Continua senza sosta la presa per i fondelli sulla Dieta Mediterranea prima al mondo e bla bla bla. Facendo finta di non sapere che l’Italia – che dovrebbe essere il baricentro della Dieta Mediterranea – è letteralmente invasa da grano duro canadese, olio d’oliva tunisino, pomodori cinesi e frutta che arriva da chissà dove!
Due notizie sulla Dieta Mediterranea. La prima è che si è classificata come la migliore dieta al mondo (anche se, come vedremo, l’angolazione è un po’ legata a quello che un tempo si chiamava Occidente industrializzato). La seconda è che i parlamentari nazionali del Movimento 5 Stelle annunciano, per quest’anno, una legge che dovrebbe eliminate le truffe nel mercato dell’olio d’oliva italiano (che, per la cronaca – come i lettori dei I Nuovi Vespri sanno bene – è controllato dal Centro Nord Italia che olio d’oliva extra vergine ne produce pochissimo! COME POTETE LEGGERE QUI).
Cominciamo dalla prima notizia.
“La dieta Mediterranea – leggiamo in un articolo del Giornale del Cilento (che trovate in calce) si è classificata come migliore dieta al mondo del 2019 davanti alla dash e alla flexariana… La dieta Mediterranea ha vinto la sfida tra 41 diverse alternative con un punteggio di 4,2 su 5 grazie agli effetti positivi sulla longevità e ai benefici per la salute, tra cui perdita e controllo del peso, salute del cuore e del sistema nervoso, prevenzione del cancro e delle malattie croniche, prevenzione e controllo del diabete”.
“Il primato generale della dieta Mediterranea – prosegue l’articolo – è stato ottenuto grazie al primo posto in ben cinque specifiche categorie: prevenzione e cura del diabete, mangiare sano, benefici per il cuore, componenti a base vegetale e facilità a seguirla. A contendere la vittoria della dieta mediterranea sul podio sono state quella dash contro l’ipertensione che si classifica al posto d’onore e la flexariana, un modo flessibile di alimentarsi. Al quarto posto la dieta mind che previene e riduce il declino cognitivo e la storica dieta ipocalorica weight watchers”.
Senza voler togliere nulla alla Dieta Mediterranea, ricordiamo che ci sono altri Paesi al mondo dove si vive a lungo (e forse anche meglio) rispetto ai paesi occidentali.
Della Dieta Mediterranea – naturalmente della vera Dieta Mediterranea – cioè quella a base di prodotti agricoli freschi e trasformati nell’area del Mediterraneo, possibilmente in agricoltura senza pesticidi e, in generale, senza l’uso di sostanze chimiche, sappiamo tutto: meno malattie, aumento della speranza di vita eccetera eccetera. E sappiamo anche che nella Dieta Mediterranea si è ‘infilato’ anche ‘UNESCO, inserendola nella lista del patrimonio culturale immateriale dell’umanità.
Dopo tutti questi salamelecchi sulla Dieta Mediterranea, però, scopriamo che l’Italia – che dovrebbe essere il baricentro della Dieta Mediterranea – è invasa dal grano duro estero, in testa il grano duro canadese: quindi pane e, soprattutto, pasta sono prodotti con grano duro che, in buona parte, è estero: grano duro estero che, spesso, con l’area del Mediterraneo non ha nulla a che vedere!
E che dire della frutta? Sappiamo tutti che grandi quantitativi di frutta arrivano in Italia da Paesi esteri: frutta della quale sappiamo poco o nulla delle tecniche agronomiche utilizzate per produrla.
Lo stesso discorso vale per gli ortaggi: a cominciare dal pomodoro che arriva in grande quantità – fresco e trasformato – dalla Cina.
Idem per la carne.
Con molta probabilità, l’unico prodotto della Dieta Mediterranea che è italiano con certezza è il vino, mentre sull’olio d’oliva extra vergine – che è il prodotto principe della Dieta Mediterranea – per capire che cosa succede basta recarsi, in questi giorni, in un qualunque centro commerciale. Troverete bottiglie di olio extra vergine di oliva “italiano” a 8 euro a bottiglia, a 7 euro, a 6 euro, a 5 euro, a 4 euro e, se c’è un’offerta, anche a tre euro e forse meno a bottiglia!
Peccato che l’annata 2018 – che è la raccolta delle olive utilizzate per la produzione di olio che si vende l’anno successivo, cioè l’anno in corso – è stata assai magra, con una riduzione della produzione del 50-60%.
A fine novembre-dicembre dello scorso anno nelle tre Regioni italiane che producono il 90% dell’olio d’oliva extra vergine italiano (quello vero, naturalmente) – Puglia, Calabria e Sicilia – il prezzo oscillava tra 10 e 12 euro al litro.
Ribadiamo: parliamo del vero olio d’oliva extra vergine del Sud Italia, non miscelato con chissà che cosa.
Da qui una domanda: com’è possibile che una bottiglia di olio extra vergine “italiano” costi da 8 euro a bottiglia in giù?
‘Casualmente’ l’Unione Europea – con il voto favorevole del Parlamento Europeo (e, segnatamente, con il voto favorevole di Popolari e Socialisti europei, che tradotto nella politica italiana significa con il voto favorevole di PD e Forza Italia) – da qualche anno a questa parte patrocina una sorta di ‘invasione’ di olio d’oliva tunisino (COME POTETE LEGGERE QUI). Però, naturalmente, non c’è alcun nesso tra l’olio d’oliva tunisino e il mercato italiano…
Proprio sull’olio d’oliva – e qui arriviamo alla seconda notizia – i parlamentari nazionali grillini, come già ricordato, danno notizia che si accingono a presentare un disegno di legge per tutelare l’olio d’oliva extra vergine italiano (L’ANNUNCIO IN QUESTO VIDEO).
La notizia non può che farci piacere. Siamo in attesa di conoscere questo provvedimento.
L’importante è che questa iniziativa non faccia la fine della CUN, la Commissione Unica Nazionale che avrebbe dovuto mettere fine alla speculazione al ribasso del prezzo del grano duro: Commissione bloccata, nella passata legislatura, dal Governo del PD; e bloccata – nell’attuale legislatura – dal Governo del quale gli stessi grillini fanno parte!
Per non parlare degli emendamenti a tutela degli agricoltori del Sud presentati dal senatore grillino Saverio De Bonis e ‘bocciati’ dagli stessi grillini!
Sapete, egregi parlamentari del Movimento 5 Stelle, che stiamo imparando a conoscervi: dite una cosa, assumete gli impegni e poi ve li rimangiate.
Dai grillini siciliani – parlamentari nazionali e regionali – ci aspettavamo una battaglia sul grano duro che arriva con le navi. Invece, niente di tutto questo. Anzi, poco è mancato per vedere i grillini del Parlamento siciliano ‘inciuciati’ con l’attuale Governo regionale di Nello Musumeci: è mancato proprio per il citato presidente Musumeci che ha detto no all’offerta di ‘collaborazione’ dei 20 parlamentari regionali grillini!
Insomma, sul grano che arriva in Sicilia con le navi la posizione dei grillini siciliani è quello del Governo Musumeci: nessun controllo: e vedi che mangi!
Così, con voi, egregi grillini, bisogna applicare il metodo San Tommaso: le parole non ci bastano, vogliamo vedere i fatti.
Foto tratta da notizieora.it
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