Il Movimento 5 Stelle è nato per rivoluzionare i rapporti sociali ed economici dell’Italia. Ma, una vota al Governo, ha annacquato il proprio programma. E, soprattutto, non sta mantenendo alcuni importanti impegni presi con gli elettori. Che senso hanno il sì a ILVA e TAP? E che senso ha avere abbandonato gli agricoltori del Sud? I grillini hanno il tempo per riprendersi. Gli elettori, oggi, chiedono fatti concreti, non chiacchiere.
Alle elezioni regionali in Sardegna, come in Abruzzo, ha stravinto il centrodestra. Il centrosinistra, anche se presenta dieci liste legate al territorio, non è credibile: e perde. E sono sempre meno credibili anche i grillini che, in meno di un anno di Governo, si sono snaturati, perdendo buona parte della grinta e, soprattutto, non rispettando gli impegni assunti con gli elettori.
Non c’è una seria offerta politica alternativa alla vecchia politica: e gli elettori provano a trovare il nuovo nel vecchio. E’ successo in Abruzzo, dove la Lega di Salvini, che è riuscita ad accreditarsi come una novità, ha sfondato.
Ma in Sardegna, dove la Lega è stata messa alla prova con la protesta dei pastori, l’elettorato ha capito che Salvini non è affatto il nuovo della politica e che il suo fido Ministro delle Politiche agricole, Gian Marco Centinaio, invece di tutelare i pastori sardi e la Sardegna, ha provato a fare ‘ingoiare’ agli stessi pastori sardi un accordo a tutto vantaggio degli industriali del formaggio.
Dopo di che, benché la trattativa per il latte di pecora scippato ai pastori sardi e ai pastori siciliani per quattro soldi, a beneficio degli industriali sia ancora in alto mare, il centrodestra ha vinto anche in Sardegna. E ha vinto bene, per carità: quasi il 50% dei voti.
Il centrodestra ha vinto perché ha indovinato le alleanze: il Partito Sardo d’Azione, alleato ormai da tempo con il centrodestra, ha giocato la propria parte; ma ha vinto perché gli avversari sono deboli: perché il centrosinistra sardo – che alle precedenti elezioni regionali del 2014 aveva preso il 42% – è franato al 32%, con il PD che è passato dal 22% al 12-13%.
Ad aiutare il centrodestra è stato il flop del Movimento 5 Stelle, che con il 9-10% è andato ben al di sotto delle attese.
Molti commentatori sostengono che la Lega, con il 12%, non ha sfondato. Noi non la vediamo così netta, la sconfitta della Lega. La Sardegna è una Regione a sé. Non è la Sicilia, una terra nella quale eletti ed elettori corrono quasi sempre in ‘aiuto’ dei vincitori.
In una terra come la Sardegna, fatte di gente fiera delle proprie radici, con la percentuale di votanti che ha registrato un aumento, prendere il 12% per un partito come la Lega è un buon risultato. Non è l’ottimo risultato ottenuto in Abruzzo, ma il risultato c’è.
Con molta probabilità, se non fosse esplosa, a qualche giorno dal voto, la rivolta dei pastori sardi i leghisti avrebbero preso più voti. Ma, come già ricordato, per la prima volta, negli ultimi mesi, la Lega è stata costretta a scoprire qualche carta con gli elettori del Sud: e si è capito che i leghisti – come hanno fatto i signori del centrodestra e del centrosinistra – vogliono anche loro ingannare e fregare il Mezzogiorno.
L’analisi del voto in Sardegna deve tenere conto dei risultati delle elezioni regionali di cinque anni fa. Che sono i seguenti:
Partito Democratico 22%
Forza Italia 18,5%
Unione di Centro 7,6%
Fratelli D’Italia 2,8%
Totale centrosinistra: 42% circa
Totale centrodestra: poco meno del 40%
Per la cronaca, nel 2014 il Movimento 5 Stelle non ha partecipato alle elezioni regionali della Sardegna. Ma ciò non giustifica il magro risultato di ieri.
La verità è che, da quando è al Governo, il Movimento 5 Stelle ha perso mordente e determinazione. E ha portato avanti solo mediazioni al ribasso.
Il grillini sono stati sostenuti e votati per rivoluzionare i rapporti economici e sociali dell’Italia, non per mediare. Citiamo alcuni esempi.
A Taranto sono stati votati per bloccare l’ILVA. L’acciaieria andava chiusa e basta. Sarebbe successo un ‘casino’? Ma è proprio la prospettiva del ‘casino sociale’ che ha spinto i tarantini, l’8 marzo dello scorso anno, a sostenere e votare i grillini!
Che hanno fatto, invece, Luigi Di Maio e compagni? Hanno tenuto in piedi l’acciaieria che inquina e avvelena i tarantini da decenni, attuando il progetto dell’ex Ministro Carlo Calenda, espressione del PD renziano. Una vergogna!
Ma sono ancora in tempo, Di Maio e compagni: trovino la mezza scusa e chiudano l’ILVA: recupereranno credibilità e voti.
Idem per la TAP, il vergognoso gasdotto che sventra la costa del Salento. L’impegno assunto dai grillini in campagna elettorale era quello di bloccarlo. Invece si sono rimangiati gli impegni. Ma sono ancora in tempo: trovino, anche in questo caso, la mezza scusa e bocchino tutto: Trump e Putin se ne faranno una ragione.
