Che ruolo stanno giocando i ‘cartelli della droga’ dell’America Latina e la ‘ndrangheta nella crisi del Venezuela?

8 febbraio 2019

Ce lo chiediamo e lo chiediamo perché, da quello che leggiamo nei giornali e da quello che ascoltiamo dalla televisione, non ci sembra che l’argomento sia particolarmente ‘gettonato’. Eppure la criminalità organizzata, in Venezuela – i vari ‘cartelli’, la mafia di origini siciliane e la ‘ndrangheta calabrese che sembra in grande ascesa – è molto presente ed attiva

I golpe, di solito, si organizzano per quello che i mafiosi chiamano “travagghiu”: cioè per soldi, perché dietro ci sono interessi economici rilevanti. Non sappiamo come definire quello che sta avvenendo in Venezuela, dal momento che, più che un golpe, sembra vadano in scena i prodromi di una guerra civile.

Va da sé che noi non abbiamo né la sfera magica, né la presunzione della verità. Ci limitiamo soltanto ad osservare che, nell’America Latina, il ruolo della criminalità organizzata è molto rilevante. Con la ‘ndrangheta in grande ascesa. Così scriveva il 30 dicembre del 2017 il giornale on line Vita in un articolo dal titolo: Geopolittica del narcotraffico in America Latina:

“Il traffico di cocaina produce circa 500 miliardi di dollari di profitti annui e il complesso dell’economia criminale rappresenta circa il 3% del Pil mondiale, e ben il 10% in Italia, con la ‘ndrangheta considerata in questo momento una delle più potenti organizzazioni criminali al mondo, protagonista principale e indiscusso in America Latina” (QUI L’ARTICOLO DI ‘VITA’ PER ESTESO).

Ora certo, il petrolio del Venezuela è importante: ma come si fa ad escludere, a priori, che dietro quello che sta succedendo in questo Paese ci possano essere interessi legati alla grande criminalità organizzata?

Ribadiamo: il nostro è solo un interrogativo. E a proposito di interessi della criminalità in Venezuela ci sembra interessante un articolo per certi versi profetico di Liberainformazione (l’osservatorio per la legalità e contro le mafie) pubblicato nel marzo dello scorso anno. Il titolo dà la misura esatta di una previsione rivelatasi altrettanto esatta:

“Il Venezuela, una bomba pronta a esplodere”.

E la bomba, infatti, è esplosa!

Proviamo a leggere alcuni passi dell’articolo:

“Il Venezuela continua ad essere un Paese sempre più violento, in balia di una criminalità spregiudicata e afflitto da una drammatica deriva autoritaria. ‘Una bomba pronta ad esplodere’, secondo molte agenzie di stampa, dove da mesi scarseggia di tutto, dai beni di prima necessità alle medicine, dove i saccheggi di negozi e autocarri che trasportano generi alimentari sono diventati abitudinari, così come i ‘linciaggi’ (una quindicina di episodi al mese) da parte dei cittadini esasperati, con un aumento impressionate di omicidi commessi da bande di giovanissimi che vivono in strada aggredendo chiunque si azzardi a passeggiare nel territorio sotto il loro controllo. I circa 30mila omicidi in tutto il Paese nel corso del 2017 (oltre 28mila quelli del 2016 ), di cui oltre 6mila nella sola Caracas, ancorché si tratti di dati statistici ricavati da fonti aperte e da agenzie specializzate sulla scorta di dati ufficiosi ‘filtrati’ dai vari organismi di polizia, indicano una situazione straordinariamente drammatica. La capitale, peraltro, anche nel 2017 si è confermata la città più pericolosa del mondo registrando in alcuni municipi (Valle, Coche, Petare e Libertador) il rapporto di 276 omicidi per centomila abitanti (poco più di 31milioni la popolazione complessiva a metà 2017)”.

