Enna e dintorni: la gente non ha i soldi per pagare le bollette dell’acqua e, come vuole la UE liberista dell’euro, il servizio viene interrotto. La denuncia dei grillini che, però, a Roma, pur governando, non hanno ancora pubblicizzato il servizio idrico. Un ‘grazie’ al PD siciliano che, nella passata Assemblea regionale siciliana, ha affossato qualunque tentativo di ritorno alla gestione pubblica dell’acqua. La ‘sinistra’… Il ‘caso’ Girgenti Acque ad Agrigento
Sicilia sempre più povera. Mentre in Assemblea regionale siciliana, per l’ennesima volta, si tagliano i fondi alla sanità per pagare spese che con la sanità non hanno nulla a che spartire, mentre viene decretato, di fatto, il fallimento delle ex Province e delle Opere Pie (o IPAB), mentre si consuma la beffa per i cittadini dei Comuni siciliani che hanno raggiunto i 65% di raccolta differenziata dei rifiuti (niente più agevolazioni), giunge notizia che, da ieri, nella provincia siciliana dove l’acqua costa un occhio della testa, cioè a Enna, centinaia di famiglie che non hanno pagato le ‘bollette’ si ritrovano a secco.
“Dalla mattinata di oggi (ieri per chi legge ndr), la società di gestione del servizio idrico AcquaEnna sta procedendo a un lungo elenco di distacchi di contatori per gli utenti morosi, nei Comuni della provincia ennese. Un intervento massiccio che riguarda centinaia di utenti, tra cui attività imprenditoriali e condomini, che possiamo ipotizzare, coinvolgerà migliaia di persone, visto che i condomini sono considerati unico utente”.
Lo racconta il senatore del Movimento 5 Stelle eletto in Sicilia, Fabrizio Trentacoste. E’ lo stesso parlamentare nazionale che nei mesi scorsi, ha presentato anche un’interrogazione a Palazzo Madama rivolta al Ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, chiedendo di intervenire “sulla vergognosa gestione del servizio idrico da parte della società ennese”. Adesso il senatore e i consiglieri comunali 5 Stelle Cinzia Amato e Davide Solfato tornano a gamba tesa su vicende che toccano troppo da vicino la vita dei cittadini.
“Verificheremo – affermano i due consiglieri Amato e Solfato – che questo intervento di massa stia avvenendo nel rispetto delle norme e a tutela dei consumatori. Per quanto le morosità vadano penalizzate, trattandosi di un bene primario, AcquaEnna non può procedere al distacco dei contatori sic et simpliciter, come purtroppo è suo malcostume fare”.
“Accerteremo che le disposizioni di legge – aggiunge il senatore Trentacoste – che impongono la preventiva notifica dei solleciti e dei successivi distacchi, siano state rispettate. In caso contrario la questione verrà subito segnalata alle neo istituite commissioni tecniche chiamate a valutare la gestione del servizio idrico, augurandoci che le stesse possano, una volta per tutte, dare risposta a tutte le problematiche che insistono sulla gestione del servizio da parte della società”.
“L’acqua – conclude Trentacoste – non è solo un bene primario, ma anche estremamente prezioso, per questo il Movimento 5 Stelle, sin dalla prima ora, sta conducendo una battaglia perché il servizio torni ad essere pubblico”.
Già, il referendum del 2011 che, in Italia, in teoria, ha sancito il ritorno alla gestione pubblica dell’acqua. Peccato che al Governo nazionale, dal 2011 ad oggi, si sono alternati il Governo Berlusconi, il Governo Monti, il Governo Letta, il Governo Renzi, il Governo Gentiloni e, dal giugno di quest’anno, il Governo Conte-Di Maio-Salvini.
Nessuno di questi governi, fino ad oggi, sta rispettando il risultato del referendum del 2011. Nel comunicato del senatore Trentacoste si legge che “il Movimento 5 Stelle, sin dalla prima ora, sta conducendo una battaglia perché il servizio torni ad essere pubblico”.