Grillini, avete paura degli americani? Anche in Venezuela gli americani sembravano invincibili: dovevano fare entrare le armi, contrabbandate per “aiuti umanitari”, ma Maduro li ha ‘sgamati’ e sputtanati: e il ‘golpista’ soft Guaidò è rimasto con il culo a mollo. Morale: ormai si può dire no agli americani e non succede un bel niente niente. I tempi dei missili di Comiso sono stati archiviati.
E allora, grillini, prendete esempio da Maduro: prendete il coraggio tra le mani e mandate a carte quarantotto la TAP: recupererete credibilità e voti.
Quanto alla TAV – o al TAV, come diavolo si chiama – non ne dovete parlare più: non si fa e basta: fine. Salvini ne parla? Non può farne a meno. Deve farlo per prendere in giro gli affaristi che avevano i ‘giochi’ pronti e sono rimasti a bocca asciutta…
Sul Sud, cari grillini, state ‘toppando’ su tutta la linea. Per esempio: che senso ha che a trattare con i pastori sardi in rivolta vada Salvini? Deve andare il capo del Governo, con accanto il Ministro delle Politiche agricole. Ma il è Presidente del Consiglio che tratta, non il ‘capo’ della Lega!
Sull’agricoltura del Mezzogiorni, egregi grillini, non ne state facendo una giusta. Per vostra conoscenza, sappiate che dal gennaio di quest’anno – dal gennaio di quest’anno e non di tre o quattro anni fa – sono entrati in vigore, con la ‘benedizione’ dell’Unione Europea, i dazi doganali che colpiscono il riso prodotto in Birmania e in Cambogia. Il tutto per tutelare i risicoltori di Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia Romagna.
Bene: perché non porre con forza la richiesta di dazi doganali per il grano estero – peraltro in molti casi di pessima qualità – che arriva in Italia da Paesi extra UE?
Perché non porre con forza la questione dei dazi doganali per l’ortofrutta che arriva dal Nord Africa, a cominciare dagli agrumi, dagli ortaggi e dalla frutta estiva?
Ma come, egregi grillini che governate l’Italia: i dazi doganali per proteggere il riso del Nord Italia sì, mentre l’olio d’oliva tunisino – della cui qualità nulla sappiamo – ‘deve’ entrare in Italia a dazio zero, al costo di 7-8 euro in meno al litro dell’extra vergine italiano, rovinando gli olivicoltori pugliesi, calabresi e siciliani che producono il 90% dell’olio extra vergine italiano?
Queste porcate contro il Sud le hanno sempre fatte il centrodestra e il centrosinistra che hanno sempre massacrato e preso per i fondelli gli elettori del Mezzogiorno. Ora anche voi vi siete messi ad avallare queste cose?
Che hanno, in più, gli agricoltori di Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia Romagna per meritare ciò che gli agricoltori del Sud non debbono avere?
E la cosa incredibile sapete qual è, egregi grillini? Che le Regioni che hanno incassato i dazi doganali a tutela del riso sono le stesse – Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, più il Piemonte – che vorrebbero la ‘Secessione dei ricchi’ che per fortuna avete bloccato. Almeno un cosa buona l’avete fatta!
Anche sul sostegno ai giornali ‘liberi’ – che sono tali con il denaro dei contribuenti – avete ‘toppato’: avete ‘toppato’ a metà, ma avete ‘toppato’ lo stesso. L’impegno era quello di eliminare questi ‘regali’ ad un gruppo di editori privilegiati.
Sono 200 milioni di euro all’anno: una somma enorme (COME VI ABBIAMO RACCONTATO QUI).
In campagna elettorale avevate preso l’impegno di tagliare questi fondi che, – lo ribadiamo – non sostengono tutta l’editoria italiana, ma solo una parte: la più fortunata. Fondi che, prima di sostenere i giornalisti, sostengono gli editori.
Arrivati al governo vi siete messi a mediare: e avete dimezzato il taglio di questi fondi! Sì, certo, c’è l’impegno di tagliarne il prossimo anno, un’altra parte. Ci riuscirete? Ne dubitiamo.
Ultima notazione sulla Sicilia, prima Regione dove avete avuto successo. Glielo spiegate a Giancarlo Cancelleri che il Movimento 5 Stelle, in Assemblea regionale siciliana, deva fare opposizione? Come gli viene in testa, per ben due volte, di proporre accordi politici e di governo all’attuale presidente della Regione, Nello Musumeci?
Così facendo sputtana il Movimento 5 Stelle siciliano. E rischia di fagli perdere una barca di voti alle imminenti elezioni europee.
Ci rendiamo conto che Cancelleri è al secondo mandato e vorrebbe trovare qualcosa da fare. Magari per giustificare un terzo mandato?
Non ci siamo, signori grillini. L’impegno che avete assunto con gli elettori è uno: due mandati e poi a casa. Se derogherete a tale principio, beh, a casa andrete per volere degli elettori.
Egregi grillini, gli impegni che si prendono con gli elettori si mantengono. E voi siete ancora in tempo per non deluderli. Avete davanti, più o meno, altri quattro anni di Governo a Roma. E quattro anni di opposizione in Sicilia. Datevi da fare.
Foto tratta da startmag.it
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