E ancora:

“Il traffico di stupefacenti resta prioritario per la criminalità venezuelana in affari, da decenni, con i narcos colombiani ma anche con alcuni cartelli messicani (Sinaloa e Los Zetas) e, naturalmente, con esponenti della mafia siciliana e calabrese. Negli ultimi tempi stanno facendo la loro comparsa anche gruppi criminali slavi… Diminuito il traffico di stupefacenti per via marittima, si è rilevato ancora un incremento nelle spedizioni con corrieri internazionali privati e con l’impiego di aerei (anche di grosse dimensioni, acquistabili sul mercato dell’usato) sia con destinazione il Caribe e i paesi del Centro America, sia verso le coste dell’Africa Occidentale (il Ghana, dove risiedono oltre mille colombiani, è, sotto questo aspetto, paese privilegiato). Naturalmente, per queste “traversate”, gli aerei (DC9 o Boeing 727) sono privi dei posti passeggeri per consentire la sistemazione di carichi consistenti di cocaina (dalle due alle dieci tonnellate, a secondo del tipo di velivolo). La scorta di carburante per il volo viene conservata in appositi contenitori ed inviata ai serbatoi attraverso delle pompe azionate dai piloti. Quello dei voli illegali (registrati dai radar americani di South Key West, in Florida) che utilizzano le decine di piste di atterraggio sparse nel paese, in particolare nel territorio dello Stato di Apure, confinante con la Colombia, resta un serio problema anche per i casi di collusioni accertate nell’ambito delle Forze Armate con la criminalità ( tre anni fa, cinque alti ufficiali dell’Aeronautica, dell’Esercito e della Guardia Nazionale, sono stati processati e condannati per aver permesso decolli e atterraggi ad aerei non autorizzati)”. (QUI PER ESTESO L’ARTICOLO DI LIBERA INFORMAZIONE)

Interessante anche un’intervista a euronews dello scorso anno, proprio sul Venezuela, ad Antonio Nicaso, studioso di fama mondiale dei fenomeni criminali e uno dei papà della serie televisiva Bad Blood.

“Sin dagli anni ’90 – dice Nicaso – i broker della droga vivevano in Venezuela, al confine con la Colombia, e facevano i pendolari protetti da Caracas, che non ha mai firmato trattati di estradizione con gli Usa”.

Al giornalista che gli chiede se la ‘ndrangheta sta approfittando della crisi in Venezuela, Nicaso risponde così:

“La ‘ndrangheta sa approfitatre di tutto e potrebbe anche investire in Venezuela acquisendo beni che si può comprare per niente. Un’ottima maniera per lavare denaro e acquisire beni a prezzi vantaggiosi” (QUI IL VIDEO CON L’INTERVISTA AD ANTONIO NICASO)

Segnaliamo anche un’intervista dello scorso anno all’ex presidente della commissione nazionale Antimafia, Francesco Forgione, sempre su euronews:

Al giornalista che gli chiede se la ‘ndrangheta è stata agevolata da Chavez, l’ex premier venezuelano oggi sostituito da Maduro, Forgione risponde così:

“No, nel senso che la ‘ndrangheta ha come obiettivo l’accumulazione del potere e della ricchezza. Chiunque sia al governo o al potere, diventa un interlocutore naturale. La ‘Ndrangheta c’era prima di Chavez, c’è stata con Chavez e ci sarà con Maduro. In Colombia c’era con la guerra alle Farc e c’è adesso in pieno processo di pace. Il problema è il sistema di affari che non viene toccato. Questo, sommato al fatto che con queste nazioni è difficile avere un rapporto di scambio anche con la giustizia. Questi paesi ad esempio non hanno reati che sono previsti nei nostri codici come il reato di associazione mafiosa”. (QUI IL VIDEO CON L’INTERVISTA A FRANCESCO FORGIONE)

Da non dimenticare il ruolo che in Venezuela i Cuntrera e i Caruana di Siculiana, provincia di Agrigento, una delle famiglie di mafia più note del mondo.

Foto tratta da eastwest

QUI L’ARTICOLO DI VITA

QUI L’ARTICOLO DI LIBERAINFORMAZIONE

QUI L’INTERVISTA AD ANTONIO NICASO

QUI L’INTERVISTA A FRANCESCO FORGIONE

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