Una battaglia che, a quanto pare, vede solo il senatore Trentacoste: i grillini, infatti, sono al Governo dell’Italia da quasi sette mesi, ma di tornare alla gestione dell’acqua ancora non se ne parla.
In Sicilia, poi, assistiamo a vergogne su vergogne. Ad Agrigento, ad esempio, la vecchia politica ha retto il gioco di Girgenti Acque, partecipando al ‘Festival delle assunzioni’; se questa società che ne ha combinate di tutti i colori, oggi, è stata finalmente ‘sgamata’, ebbene, questo lo si deve alla magistratura ordinaria e alla Prefettura, non certo alla politica.
L’unico politico agrigentino che sta attaccando frontalmente Girgenti Acque è l’avvocato Lillo Massimiliano Musso, leder di Forza de Popolo e tra i protagonisti dell’associazione politica I Nuovi Vespri, che sulla propria pagina Facebook scrive:
“L’avvocato Lillo Massimiliano Musso, dal 2011 rappresentante del Comitato per l’Acqua Pubblica a Ravanusa, spiega le ragioni giuridiche per cui è legittimo non pagare in questo momento le bollette idriche e il motivo per cui il Commissario Straordinario dovrebbe avallare una moratoria dei distacchi e il ripristino immediato delle utenze interrotte. L’avv. Musso invita ogni cittadino della provincia di Agrigento ad una silenziosa manifestazione popolare, consistente nel non pagare le bollette idriche, come forma di protesta verso una gestione del servizio pubblico illegittima ed illecita, in danno del proprio interesse legittimo e dei propri diritti soggettivi”.
Ad Enna parla il senatore Trentacoste che, però, dovrebbe spiegare il perché l’attuale Governo nazionale non ha ancora ripristinato la gestione pubblica dell’acqua.
Peraltro Enna, stando a un’indagine della Federconsumatori, è la provincia nella quale l’acqua è la più cara d’Italia: il costo medio annuo dell’acqua, per una famiglia ennese, nel 2013, si attestava intorno a 369 euro, a fronte di una media nazionale di 241 euro. Ed Enna non è certamente una delle province più ricche d’Italia…
Ma se a Roma il Movimento 5 Stelle cincischia e non si decide a buttare fuori i privati dalla gestione dell’acqua, in Sicilia i cittadini debbono ‘ringraziare’ il centrosinistra, e segnatamente il PD: un partito, questo, che dal 2011 fino al novembre dello scorso anno ha impedito al Parlamento dell’Isola di legiferare per il ritorno alla gestione pubblica dell’acqua.
Con la connivenza silenziosa dei vari ‘Comitati’ siciliani che, a parole, dicevano di battersi per l’acqua pubblica ma che, nei fatti, non hanno mai ostacolato, proprio su tale tema, prima il Governo regionale di Raffaele Lombardo e poi – soprattutto – il Governo di Rosario Crocetta. Questi ‘Comitati’ gabba-cittadini, nella passata legislatura, di fatto, hanno retto il gioco ai vari Giuseppe Lumia, Antonello Cracolici, Davide Faraone, Giuseppe Lupo e via continuando.
Emblematico il ‘caso’ del disegno di legge d’iniziativa popolare depositato all’Ars ad inizio della passata legislatura e mai esaminato, anche perché i ‘Comitati’ – tutti riconducibili al centrosinistra – non si sono mai schierati apertamente contro il Governo regionale del PD.
Questi sono i fatti oggettivi, il resto sono chiacchiere.
Che succederà, adesso, ad Enna e dintorni? Con molta probabilità, quello che è avvenuto in Sardegna, alla Maddalena: e cioè ricorsi alla magistratura. In un caso i magistrati, proprio alla Maddalena, hanno dato ragione a un cittadino al quale era stata sospesa l’erogazione idrica (QUI L’ARTICOLO).
Foto tratta da 98zero.com
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