La storia la racconta il giornale AgroNotizie. Ed è la storia di un’azienda agricola di Terrasini – L’orto di nonno Nino – che punta sull’innovazione nel rispetto della tradizione. Le prima tazze di caffè prodotto con piante coltivate in Sicilia. Gli aspetti agronomici. E il possibile mercato di nicchia per un caffè di alta qualità a Km zero
La storia la racconta il giornale AgroNotizie: in Sicilia, e precisamente a Terrasini, un centro turistico a due passi da Palermo, un’azienda agricola nota per la qualità dei prodotti – ci riferiamo a L’Orto di nonno Nino – sta sperimentando con successo la pianta del Caffè. Quando parliamo di successo ci riferiamo – almeno per ora – agli aspetti agronomici, anche se non escludiamo un successo per il caffè prodotto in Sicilia, magari in un mercato di nicchia.
Cosa ce lo fa pensare? Una semplice considerazione: ovvero che il caffè più pregiato del mondo, il Kopi Luwak, si produce in Indonesia in quantità molto limitate (50 kg l’anno) e viene venduto a circa 500 euro al kg! Chi l’ha detto che il Caffè coltivato in Sicilia – possibilmente in quantitativi superiori al celebre Kopi Luwk – non debba trovare un’importante nicchia di mercato?
Ma andiamo alla storia raccontata da AgroNotizie. Il protagonista è Rosolino Palazzolo, titolare della già citata azienda agricola L’orto di nonno Nino.
“La nostra è un’azienda che da ormai dieci anni produce frutti esotici in serra. Avevamo anche alcune piante di caffè per motivi ornamentali che però non producevano frutti a causa del clima locale, troppo freddo d’inverno. Tutti mi dicevano che era impossibile coltivare caffè in Sicilia e io ho deciso di provare a tutti che si sbagliavano”.
Non è stata una passeggiata sperimentare la coltura del Caffè in Sicilia. La pianta del Caffè ha bisogno di un clima caldo e umido. Per certi versi la Sicilia potrebbe anche andare bene; c’è, però, un problema: l’inverno, nella nostra Isola, non permettere la maturazione dei frutti. Da qui l’idea di provare la coltura del Caffè in serra, controllando la temperatura e l’umidità.
Per la cronaca, nell’azienda L’orto di nonno Nino si coltivano piante tropicali: manghi, papaie, banane e via continuando. Insomma, inserire la pianta di Caffè non è stato difficile.
“Se in condizioni di campo aperto le piante abbozzavano dei fiori che poi non si aprivano – racconta Rosolino Palazzolo ad AgriNotizie – sotto serra abbiamo avuto sei fioriture nell’arco di un mese e mezzo, a partire da inizio aprile. La maturazione dei frutti ha impiegato quasi un anno e nel marzo del 2018 abbiamo raccolto, torrefatto e assaggiato, il primo caffè”.
Già, il primo caffè siciliano che Rosolino Palazzolo è riuscito a portare in tazzina grazie alla collaborazione di Isidoro Stellino, la cui famiglia è titolare, da generazioni, una azienda di torrefazione locale.
“La sfida sembra essere stata vinta – leggiamo su AgriNotizie -. I primi chicchi sono stati macinati e con la polvere ottenuta si sono preparati i primi caffè 100% siciliani il cui sapore, a detta degli assaggiatori, è eccellente”.
La pianta del Caffè non richiede cure agronomiche particolari: non ci sono problemi di fertilizzazione e non presenta criticità dovute alla presenza di insetti o di fitopatologie.
Com’era prevedibile le produzioni, in questa prima fase, sono state molto limitate. Ma l’avvio è stato positivo. Il progetto è in crescita e l’azienda agricola L’orto di nonno Nino ha piantato oltre 400 piante di Caffè nella serra nella quale si coltivano le banane.
“Il caffè non ama la luce diretta del sole, almeno alle nostre latitudini – dice sempre Rosolino Palazzolo -. È un arbusto di 2-2,5 metri che si trova a suo agio nel sottobosco, con luce non diretta e alta umidità. Per questo abbiamo deciso di consociarlo al banano”.
I costi di produzione del Caffè siciliano, pur non essendo elevati, non sono certo concorrenziali con i costi di produzione del Brasile, del Vietnam, della Colombia e dell’Indonesia, che sono i Paesi primi produttori al mondo di caffè. Del resto, la Sicilia non può certo concorrere con realtà dove la pianta di Caffè cresce in pieno campo e offre più raccolti all’anno grazie al clima favorevole.
Però – e questa è la grande scommessa – esiste un segmento di mercato che ama i cibi esotici a Km zero, possibilmente coltivati in biologico. Ed è su questa particolare nicchia che potrebbe puntare l’azienda agricola di Terrasini. Il prezzo del caffè siciliano sarà sicuramente elevato, ma potrebbe trovare estimatori.
E il futuro? C’è il possibile miglioramento genetico: la possibile selezione, nel corso degli anni, di piante di Caffè che potrebbero ambientarsi nel clima siciliano ed essere coltivati, perché no?, anche in pieno campo.
“Le varietà di Arabica (all’interno del genere Coffea sono presenti oltre 100 specie presentate come diverse varietà di caffè: le più sono l’Arabica e la Robusta ndr) che oggi abbiamo piantato in serra – dice sempre Rosolino Palazzolo – nel corso degli anni si adatteranno al nostro clima e la progenie, debitamente selezionata, potrebbe essere coltivata anche in pieno campo -. D’altronde, a detta degli esperti, il miglior caffè al mondo è quello che cresce nelle zone montane equatoriali, dove l’aria non è mai troppo calda e dove di notte la temperatura scende di molti gradi. Il clima siciliano, con l’alternanza di estati calde e inverni freschi, spero giovi alla qualità del caffè”.
Chissà, magari la storia di questa azienda agricola di qualità magari farà rinsavire i politici regionali che vorrebbero realizzare da queste parti una discarica…
Foto tratta da Il Vespro
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