine con l’imballaggio in plastica” (il tappo, l’etichetta?) ed ancora i rifiuti di imballaggi in plastica che contengono residuo liquido pari o superiore al suo peso… per l’acqua è tollerato il 5% (…asciughiamole bene!).
Per vivere dignitosamente ben vengano le Convenzioni ed anche le penalizzazioni da parte dei Consorzi, purché non rimaniamo condannati a vivere in una Città sporca e irrispettosa dell’ambiente. Ma ci sarebbe qualche altra cosa da fare?
Fine seconda puntata/ Continua
Foto tratta da rapspa.it
Qui la prima puntata:
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