Ci siamo: l’ex Provincia di Caltanissetta non ha i soldi per pagare la bolletta elettrica delle scuole superiori. E poiché la fornitura di energia elettrica si paga, se le bollette non vengono pagate niente energia elettrica e scuole chiuse. Paolo Amenta, vice presidente dell’ANICI Sicilia, che da due anni lancia l’allarme, precisa: “Con l’autonomia di Lombardia e Veneto la situazione delle scuole in Sicilia si aggraverà”. Le chiacchiere dell’assessore Roberto Lagalla
Mentre in Sicilia si fa ‘alta politica’, tra migranti, permessi di soggiorno, sindaci ribelli e bla bla bla, la dura realtà bussa alla porta. La notizia è che a Caltanissetta gli studenti dei Licei e, in generale, delle scuole superiori potrebbero prolungare le vacanze. Insomma, nella provincia nissena non è detto che l’Epifania si porterà via tutte le feste… Motivo: mancano i soldi per pagare le bollette della luce e le scuole potrebbero restare chiuse!
“La cosa non ci stupisce, perché queste cose le ripetiamo da tempo”, sottolinea il vice presidente dell’ANCI Sicilia, Paolo Amenta che, in effetti, il pericolo di interruzione di pubblico servizio lo paventa da due anni (in calce trovate articoli e interviste con Amenta che lancia allarmi sulla crisi finanziaria di Comuni ed ex Province). Aggiunge Amenta:
“Ora che alla ex Provincia di Caltanissetta mancano i soldi per pagare la fornitura di energia elettrica la politica si comincia a svegliare. Però nessuno dice che tanti Comuni siciliani, che versano in gravi difficoltà finanziarie, hanno dovuto anticipare i soldi per pagare il riscaldamento degli edifici scolastici. Ve l’immaginate, con il freddi si questi giorni, cosa sarebbe successo nei licei e nelle scuole superiori senza riscaldamenti accesi?”.
“Mi accusano spesso di dare notizie sgradevoli che poi puntualmente si verificano – dice sempre il vice presidente di ANCI Sicilia -. Ma io le cose le devo raccontare per quelle che sono. E vi dico, senza giri di parole, che con l’autonomia chiesta da Lombardia e Veneto e, a ruota, anche da Piemonte, Liguria ed Emilia Romagna, la situazione, per le scuole siciliane, peggiorerà. Perché il cosiddetto residuo fiscale che queste Regioni terranno per sé – e parliamo di decine e decine di miliardi di euro ogni anno – verrà tolto alle Regioni del Sud e, quindi, anche alla Sicilia”.
“Quello che sta avvenendo è paradossale – afferma ancora Amenta -: noi siciliani che abbiamo l’Autonomia dal 1947 non siamo riusciti ad applicarla: basti pensare agli articoli finanziari dello Statuto siciliano: articoli 36, 37 e 38 rimasti inapplicati. Mentre Regioni italiane già ricche, o quanto meno più ricche della Sicilia, si stanno prendendo l’autonomia e toglieranno altre risorse alla nostra Regione”.
La memoria ritorna ai due ‘Patti scellerati’ firmati dall’ex presidente della Regione, Rosario Crocetta, e dall’ex capo del Governo, Matteo Renzi che hanno impoverito la Regione, se è vero che il Fondo regionale delle autonomie locali (con il quale la Regione sostiesne i Comuni e le ex Province siciliane alle quali hanno cambiato nome: Città metropolitane di Palermo, Catania e Messina e Liberi Consorzi di Agrigento, Siracusa, Ragusa, Enna, Trapani e Caltanissetta), grazie ai Governi del PD, è passato, in pochi anni, da oltre 900 milioni di euro all’anno a poco più di 300 milioni di euro all’anno!
Non solo. C’è stato, da parte del Governo nazionale del PD, un accanimento verso la Regione siciliana e verso le ex Province della nostra Isola. Tutt’oggi la Regione siciliana, ogni anno, versa allo Stato, un miliardo e 340 milioni di euro. E le ex Province, tutt’ora, se non ricordiamo male, versano allo Stato, ogni anno, circa 200 milioni di euro.
Di più: le ex Province siciliane, ogni anno, incassavano i fondi delle RC Auto, oltre 200 milioni di euro all’anno: ma il Governo nazionale del PD si è preso anche questi!
Il resto sono chiacchiere, come quelle dell’assessore regionale alla Pubblica Istruzione e Formazione professionale, Roberto Lagalla, che in un comunicato stampa parla, parla parla…
“A seguito dell’annunciata interruzione delle utenze presso alcuni Istituti scolastici superiori, disposta dal Libero Consorzio di Caltanissetta a causa della dichiarata mancanza di risorse finanziarie – dice Lagalla – la Giunta di governo, anche con riferimento ad analoghe iniziative assunte in altri ambiti provinciali ha deciso di istituire un tavolo regionale per trovare adeguate soluzioni, a condizione che i provvedimenti adottati unilateralmente vengano immediatamente revocati o differiti da parte dell’Ente proponente”.
“La Giunta di governo – prosegue l’assessore Lagalla – ha evidenziato la cogente necessità che i Liberi Consorzi continuino a garantire, nel rispetto della vincolante normativa in materia, gli interventi di propria competenza per scongiurare potenziali e rischiosi profili di interruzione di pubblico servizio. Nel ribadire che la manutenzione e il funzionamento degli Istituti di istruzione superiore costituiscono competenze proprie dei Liberi Consorzi Comunali, il governo regionale ha comunque preso atto delle difficoltà economiche rappresentate dagli enti provinciali. Pertanto, anche in vista della imminente sessione di bilancio presso l’Assemblea regionale siciliana, si è ritenuto di affidare ad un tavolo regionale di confronto con i Commissari dei Liberi Consorzi la ricerca di adeguate soluzioni, ferma restando la perentoria indicazione di revocare, sin da subito, qualsiasi iniziativa immediatamente pregiudizievole per il regolare svolgimento e la continuità del servizio scolastico”.
Chiacchiere e cucchiteddi ‘i lignu, si usa dire a Sciacca: le scuole riaprono dopo l’Epifania e le “adeguate soluzioni” (i piccioli, assessore Lagalla, per essere chiari) servono ora, non dopo l’approvazione della legge di stabilità regionale!
Non meno chiacchieroni dell’assessore Lagalla sono i grillini che, qualche settimana fa, in uno scoppiettante comunicato, annunciavano che il Governo nazionale stava per intervenire in favore delle ex Province siciliane. Stava: perché se l’ex Provincia di Caltanissetta non ha i soldi per pagare le bollette della luce è chiaro che l’intervento romano non si è ancora materializzato…
Volete sapere cosa sta succedendo nelle Province che non hanno nemmeno i soldi per pagare le bollette della luce, a parte i tavoli & tavolini dell’assessore Lagalla?
Sicuramente i politici stanno cercando di ‘scarrozzarla’ ai dirigenti delle ex Province, della serie: “Pensateci voi”.
Grazie alla legge sulla pubblica amministrazione – le ‘famigerate’ leggi Bassanini, quelle della separazione tra politica e burocrazia – i politici ordinano e i dirigenti firmano…
Questi ultimi, cioè i dirigenti delle ex Province, senza piccioli non firmeranno una mazza, perché ne risponderebbero direttamente. Morale: se qualcuno qui non ‘caccerà’ i soldi le scuole – non soltanto quelle di Caltanissetta – chiuderanno.
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