Con l’incredibile voltafaccia sulla TAP, il gasdotto che sventrerà la costa del Salento, in Puglia, la misura è colma. Il tradimento nei riguardi del Mezzogiorno, da parte del Movimento 5 Stelle, è completo. E’ arrivato il momento di pensare a un partito del Sud che faccia gli interessi reali del Sud
I personaggi che vivono e agiscono nel mondo della politica possono ricondursi sostanzialmente a tre categorie: lo statista, il politico, il demagogo.
Statista è chi dà un apporto di grande rilievo addirittura storica alla vita politica di un Paese.
Politico è chi partecipa alla direzione di un Paese come rappresentante di un’istituzione o di un’organizzazione di partito.
Demagogo (letteralmente capopopolo), infine, è chi, fomentando e lusingando le passioni di un popolo, se ne serve come strumento per ottenere e mantenere il potere.
Tralasciamo lo statista, che nel nostro Paese è una specie rarissima, forse, estinta e occupiamoci della differenza che intercorre tra un politico (s’intende serio) e un demagogo.
Il politico argomenta, dibatte, tratta; il demagogo promette, congettura, soverchia.
Il politico si informa, valuta e garantisce; il demagogo “arrunza” e fa sperare.
Il politico costruisce realtà, il demagogo ne è sconfitto.
Il politico serio è in buona fede, il demagogo no.
Come dice Abramo Lincoln, “si possono ingannare poche persone per molto tempo o molte persone per poco tempo, ma non si possono ingannare molte persone per molto tempo”. Ovvero, i nodi del pressapochismo, dell’inganno della menzogna prima o poi vengono al pettine.
I 5 Stelle stanno cominciando a fare i conti con il mondo reale e con la fatale leggerezza con cui hanno promesso cose che non possono mantenere. E non sono cose da poco conto. Perché su queste cose si basa il consenso che essi hanno strappato all’elettorato del Mezzogiorno e della Sicilia.
Prima promessa non mantenuta fra tutte, quella che mai e poi mai ci sarebbe stata un’alleanza con la Lega.
“Io sono un uomo del Sud – diceva Di Maio – non potrò mai allearmi con chi spera che il Vesuvio ci lavi con il suo fuoco”.
Non basterà l’acqua di tutti gli oceani per lavare questa colpa. Ignominia e disprezzo, ecco i sentimenti che dovrebbe ispirare alle persone serie che lo hanno votato.
Mi si dirà: la politica è l’arte del possibile. Giusto, ma i 5 stelle che hanno fatto dell’onestà (anche intellettuale, presumo) restano mentitori e traditori del proprio elettorato e sono peggio dei partiti che combattono.
Mi si dirà, è un’alleanza strumentale, il fine giustifica i mezzi, i 5 % Stelle stanno lavorando bene. Bene? E l’ILVA, l’acciaieria di Taranto che doveva chiudere? Eccola lì, DI MAIO HA APPROVATO L’ACCORDO FATTO DAL PD, il nemico storico.
E la TAP, il gasdotto che, se realizzati, sventrerà una parte degli uliveti del Salento e un tratto di costa? Anche sulla TAP l’impegno dei grillini, in campagna elettorale, era quello di bloccare tale opera. Invece ora si deve fare!
E il Reddito di cittadinanza senza se e senza ma? Perso, in mezzo ai distinguo, alle limitazioni per soggetti beneficiari e per beni da acquistare.
E il taglio alle pensioni d’oro? Non si può applicare il trattamento contributivo retroattivamente (se fossero stati in buona fede bastava chiederlo ad uno studente di diritto al primo anno), quindi si ripiega sul contributo di solidarietà che sbatterà al muro. Perché se è solidarietà dei cittadini italiani verso il Paese, QUALUNQUE CITTADINO, proporzionalmente al suo reddito, deve contribuire, altrimenti, ha detto la Corte costituzionale in altra analoga occasione, il provvedimento è INCOSTITUZIONALE e quindi anche i redditi minimi devono essere soggetti a tassazione. Bel risultato!
Ma la cosa che mi fa girare le scatole è che, ancora una volta, chi paga il prezzo di queste infantili e truci menzogne, di tante promesse “a babbo morto”, è il Mezzogiorno, è la Sicilia.
Vuoi vedere che anche questi rivoluzionari d’accatto sono mandati dai Nordisti?
E allora facciamocelo noi del SUD il partito del SUD, dichiaratamente contro il NORD e contro Roma e facciamola finita. Perché se il Vesuvio e l’Etna devono lavarci con il fuoco, quanto al Nord, “Muovansi Albarella e la Donzella/ E faccian siepe al Pado in su la foce/ Sì ch’egli anneghi in te ogni persona!”.
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