Davide Faraone, come Pol Pot, si autoproclama segretario del PD siciliano…/ MATTINALE 221

14 dicembre 2018

Dopo il ritiro di Teresa Piccione dalla ‘corsa’ per la segreteria del PD siciliano ci si aspettava l’annullamento delle primarie di domenica prossima e la celebrazione del congresso. Invece, prendendo atto del ritiro della seconda candidata, Teresa Piccione, il renziano Faraone si è autoproclamato segretario del partito in Sicilia   

Davide Faraone si è autoproclamato ‘Faraone’-segretario del PD siciliano. Finisce così, con un esito grottesco, la corsa (mancata) per l’elezione (altrettanto mancata) del segretario regionale del Partito Democratico in Sicilia.

Insomma, i renziani di Sicilia, invece di andare al congresso regionale, preferiscono prendersi il partito nell’Isola a tavolino, senza passare dal dibattito e, soprattutto, dal voto.

Nel nostro articolo di qualche giorno fa avevamo ipotizzato tre scenari:

Il primo scenario, che consideravamo improponibile – è che domenica sarebbero spuntati i gazebo gestiti di soli renziani, perché i non renziani, con il ritiro della seconda candidata alla segreteria regionale del partito, Teresa Piccione, non sarebbero andati a votare. Si sarebbe trattato di una farsa.

Il secondo scenario che abbiamo ipotizzato è quello che sta accedendo in queste ore: Faraone che si autoproclama segretario del partito come usano fare i dittatori.

“Ipotesi non non escludere a priori”, scrivevamo due giorni fa (COME POTETE LEGGERE QUI). Perché dai renziani c’è da aspettarsi di tutto. Perché per Renzi e i renziani, per dirla come si dice dalle nostre parti, a ura d’accucchiari malafiuri (quando è il momento delle brutte figure, anche grottesche) niente è impossibile…

Il terzo scenario è quello tipico dei veri partiti democratici: ovvero la celebrazione del congresso regionale per dare la parola alla base. Ma per i renziani far parlare la base è sempre pericoloso…

Così i renziani si prendono la Sicilia in vista delle primarie nazionali del partito. Dove lo scontro si preannuncia durissimo.

Nei giorni scorsi si era parlato di un’uscita dal PD da parte di Renzi. Ma, a quanto pare, non è così, forse perché non tutti i renziani sono disposti a seguire l’ex segretario in un’avventura solitaria, o magari in compagnia di Berlusconi.

Quella di Renzi e compagni, in Sicilia, può sembrare un’operazione di forza. Ma, in realtà, è una prova di debolezza, perché hanno dimostrato di temere il confronto con la base del partito.

Nel caso di Faraone, lo ribadiamo, siamo davanti a una scelta politica grottesca, che non si è mai vista in nessun’altra parte del mondo che si dice democratico. perché un segretario senza investitura, diventato tale – con riferimento al regolamento del PD siciliano – dopo aver bloccato le attività e i pronunciamenti dei circoli e delle assemblee provinciali è un non-senso.

Faraone, se la dobbiamo dire tutta, ha superato in curva anche Pol Pot il leader comunista-dittatore della Cambogia…

Cosa combinerà, adesso, Faraone auto-segretario del PD siciliano?

Organizzerà dei campi di rieducazione renziana per i dirigenti dissidenti della Sicilia?

Darà a vita a scuole di partito per ‘jobattichizzare’ i militanti el PD?

Ribadirà la bellezza della ‘Buona scuola made in Sicily?

 

  

 

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