Com’era prevedibile, siamo arrivati ai movimenti giovanili della Lega nel Sud. Epilogo inevitabile, visto che i leghisti, anche al Sud, stanno andando ad occupare uno spazio politico che la vecchia politica non riesce più a coprire. L’unico antidoto per frenare la lenta ma inesorabile avanzata della Lega nel Sud è un partito del Sud. Il Sud avrà la forza e l’intelligenza per capirlo?
Quando a Lampedusa, qualche anno fa, spuntò la prima esperienza leghista alcuni sorridevano. “La lega Nord a Sud? Che c’entra?”. Oggi che Salvini ha tolto al suo partito la parola “Nord”, la Lega sta mettendo radici nel Mezzogiorno. In Sicilia ci sono parlamentari nazionali, un parlamentare regionale e consiglieri comunali eletti di qua e di là che aderiscono alla Lega. Fenomeno che avviene in tutto il Meridione. Non sono grandi numeri: ma ci sono. E, adesso, anche il movimento giovani leghisti del Sud.
E’ di ieri la notizia di una riunione dei giovani leghisti siciliani arrivati dalle varie province dell’Isola che si sono dati appuntamento a Palermo. A riceverli il presidente nazionale della Lega giovani, Andrea Crippa, e un paio di parlamentari nazionali leghisti nati chissà dove ed eletti al Parlamento nazionale chissà in quali collegi del Nord.
Inutile sottolineare che un siciliano e, in generale, un meridionale che aderisce alla Lega di Salvini è una contraddizione in termini. Non serve. Così com’è inutile spiegare che la Lega di governo, in agricoltura – ovvero la Lega che gestisce il Ministero delle Politiche agricole – ha sposato, sul Sud, la linea del PD: cioè una linea politica ferocemente antimeridionale.
La ‘privatizzazione’ della varietà di grano duro antico Senatore Cappelli, ‘operazione’ contro il Sud portata a termine dal passato Governo nazionale a guida PD e confermata dall’attuale Ministro leghista Gian Marco Centinaio è la prova non solo che il Sud non conta nulla, ma che anche l’attuale Governo nazionale considera il Sud una ‘Colonia’.
Se andiamo a guardare cos’ha fatto e cosa sta facendo l’attuale Governo nazionale per il Sud non possiamo non sorridere amaramente.
Gli industriali del Nord volevano che l’acciaieria dell’ILVA, a Taranto, restasse in piedi: e in piedi è rimasta, tra la disperazione degli abitanti di Taranto che hanno votato Movimento 5 Stelle per ottenerle la chiusura e che sono stati traditi proprio dai grillini.
Stessa scena con la TAP, il gasdotto che dovrebbe sventrare il Salento, sempre in Puglia: grandi promesse grilline in campagna elettorale per bloccare tutto e poi la resa: la TAP si farà.
Ha vinto la Lega, che era d’accordo sia per far continuare a lavorare l’acciaieria dell’ILVA (tanto ad ammalarsi sono i tarantini), sia per la TAP. Il messaggio che è passato è che i grillini, oltre a contare poco, tradiscono l’elettorato, mentre i leghisti sono ‘bravi’. Sotto questo profilo, Luigi Di Maio è un totale disastro.
E la Lega avanza anche nel Sud contro gli interessi del Sud. Perché?
In politica non c’è masochismo. Piaccia o no, la Lega occupa uno spazio politico che, anche al Sud, nessun soggetto politico tradizionale o del Sud oggi è in grado di occupare.
Emblematiche le ‘primarie’ del PD siciliano per la segreteria regionale: ma cosa debbono trovare i siciliani in Davide Faraone e Teresa Piccione? Sono due esponenti della stagione renziana che si contendono una poltrona. Quale novità rappresentano? Il PD fa parte del passato: un passato fatto di fallimenti e di tradimenti per l’Italia e per la Sicilia.
Poi ci sono i soliti, vecchi democristiani che si organizzano e si riorganizzano in un gioco senza tempo. Sono in buona parte ‘residuati bellici’, ma nel vuoto della politica siciliana qualche cosa ancora riescono ad ‘acchiappare’, spesso vendendo fumo ai disperati.
Poi c’è Forza Italia di Gianfranco Miccichè. Con quest’ultimo che, non sapendo come finire sui giornali per qualcosa di positivo, invia comunicati a destra e a manca in cui si racconta di 80 mila euro – nostri, cioè dei cittadini siciliani – donati alla ‘Missione’ di Biagio Conte. Miserie.
Quindi il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, con la sua legge di variazioni di Bilancio che scontenterà otto ‘clienti’ su dieci. Provate a immaginare il capitano di una nave che affonda con la mano sulla fronte per il tradizionale saluto militare: è lui.
Perché in questo scenario la Lega non dovrebbe fare proseliti in Sicilia e nel Sud?
L’unico antidoto che potrebbe fermare la lenta ma inesorabile crescita dei leghisti nel Sud dovrebbe essere un partito del Sud. Ma un partito del Sud non c’è. Ci sono fermenti qua e là, ricostruzioni storiche, denunce, sottolineature. Insomma tante soggettività in tutto il Mezzogiorno che, però, non danno vita a una nuova proposta politica per il Sud e, quindi, a una nuova forza politica del Sud.
Tante intelligenze, nel Sud – e anche tanti meridionali, magari affermati, che vivono da anni al Nord e che non hanno mai perso i contatti con il Sud – vedono il lento disfacimento della vecchia politica e l’altrettanto lento sorgere del leghismo salviniano (peraltro venato di razzismo, sentimento presente da sempre nel Nord Italia, ma mai nel Sud). Ma scrollano le spalle: di impegnarsi in prima persona non se ne parla.
Riuscirà il Sud a dare vita a una proposta politica del Sud, per il Sud? Al Sud esiste ancora un briciolo di amor proprio nel sociale? O siamo condannati a sentire il neoleghista salviniano del Sud di turno che ci racconta che i giovani del Sud debbono restare nel Sud mentre il Governo nazionale leghista finisce di rapinare il Sud?
Foto tratta da maurizioblondet.it
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